Fed e Bce in campo per dare risposte ai mercati in una fase di difficoltà per l’economia mondiale. Da un lato la banca centrale americana si prepara a intervenire con il Fomc, il braccio operativo cui spetta il compito di fornire indicazioni sulla politica monetaria del futuro. Dall’altra la Bce lancia la prima asta di Tltro, con prestiti a tassi irrisori per le banche, purché queste ultime si impegnino a fare credito all’economia reale. Abbiamo chiesto un’analisi della situazione a Roberto Mazzotta, ex presidente di Cariplo e Banca Popolare di Milano.
Di che cosa hanno bisogno le banche europee per riprendere l’attività di erogazione del credito all’economia reale?
Gli elementi di cui hanno bisogno sono sostanzialmente tre. Il primo è una liquidità sufficiente, il secondo una dimensione patrimoniale che sulla base delle attuali regole permetta l’erogazione del credito e il terzo che ci sia una domanda di credito da parte di imprese che hanno livelli di rating e quindi garanzie di rischio sufficienti. Ciò è legato alle diverse realtà delle situazioni economiche che sono differenti nelle varie aree.
Ritiene che il programma Tltro della Bce risponda adeguatamente a queste esigenze?
L’intervento della Bce risponde pienamente all’esigenza di liquidità, parzialmente alle esigenze di dimensione patrimoniale sufficiente, mentre non risponde per nulla allo stato e alla qualità di chi richiede il credito. Nei Paesi Ue più deboli in diversi casi il credito non è richiesto per attività d’investimento, bensì per altre esigenze non sempre adeguate alla capacità di restituzione.
Che cosa accadrà quindi con l’intervento dell’Eurotower?
Questo intervento consente solo parzialmente di rispondere alle esigenze di patrimonializzazione. Con questi interventi ci sarà la possibilità di acquistare pacchetti di credito selezionati tra quelli che possono essere rilevati dalla banca centrale, e non i crediti peggiori. Ciò consentirà di diminuire il livello degli attivi e quindi di poterli ricostituire a parità di patrimonio. È però un elemento parziale rispetto ai problemi di un Paese come l’Italia, dove obiettivamente una parte rilevante del sistema bancario ha un livello di patrimonializzazione sufficiente per consentire una forte ripresa della dimensione degli attivi. I provvedimenti della Bce sono assolutamente necessari ma non sufficienti.
Come valuta invece il piano di acquisto di Abs da parte della Bce? È efficace e legittimo?
Se sia legittimo lo devono dire le autorità. La discussione sulla legittimità determinerà una selezione abbastanza rigorosa degli aventi diritto, che in questo portafogli possono essere acquisiti sulla base della qualità dei crediti. D’altra parte gli Abs sono certamente utili, perché aiutano gli intermediari a diminuire il livello degli attivi che offrono loro uno spazio per la ricostituzione. Anche in questo caso però, come dicevo prima per il programma Tltro, gli Abs sono utili ma non sufficienti.
L’unica risposta adeguata è quindi il quantitative easing in stile americano?
La Bce sta già facendo fin troppo rispetto al mestiere che deve compiere una banca centrale. In questa fase si chiedono alle banche centrali sforzi abbastanza impropri, la Fed ha fatto tanto e la Bce si è messa sulla sua strada, ma io ritengo che non tutto debba essere fatto dalle banche centrali. Il problema anche nell’Eurozona è verificare sulla base delle regole esistenti che il livello di patrimonializzazione sia sufficiente. Dopo una lunga crisi la patrimonializzazione delle banche va ricostituita. Negli Usa ciò è avvenuto con le nazionalizzazioni, in Europa occorre farlo attraverso altri strumenti come l’European Stability Mechanism e il Fondo Salva Stati, che possono avere come compiti anche quello di intervenire sulle patrimonializzazioni bancarie.
(Pietro Vernizzi)