Dalla spesa pubblica 2014 si potranno ottenere risparmi per tre miliardi di euro. Lo ha annunciato il commissario straordinario alla spending review, Carlo Cottarelli, cui ha fatto subito eco il premier Renzi. In un primo tempo i tagli riguarderanno le auto blu e le retribuzioni dei dirigenti pubblici. Cottarelli ha precisato che in un primo momento era stata indicata una cifra più alta, 7 miliardi; tuttavia, considerando che siamo a marzo, il tetto massimo dei risparmi ottenibili ammonterebbe più verosimilmente a 3 miliardi di euro. Per Gustavo Piga, docente di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma, che ha partecipato ai  gruppi di lavoro sulla spending review, ci sono tuttavia seri dubbi sul fatto che nel corso di quest’anno si riesca realmente a ottenere quei risparmi. A meno che…



Nel 2014 verranno eliminati sprechi per 3 miliardi. Lo ha annunciato il commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Sarà davvero la volta buona?

Dobbiamo intenderci su cos’è uno spreco. Se spreco è qualcosa che quando viene tagliato non fa del male all’economia ma addirittura libera risorse per far riprendere il Paese, allora le risorse per il 2014 sono zero. Oppure…



Oppure?

Se invece intendiamo le risorse derivanti da tagli alla spesa di cose che sprechi non sono, perché venivano a domandare beni e sevizi prodotti dalle imprese – e se le imprese non producono più cresce la disoccupazione e il Pil crolla – in quel caso sono convinto che la cifra potrebbe essere ben più alta di 7 miliardi.

Ci hanno preso in giro con quelle cifre?

Guardi, per tagliare gli sprechi ci vuole un’organizzazione certosina, con persone impegnate su cambiamenti di strutture, sulle stazioni appaltanti, disponibilità di dati da paragonare sugli acquisti che fanno le pubbliche amministrazioni, maggiori competenze eccetera, tutte cose facilissime da ottenere per chi ci si dedica. Peccato che non abbiamo ancora cominciato a farlo! E non è pensabile che entro il 2014 l’Italia si doti di una macchina organizzativa che cancelli quei 3 miliardi di sprechi. Dal 2015, sempre che si riesca a mettere in piedi questa macchina, le cifre cominceranno invece a crescere rapidamente.



Bisognerà attendere il 2015 per vedere qualche effetto?

Oggi, ripeto, Renzi dal taglio degli sprechi avrà zero. Avrà 7 e anche più miliardi se taglia con tagli lineari che però non tireranno su il Pil ma lo deprimeranno. Attenzione però a un’altra cosa…

A cosa si riferisce?

Se si taglia spesa pubblica “vera” per trasformarla in minore tassazione l’effetto che si ottiene è comunque recessivo. Perché parte di quel taglio della tassazione viene risparmiato per tempi futuri. Quindi l’effetto positivo di quel taglio della tassazione non compensa l’effetto negativo della spesa che è diretta domanda di beni. Se tagli la spesa pubblica è qualcuno che non domanda più. Se tagli le tasse non necessariamente qualcuno domanda di più; quel qualcuno infatti invece di domandare beni potrebbe risparmiare. Quindi calo di domanda e di produzione si avranno comunque anche se verrà usata una parte di quei 7 miliardi per abbassare le tasse. Detto questo, il quadro non è del tutto negativo.

Non c’è niente da salvare dal piano di Renzi?

La struttura per rimettere in sesto le scuole del Paese e la decisione di allentare i vincoli europei in un momento di grave difficoltà, pur rimanendo all’interno del 3%, sono due cose positive. Renzi ha tuttavia un punto debole.

 

Quale?

Il tallone d’Achille di questo premier, che ha capito che nella recessione conta agire sulle aspettative delle persone, non soltanto a parole ma in maniera concreta facendo investimenti pubblici, in parte è dovuto proprio alla spending review che ha ereditato; e dovrà prendere in mano il bastone per far sì che faremo tutto quello che c’è da fare per avere nel 2015 le risorse di cui il Paese ha bisogno. Soprattutto…

 

Soprattutto?

Dovrà avviare un processo di spending review e non è pensabile che lo possa fare nel giro di una settimana. Quindi la mia non è una critica a Renzi. Se Renzi insiste nel dire che ha le risorse dai tagli della spesa, non sta mentendo: prendiamo atto però che si tratta di tagli lineari. Che uccidono la domanda vera che si fa alle imprese di beni, servizi e lavori pubblici. Se nel 2014 userà questo canale per finanziare il taglio delle tasse andrà a ridurre l’impatto positivo che spera di ottenere. Ma, ripeto, non è un giudizio negativo sul premier: rispetto ai precedenti governi stiamo parlando del giusto approccio e a volte anche di giuste politiche. Fossi in lui però non enfatizzerei troppo, mi concentrerei piuttosto a fare in modo che nel 2015 quei tagli siano effettivamente tagli di sprechi e non di domanda pubblica.

 

E i 500 milioni che Cottarelli dice di voler risparmiare sugli stipendi dei dirigenti pubblici?

È molto semplice: quello è un taglio di trasferimento. Lei leva 500 milioni da quei dirigenti e li dà alle persone più povere. È una manovra redistributiva che ha una sua ragione di equità, comprensibilissima durante una recessione. Dobbiamo però domandarci: riuscirà questa manovra redistributiva a stimolare la domanda alle imprese?

 

Lei cosa risponde?

Al netto di tutto diciamo che avremo 50 milioni di maggiori consumi. Praticamente una goccia d’acqua nell’oceano! Non può essere questo che cambia la capacità del Paese di generare ricchezza.

 

Cottarelli ha detto di aver escluso dai tagli “istruzione e cultura” perché, ha detto, “dai confronti internazionali emerge che l’Italia non spende molto per queste voci”. Resta che si possono spendere male anche poche risorse. A lei che ha fatto parte dei gruppi di lavoro del commissario Cottarelli  chiedo: non era questo uno dei compiti della spending, fare cioè una rivisitazione, in chiave qualitativa, di come vengono spesi i soldi pubblici?

Prendiamo l’università: c’è bisogno di tantissimi soldi ma ci sono anche tantissimi sprechi. La spending review va fatta dappertutto, senza guardare in faccia a nessuno. Per questo, dicevo, occorre più tempo. Mettiamoci un po’ nei panni di Cottarelli: tutto il lavoro fatto in pochi mesi non è solo “colpa” sua.

 

Di chi è la colpa?

Il precedente governo non gli ha dato una risorsa che fosse una per assumere persone che lavorassero per lui a tempo pieno. Mi sembra che Renzi abbia fatto un lavoro egregio rispetto al disinteresse più assoluto dei governi che l’hanno preceduto. Renzi a questo punto deve fare una cosa…

 

Ovvero?

Paradossalmente deve dare un sacco di soldi a Cottarelli che gliene farà risparmiare tantissimi. In economia si dice “no free lunch”, non si trovano risorse gratis. Se vuoi trovarle devi spendere, come una qualsiasi azienda che fa investimenti per ottenere dei ritorni. La stessa cosa vale per Cottarelli. Per chiedere tanto a Cottarelli Renzi gli deve dare tanto: tendendo conto che il tanto che gli dà ha un ritorno mostruoso. Dobbiamo smetterla con l’ipocrisia: non ci sono i soldi per pagare le persone che devono lavorare con Cottarelli. Certo che ci sono i soldi, se trovi le persone giuste ti ridaranno mille volte di più di quello che hai speso. 

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