“Il 2015 per l’Europa sarà l’anno della fine delle riforme irrilevanti e dell’austerità dannosa”. Lo afferma Gustavo Piga, professore di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma, secondo cui “la crisi europea è iniziata dalla Grecia e proprio da Atene ripartirà l’impulso politico per la ripresa”. Per il professor Piga il voto di lunedì nel parlamento greco per eleggere il nuovo presidente della Repubblica sarà decisivo per le sorti europee.
Professore, da dove nasce il suo ottimismo nei confronti del 2015 per la nostra economia?
Nel 2015 l’economia europea andrà meglio di come vada ora, perché a febbraio in Grecia ci saranno delle elezioni importanti che cambieranno il paradigma dell’austerità ad Atene e obbligheranno l’Europa a prendere atto che il modello del rigore fine a se stesso è finito.
Lei ritiene che Tsipras sarà il nuovo premier greco?
Sì, e il successo di Syriza in Grecia porterà Italia, Francia e Spagna ad allearsi per la prima volta. Partirà quindi un movimento di alleanze che chiederà una moratoria del Fiscal Compact, denunciando il bluff della Germania. Berlino sarà così obbligata a dire se è o meno a favore delle multe per chi non rispetta i trattati Ue, e scopriremo che la Germania non avrà né la voglia né la forza di imporle. A questo punto l’Europa potrà finalmente contribuire allo sviluppo mondiale creando occupazione.
Quali saranno le ricadute per l’Italia?
Grazie alla ripresa, ci potremo concentrare a livello nazionale sulle grandi carenze strutturali del Paese. Mi riferisco soprattutto alle nostre difficoltà a fare impresa, alla corruzione endemica, all’inefficienza del settore pubblico, al miglioramento e alla premialità nelle scuole e università. Da qui partirà un circolo virtuoso che colmerà il gap di output potenziale che caratterizza il nostro Paese da 20 anni. Spero che il 2015 segni la fine delle riforme irrilevanti e dell’austerità dannosa.
La Grecia che ha innescato la crisi farà ripartire anche la crescita?
In questo momento l’unica vera questione chiave per l’Europa è il voto greco di lunedì. Spero che l’attuale maggioranza di governo non riesca a trovare i 180 voti necessari per eleggere il presidente, perché auspico che il popolo greco dopo tanti anni abbia finalmente l’opportunità di esprimersi democraticamente su come vuole vivere all’interno dell’Ue e dell’euro. In questo momento tutto dipende dalla Grecia, perché è da come si cura l’anello debole di una famiglia che si misura chi si è.
Come evolverà invece la crisi russa?
La Russia è un attore importantissimo, nei cui confronti l’Europa si muove con un po’ di difficoltà. Ci sono però culture che possono dialogare più facilmente con questo enorme potenziale di ricchezza. Ricordiamoci quanto è importante la Russia per le esportazioni e per il fabbisogno energetico dell’Italia. E’ quindi indispensabile riaprire il dialogo con Mosca, perché a essere in gioco è un’enorme cultura comune basata su anni di scambi. L’amore dei russi per il nostro Paese del resto la dice lunga.
Come vede in questo momento i rapporti tra Italia e Russia?
In questo momento abbiamo a capo della diplomazia europea Federica Mogherini, che forse è proprio la persona giusta. L’Italia deve fare il possibile per superare le criticità nei rapporti tra Ue e Russia, che hanno delle implicazioni devastanti anche a livello economico. Se su un corpo debole come quello europeo aggiungiamo una crisi commerciale e politica con la Russia, si accelerano tutte le dinamiche interne che spingono verso il caos. La crisi russo-ucraina va risolta con pragmatismo e grande rispetto verso la Russia, che rappresenta un Paese con un altissimo tasso di Dna in comune con il nostro.
(Pietro Vernizzi)