La trattativa Etihad-Alitalia prosegue dopo il consiglio di amministrazione della compagnia italiana. Il nodo più difficile da sciogliere è la richiesta di Etihad di cancellare il debito da 560 milioni di euro. Le banche azioniste di Alitalia hanno proposto di eliminare un terzo dei debiti, pari a 180 milioni, e convertire in equity la restante parte. Resta poi anche il tema del ruolo che Linate e Malpensa avranno nei piani della compagnia emiratina. Ne abbiamo parlato con Oliviero Baccelli, professore di Economia e Politica dei trasporti all’Università Bocconi di Milano.
Che cosa ne pensa delle richieste di Etihad per quanto riguarda Linate e Malpensa?
Ritengo molto difficile modificare l’assetto regolatorio del sistema aeroportuale milanese. Già a suo tempo questo argomento è stato largamente discusso e dibattuto in tantissime sedi, anche giudiziarie, e di confronto con la Commissione Ue. Modificare le regole a Linate sarebbe tecnicamente fattibile con un banale decreto ministeriale in cui si cancellano tutte le norme precedenti. Si tratta però di un aspetto molto delicato perché la Commissione Ue deve in primo luogo verificare eventuali effetti sull’ambiente, e quindi questi aspetti devono essere documentati e si dovrebbe giustificare perché per 15 anni si è regolamentato l’aeroporto in un certo modo e poi non lo si fa più, tenendo conto che questo potrebbe portare a fenomeni di distorsione della concorrenza ed effetti ambientali non da poco.
In che senso lei parla di un rischio di distorsione della concorrenza a Linate?
Perché bisogna vedere quali aspetti dei regolamenti sarebbero modificati. Permettere di avere tutti i movimenti tecnicamente possibili, tutte le frequenze e tutte le destinazioni attivabili con tutti gli aeromobili, consente di attivare in modo molto importante chi è già dentro con gli slot che un tempo erano assegnati in tutt’altra maniera, e solo per determinate e specifiche rotte. Ci sarebbe quindi un problema legato alla gestione della fase di transizione e all’assegnazione dei nuovi slot.
Quale potrebbe essere la soluzione?
Così come è avvenuto in altri contesti, bisognerebbe impostare una sorta di commissione di gara giudicatrice degli slot migliori che sarebbero sicuramente richiesti da tantissimi altri soggetti che si troverebbero a operare da Linate. Soggetti che, per esempio, potrebbero avere interesse ad attivare rotte verso Zurigo, la Russia, la Turchia, Israele e altre destinazioni che in questo momento non sono tecnicamente raggiungibili a causa della regolazione cui è sottoposta Linate. Non credo che si riuscirà ad approdare a una soluzione di questo tipo, perché ciò comporterebbe effetti di distorsione della concorrenza che la Commissione Ue vorrebbe verificare nel dettaglio.
Che cosa accadrà invece a Malpensa?
Il tema su Malpensa è in realtà molto semplice, perché stando a quanto emerge dalle prime dichiarazioni il nuovo sviluppo lento e graduale di Alitalia nel lungo raggio avverrà principalmente su Fiumicino. Alitalia ha una quota su Malpensa del 6%, e quindi non conta quasi nulla sullo scalo varesino, e l’accordo Alitalia-Etihad potrebbe eventualmente portare a dei voli di Etihad da Malpensa ad Abu Dhabi.
Etihad chiede di risolvere il nodo del debito con le banche. Queste accetteranno di rimetterci altri soldi?
Purtroppo siamo arrivati alla soluzione finale senza poterla ridiscutere. Il bilancio 2013 di Alitalia non è ancora chiuso perché manca la possibilità di garantire la continuità aziendale, se non dovesse esserci a breve una forte ricapitalizzzazione. Questo tema non può essere discusso ulteriormente, perché le norme di bilancio implicano che entro la fine di giugno si debba trovare il modo per garantire la continuità aziendale. Alitalia senza una forte ricapitalizzazione non può riuscirci, e soltanto Etihad ha la forza per farlo.
(Pietro Vernizzi)