Nel contesto globale già sufficientemente drammatico descritto in un precedente articolo, è in atto una guerra finanziaria ed economica, sia all’interno del blocco petro-gas-dollarista sia nei confronti degli alter-dollaristi. La quasi Guerra fredda attorno alle responsabilità dell’abbattimento del volo civile MH17 è solo l’ultimo epifenomeno di una guerra che è principalmente finanziaria. Versioni e presunte verità di intelligence si contrappongono, con la Russia che si dichiara innocente ma accusa i golpisti di Kiev e gli americani che accusano la Russia per aver fornito armamenti e sostegno operativo agli ucraini filorussi utile per l’abbattimento. Finora, però, i russi hanno presentato delle prove che, per quanto taroccate, non hanno incontrato delle controprove americane credibili.



D’altra parte, senza prove verificabili ed evidenti, come si può credere alle parole di un’America che nel 2003 ha presentato dei sacchetti di borotalco per giustificare l’invasione dell’Iraq che era sospettato di avere delle temibili armi di distruzione di massa (mai trovate!), oppure che ha giustificato e aiutato l’orribile intervento che ha assassinato Gheddafi in Libia sul pretesto che possedesse armi letali, oppure che avrebbe voluto un intervento contro la Siria di Assad accusata di aver gasificato il proprio popolo (una strana assurdità!), e ancora che nel 1999 decise di bombardare Belgrado con l’aiuto del governo italiano di Massimo D’Alema in base a presunte colpe di genocidio compiute dai serbi (ancor’oggi non provate!)? Non va neppure dimenticato che l’America ha bombardato per anni una regione del Pakistan, usando dei droni, e poi ha massacrato un signore che ci è stato detto essere il temibile Bin Laden (il corpo fu gettato in mare!). E ancora, come credere a un’America che ha aperto carceri extraterritoriali nelle quali ha praticato la tortura e dove ancora tiene, dopo oltre 10 anni, persone detenute senza accuse chiare e senza processi degni di uno Stato civile?



Oltre alle solite questioni vere ma strumentali sui diritti umani, dal Tibet alle libertà omosessuali in Russia, non ci risulta che uno dei paesi alter-dollaristi, e in particolare i Brics, abbiano compiuto azioni tanto atroci come quelle americane per difendersi da ipotetici nemici. La narrativa sui Gulag è piuttosto sbiadita, ormai. Infatti, la narrativa anti-russa e anti-alter-dollarista ha portato l’Europa a una situazione paradossale. La Francia, l’Italia e la Germania hanno sviluppato forti relazioni culturali, politiche ed economiche con la Russia sin dai primi del ‘900. Anche il Regno Unito, per la verità, aveva flirtato con Stalin, ma poi ha cambiato campo. Ma non disdegna il fiume di danaro russo da riciclare nella lavatrice finanziaria della City e nell’immobiliare di Londra.



Oggi abbiamo il blocco dei nuovi paesi membri dell’Ue, quelli dell’oltre cortina, che sono i più feroci alleati americani contro la Russia, insieme alla Svezia. Il cuore dell’Europa continentale e meridionale è molto più moderato su questa questione. Quindi, da un punto di vista strategico, la “vecchia” Europa dei 6, quelli della Ceca, si trova accerchiata con a Est e a Ovest e a Nord dei “falchi” iper-petro-dollarizzati. Una situazione inedita, provocata se non addirittura voluta dagli Usa. In questo modo l’Ue non esiste più!

Le parole di Zbigniew Brzezinski, consigliere per la sicurezza nazionale durante la presidenza di Jimmy Carter e tra i più influenti consiglieri Democrats, sono state chiarissime: “L’Italia è un problema”! Nell’intervista rilasciata a Msnbc l’anziano ebreo polacco naturalizzato americano dopo la Seconda guerra mondiale ha anche chiarito che “si può andare avanti senza aspettare gli ultimi (l’Italia, ndr)”. L’eco ruggente delle parole feroci della Madelaine Albright, un’altra Democrat ebrea ungherese naturalizzata americana e già Segretario di Stato durante la guerra jugoslava, suonano come le campane a morto per l’Ue e per la sua inesistente politica estera. Insomma, un messaggio di fuoco contro l’Ue e di chi ne ha il semestre di presidenza, l’Italia. L’era Kissinger è finita da almeno venti anni! E con essa è finita anche l’Ostpolitick.

La guerra finanziaria americana contro gli alter-dollaristi ha avuto necessità di “disciplinare” l’Europa. Prima con gli effetti inizialmente (mal)celati della crisi finanziaria americana del 2006-2007, poi con l’esplosione del debito pubblico europeo manipolata dalle agenzie di rating americane e da ultimo con sanzioni di inusitata pesantezza nei confronti di banche europee. L’ultimo caso è stato quello della francese Bnp Paribas, che ha “dovuto” accettare un patteggiamento per una multa di 9 miliardi di euro (oltre un anno di profitti!).

Adesso, sorgono dubbi sulla tenuta delle banche tedesche. La Germania, con l’Italia, aveva tentato di rendere meno isterica la reazione americana contro la Russia, e quindi dev’essere punita. Infatti, come per incanto, circolano informazioni sulla possibile “esplosione” della Deutsche Bank. Quest’ultima sarebbe gravemente a rischio visto che ha una leva sul capitale sociale di 100 volte: il suo pacchetto di derivati sarebbe di 54,7 trilioni di dollari a fronte di 522 miliardi di dollari di capitale! La somma che Deutsche Bank avrebbe in derivati equivale a cinque volte il totale del Pil dell’intera Ue! Ma anche Unicredit, che è meno esposta della Bnp o della Deutsche Bank, è comunque la banca italiana più esposta nella Ostpolitik che a suo tempo vollero i D’Alema e i Fassino. 

La cautela ispirata dalla tradizione della Farnesina non paga più. La presidenza italiana dell’Ue è in un vicolo cieco. Ogni giorno perso potrebbe tradursi in “granate” finanziarie contro l’Italia, la Germania e la Francia. Una vera carneficina! Ricordiamoci che il Tesoro americano, tramite un suo speciale e riservato dipartimento, ha la capacità di contare su qualcosa come 35 trilioni di dollari, considerati come aggregato della capacità finanziaria dell’Occidente, mentre la Russia al meglio pesa circa 2 trilioni di dollari (poco più della California). È facile capire che mentre in Medio Oriente e in Ucraina c’è la guerra con le armi tradizionali, in Europa è scoppiata una guerra non convenzionale. Le spuntate armi di Draghi non potranno fare molto e gli addormentati dell’europeismo d’antan non capiscono, e non capiranno, neppure che cosa stia accadendo.

In queste condizioni non si tratta più di subire l’egemonia del dollaro, ma un vero e proprio dominio. I negoziati segreti e imposti per la conclusione del Ttip, del Tisa e dell’Acsa sono gli strumenti legali di accerchiamento, conquista e sottomissione dell’Europa. Se ciò non vogliamo, se ciò non possiamo accettare, allora dobbiamo resistere, da subito. Il costo sarà comunque alto, ma con la salvezza della dignità.

 

(2- continua)