Il mutamento del sistema mondiale di potenza è in corso e la recente riunione di Cardiff della Nato ne è la manifestazione più plastica ed evidente. Gli Usa si fanno carico del 50 per cento delle spese di un sistema di sicurezza che fu creato per arginare l’ascesa dell’Urss in Europa nel secondo dopoguerra e che oggi ritorna a essere nuovamente di attualità non solo per la difesa del fronte sud del vecchio continente, ma in primo luogo per il contenimento e il contrasto della Russia di Putin. 



Tutti (Putin, gli Usa, la Nato e l’Europa a dominazione teutonico-nordica) pagano il prezzo della cecità diplomatica. La globalizzazione finanziaria non solo ha distrutto gran parte del patrimonio industriale europeo, ma ha alimentato l’utopia devastatrice delle tecnocrazie incompetenti di sostituire, con il mercato imperfetto ma dispiegato, anche la politica mondiale, ossia la diplomazia. Dopo il crollo dell’Urss, l’Europa e il mondo avevano bisogno di una nuova Yalta, ossia di un accordo diplomatico di largo raggio che ridesse stabilità dopo il crollo dell’impero sovietico e costruisse un sistema di sicurezza fondato su trattati e accordi commerciali forieri di una nuova Europa.



Ma l’incompetenza drammatica dei commissari europei ha lasciato spazio solo ai banchieri e al vuoto (uno spazio vuoto che non è paradossale, è invece il vero eterno nemico dell’ordine internazionale). Quel vuoto è stato ampliato dal crescente ritiro degli Usa dagli impegni di difensore dell’Occidente. Un ritiro che l’inverno delle primavere arabe ha trasformato in tragedia umanitaria e nel trionfo di un neo paganesismo travestito da scismi islamici che affondano le loro radici non nelle guerre dei Bush, quanto invece in alcuni secoli or sono, circa a metà del 1700 (non è questa la sede, ovviamente, per discutere questo punto). Scismi che ora ridisegneranno il sistema di poteri dell’Africa tutta e non solo di quella del Nord. 



La Nato torna per questo a essere decisiva, ma non può esserlo se perdura l’ordoliberismo teutonico nordico ossia l’austerità: occorre spendere, e spendere molto, moltissimo. Renzi l’ha capito e ha chiesto lo scorporo dal famigerato 3 per cento anche delle spese per il riarmo, indispensabili, se si vuol dare alla Nato quel ruolo di deterrenza per contenere Putin da un lato e distruggere lo stato islamico dall’altro. Il tutto deve naturalmente essere accompagnato da una grande iniziativa politico-diplomatica di ampiezza simile a quella che seguì la fine della seconda guerra mondiale. La Mogherini è chiamata a un compito che fa tremare i polsi e tutti debbono aiutarla a sostenere un peso così immane. 

La morale della favola sarà che la politica europea teutonica dell’austerità finirà per il potere delle armi. Facciamo in modo che tale potere, indispensabile alla pace, non sostituisca ancora una volta l’alto compito a cui è chiamata, oggi più che mai, la politica. Che è la virtu dei migliori.