Era prevista per la fine di aprile, ma potrebbe richiedere qualche giorno in più. Matteo Renzi ha comunque annunciato che si inizierà ufficialmente a discutere della riforma della Pubblica amministrazione mercoledì prossimo, ultimo giorno di questo mese, “con un pensiero affettuoso agli amici gufi”, ha scritto il premier su Twitter. Proprio il 30 aprile potrebbe dunque essere convocato il nuovo Consiglio dei ministri, durante il quale verranno resi noti i provvedimenti a cui sta lavorando il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Marianna Madia, insieme al sottosegretario Angelo Rughetti. Eliminata l’ipotesi esuberi (o almeno non gli 85mila inizialmente immaginati dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli) il governo ha intenzione di mirare su interventi specifici per evitare ulteriori scossoni che possano far fallire l’intero progetto. Le misure dovrebbero essere già pronte, tanto che i sindacati hanno lamentato in questi giorni la loro esclusione dal dibattito: proprio per questo, scrive oggi Andrea Bassi sul Messaggero, le loro opinioni “potrebbero essere raccolte con una modalità innovativa, una consultazione on line sui contenuti della riforma della pubblica amministrazione”. Si dovrebbe iniziare dalla riforma della dirigenza pubblica, eliminando la distinzione in prima e seconda fascia e istituendo il ruolo unico. I dirigenti inoltre potrebbero essere a termine, mentre dai ministeri è destinata a sparire la figura del Capo dipartimento. Palazzo Chigi ha da poco emanato un decreto che taglia il 15% della parte variabile delle retribuzioni dei suoi dirigenti (circa 250 funzionari), ma altre modifiche riguarderanno senza dubbio i premi, o almeno il meccanismo di attribuzione: non verranno più erogati “a pioggia”, ma solo in base al risultato conseguito.