Una lettera di Etihad Airways in cui si precisano le condizioni per riaprire la trattativa con Alitalia. Il testo completo della missiva non è stato reso noto, anche se da quanto è emerso i punti principali sarebbero delle garanzie per quanto riguarda le cause aperte che riguardano la compagnia italiana, gli esuberi, i collegamenti infrastrutturali e il taglio del debito con le banche. Dopo l‘ultimatum contenuto nella lettera del 16 aprile, la compagnia emiratina è tornata a esprimere le sue aspettative nei confronti di Alitalia. Le condizioni sono già di per sé dure, anche se come spiega una fonte de ilsussidiario.net, non è ancora emersa la vera questione destinata a decidere le sorti dell’intera trattativa.
«Il vero problema – spiega una fonte che preferisce rimanere anonima – è che Etihad, essendo un soggetto extracomunitario, non può prendere più del 50% di Alitalia, perché se ciò avvenisse la compagnia italiana perderebbe lo status di vettore comunitario e dovrebbe sottostare a forti limitazioni di operatività nei cieli della Ue. Occorre un forte azionista di controllo e il vero problema è quale altra compagnia aerea possa svolgere questo ruolo». Una questione che gioca un ruolo fondamentale nella trattativa tra Etihad e Alitalia. Anche perché servono capitali freschi e non ne potrebbero arrivare tantissimi con Etihad sotto il 50%.
L’azionista europeo in grado di assumere il controllo di Alitalia facilitando l’ingresso di Etihad non può essere Air France, che è alternativa alla compagnia degli Emirati Arabi, in quanto tra le due compagnie è in atto una forte concorrenza. «Il nuovo azionista europeo di controllo – rivela la fonte de ilsussidiario.net – potrebbe invece essere Air Berlin, di cui Etihad possiede una quota importante, superiore al 29%. Il fatto che si tratti di una compagnia tedesca pone però una serie di problemi politici. Il governo italiano prima delle elezioni europee non è nelle condizioni per dire sì a un acquirente tedesco di Alitalia». Potrebbe essere proprio questo l’aspetto più importante contenuto nella lettera di Etihad ad Alitalia, al punto da spingere le due compagnie a tenerla segreta.
Un’altra questione sul tappeto è se Etihad si accontenterà di usare Air Berlin per acquistare la quota di controllo di Alitalia o se si spingerà ben oltre la quota del 50%, magari con un intervento diretto nella compagnia italiana. Poniamo che la compagnia tedesca acquisti il 51% di Alitalia ed Etihad il 20% (oppure che sia la sola Air Berin ad avere una quota superiore ai due terzi del capitale). In questo modo gli arabi potrebbero anche sostituire alcuni soci italiani, presenti dai tempi della cordata in cui ha avuto un ruolo importante Intesa Sanpaolo. Gian Maria Gros-Pietro, che ora ne è Presidente del Consiglio di gestione, ha già fatto capire che la sua non vuol essere più una “banca” di sistema. Quindi una forte presenza azionaria di Air Berlin/Etihad non sarebbe un problema, se non per Air France. Sempre che all’Antitrust europea non abbiano nulla da ridire.
(Pietro Vernizzi)