Dove si è ficcata la crisi? La crisi si scorge nel blocco del meccanismo dello scambio del mercato che ha reso l’offerta in eccesso e la domanda in decesso. Sta qui l’oggi; qui perdono tutti. Ieri, tutt’un’altra musica: le politiche di reflazione, di tutti i tipi, in tutte le salse, messe in campo per decenni, hanno alterato il meccanismo di formazione dei prezzi per far funzionare quello scambio necessario per tenere attivo il ciclo economico.
Orbene chi ha tratto vantaggio da quella manipolazione? L’economia! Già, l’economia però è l’ente; tra gli esseri che la organizzano, invece, chi ha intascato il malloppo? Quelli che fanno la spesa? Beh, se il reddito disponibile delle famiglie italiane nel 2013 torna ai livelli di 25 anni fa, come riferisce l’Ufficio Studi di Confcommercio, con un reddito disponibile pari a 1.032 miliardi di euro, rispetto ai 1.033 del 1988… Acqua, acqua!
Quelli che lavorano per fare merci e servizi? Beh, il Centro studi Unimpresa, sulla base dei dati Istat, dice che: “Superano i 9 milioni le persone in difficoltà in Italia. Ai disoccupati vanno aggiunte fasce di lavoratori con condizioni precarie: i contratti di lavoro a tempo determinato, quelli part-time, quelli a orario pieno; ci sono pure i lavoratori autonomi part-time, i collaboratori e i contratti a tempo indeterminato part-time”. Acqua, calda!
Ci sono infine quelli che con la produzione fanno profitto. Sono, c’è da scommetterci, tra gli High Net Worth Individual, coloro che possiedono asset da investire per 1 milione di dollari o più, al netto di residenza principale, collezioni, beni consumabili e beni di consumo durevoli. Nel mondo alla fine dell’anno passato erano 13,73 milioni, con una crescita del 15% sul 2012. I patrimoni disponibili agli investimenti di questi super-ricchi sono aumentati di quasi il 14% per raggiungere il record di 52.620 miliardi di dollari. È quanto ha rilevato il World Wealth Report 2014. Fuoco, fuoco.
Sbircia, sbircia, si scorge che anche l’Italia ha seguito il trend globale di crescita dei milionari, segnando una crescita degli Hnwi pari al 15,6%, un trend superiore alla media europea, e raggiungendo quota 203.200 nel 2013, rispetto ai 175.800 del 2012.
Bene, tra acqua, fuoco e fuochini fatui una domanda rimbomba prepotente: se chi lavora trova difficoltà a racimolare reddito, se quelli della spesa mancano del denaro sufficiente a farla, quelli del profitto per quanto ancora potranno approfittare di una congiuntura non più favorevole? Occorrerà fare attenzione, la strada del domani risulta lastricata da pietre d’inciampo!