Oggi si terra l’assemblea dei soci di Alitalia. Nel frattempo in mattinata si chiuderanno le urne per il referendum tra i dipendenti relativo all’integrativo aziendale dal contratto di lavoro nazionale per il trasporto aereo. Al referendum hanno detto sì Filt-Cgil, Fit-Cisl e Ugl trasporti, mentre Uiltrasporti e le associazioni di categoria si sono opposte. Ne abbiamo parlato con Giovanni Galiotto, presidente di Anpac, l’Associazione nazionale piloti aviazione commerciale.



Perché avete scelto di non partecipare al referendum?

Il referendum riguarda agli accordi aziendali integrativi, quindi il prelievo economico. Noi il referendum lo vogliamo fare, ma siamo convinti che sia una cosa molto seria e che sia necessario organizzare delle assemblee con i lavoratori per informarli su quale sia l’oggetto del referendum.



Quindi a quel punto accetterete di votare?

A quel punto sì, ma il referendum deve anche avere una durata temporale tale da permettere a tutti di esprimere il loro voto. L’attuale referendum si estende su un arco temporale troppo corto e non dà la possibilità a moltissimi colleghi in giro per il mondo di essere presenti. Va anche detto che l’azienda si è ricordata di comunicare ai dipendenti che era in corso un referendum solo alle 21 di mercoledì, quando invece le postazioni erano state aperte alle 16. Ci sono diversi motivi per ritenere che questo referendum abbia delle palesi irregolarità.



Questo referendum è davvero essenziale per la trattativa di Etihad e che cosa è in gioco per i dipendenti?

L’unica cosa essenziale per la trattativa con Etihad è l’accordo quadro che è stato firmato da tutti i sindacati con l’esclusione di Cgil e Usb. La restante parte della trattativa si è svolta su temi che a Etihad interessano poco o nulla. A essere in gioco per i dipendenti è la possibilità di autodeterminare democraticamente le loro modalità di lavoro nel futuro. È quindi una questione di democrazia e non di autoreferenzialità come ho letto da qualche parte. Si tratta di lasciare la possibilità alle sigle che hanno iscritti di potere trattare, negoziare e decidere se un contratto va o meno bene. Il contratto nazionale è stato inserito impropriamente in questa trattativa su Alitalia.

 

Con quali obiettivi?

Abbiamo la sgradevole sensazione che sottenda il tentativo di togliere la rappresentatività e la possibilità per i lavoratori di essere iscritti in sigle diverse dal sindacato confederale.

 

(Pietro Vernizzi)