La trattativa tra Etihad e Alitalia “è arrivata al dunque, è ormai questione di ore”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dopo che la compagnia degli Emirati Arabi lunedì scorso ha riunito il board per formulare una risposta ufficiale nei confronti di Alitalia. La notizia era uscita inizialmente su Il Messaggero, cui sono seguite a stretto giro le dichiarazioni del ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, secondo cui la risposta dovrebbe arrivare entro una settimana. Quindi il premier Renzi ha addirittura abbreviato i tempi parlando di ore. Lupi si è limitato ad aggiungere: “So che in questi giorni la risposta dovrà arrivare, anche perché si è svolto il cda di Etihad”. Ne abbiamo parlato con Umberto Mancini, giornalista de Il Messaggero, il primo a dare l’annuncio dell’ok di Etihad all’accordo con Alitalia.



Perché dopo tanti annunci la risposta ufficiale di Etihad non è ancora arrivata?

Per motivi procedurali, legati alle necessità dei vari attori coinvolti nella vicenda. Si tratta di leggeri ritardi che si verificano in tutte le situazioni di questo tipo. Come in ogni matrimonio in vista, c’è sempre un qualche dettaglio da mettere in ordine, o una pura questione politica per fare il botto mediatico prima o dopo.



Quali potrebbero essere le condizioni finali?

Questo non lo so, lo sapremo non appena avremo tutta la documentazione.

Uno dei motivi potrebbe essere anche che gli esuberi sono più alti di quelli preventivati?

Questo io non lo vedo, credo che l’accordo lo abbiano raggiunto su tutto. Non sarà facile perché è un accordo complicato, in cui ci sono tante cose da mettere a punto, ma a livello di macroproblemi è stato tutto risolto. Le banche hanno accettato di rinegoziare il debito, è stato costituito uno scudo per evitare che Etihad paghi i contenziosi del passato, e sugli esuberi il governo ha detto che farà la sua parte.



Potrebbe esserci anche la volontà del governo di non dare l’annuncio subito dopo le elezioni?

Sì, può essere anche quello, può esserci la volontà di aspettare un quadro politico più chiaro. Resta il fatto che questa è una trattativa tra privati, e se le due parti in causa si mettono d’accordo è comunque una questione privata. Etihad per Alitalia è un partner di grande rilievo, pieno di idee, soldi e voglia di crescere. Non conta quale governo mette il capello sopra l’accordo, perché le firme saranno quelle di due compagnie private.

 

E’ possibile un ruolo di Air Berlin nella vicenda?

Assolutamente no, Air Berlin è soltanto una partecipata nell’ambito delle alleanze, e fa parte dello scacchiere che Etihad sta costruendo in Europa. Ora faranno in modo di mettere a fattor comune tutte le flotte e le compagnie che gravitano intorno a loro, per avere un ruolo portante soprattutto nel Nord Europa.

 

Alla fine come si supererà il problema legato al fatto che Etihad non è europea?

Etihad acquisirà il 49%, rimanendo in minoranza, e quindi il problema sarà superato rimanendo sotto la quota stabilita.

 

L’accordo è veramente fatto o potrebbero esserci dei margini d’incertezza?

L’accordo è fatto, quantomeno nelle grandi linee. Mancherà forse la ciliegina sulla torta, ma l’intesa tra le due compagnie esiste. Almeno così dicono le fonti bancarie e degli azionisti di Alitalia. L’atterraggio di Etihad su Alitalia non è rinviabile, ed è quindi solo una questione di scelta mediatica per dare la massima rilevanza possibile all’evento.

 

Come cambierà il profilo di Alitalia nelle mani di Etihad?

Cambierà parecchio, perché l’obiettivo della compagnia emiratina è che Alitalia sia più sviluppata sul fronte delle destinazioni e delle rotte intercontinentali. L’obiettivo è quello di fare una compagnia a cinque stelle in cinque anni, di grande livello, di grande stile, sfruttando al massimo il brand del Made in Italy con la forza e la gioventù di Etihad. Le risorse in termini finanziari si sono tradotte in aeroplani di ultima generazione per fare concorrenza alle compagnie aeree mondiali. Alitalia ha tutto da guadagnare da una sinergia con Etihad, che rappresenta davvero una grande prospettiva.

 

(Pietro Vernizzi)