Matteo Renzi lo ha annunciato il 30 aprile scorso, annunciando la riforma della Pubblica amministrazione: il governo ha intenzione di accorpare l’Automobile Club Italiano (Aci) e la Motorizzazione Civile, due enti che insieme danno lavoro a oltre seimila persone ma che in molti considerano doppioni perché svolgono simili funzioni. L’Aci, tra le altre cose, gestisce il Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e si occupa del certificato di proprietà che ogni automobilista deve avere per attestare l’effettivo possesso di una vettura. La Motorizzazione, invece, rilascia il libretto di circolazione dove sono riportati i dati tecnici del veicolo, come potenza e dimensioni. Troppi oneri, almeno secondo associazioni come l’Aduc (per i Diritti degli Utenti e Consumatori) che più volte ha proposto l’eliminazione almeno del PRA. Come riportato oggi dal Corriere della Sera, il governo starebbe pensando di creare una nuova carta del veicolo, da gestire attraverso un’unica banca dati del parco auto, per mandare definitivamente in pensione il certificato di proprietà e il libretto di circolazione. Secondo i calcoli di Carlo Cottarelli, inoltre, assorbendo i 2.500 dipendenti dell’Aci si potrebbero risparmiare almeno 60 milioni di euro, una cifra che per i cittadini potrebbe tradursi in circa 11 euro in meno sul costo delle pratiche: i passaggi di proprietà e le nuove immatricolazione potrebbero dunque costare 25 euro invece di 36.