Claudio Descalzi, da poco nominato amministratore delegato di Eni, risulta indagato per presunte tangenti che sarebbero state pagate al governo nigeriano in cambio della concessione di un campo di esplorazione petrolifera. A condurre l’inchiesta la procura di Milano, l’accusa è di corruzione internazionale. E’ coinvolta anche la Corte di Londra che proprio oggi ha effettuato un sequestro preventivo del valore di 190 milioni di dollari. Il sequestro è stato richiesto dalla procura di Milano: a essere colpito un intermediario nigeriano. La cifra corrisponderebbe a un quinto di quanto Eni avrebbe pagato nel 2011 quando Descalzi era direttore della divisione Oil. Al proposito l’azienda ha già diffuso una nota in cui viene ribadita l’estraneità a qualunque condotta illecita. L’accordo per l’acquisto del campo sarebbe stato condotto in modo regolare con il governo nigeriano e la società Shell. Intanto in Borsa il titolo Eni sta subendo perdite.



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