Roberto Fico, deputato del Movimento 5 Stelle e presidente della commissione di vigilanza Rai si oppone alla riforma del canone per le frequenze televisive. Proprio ieri l’Agcom ha infatti dato il via libera alla modifica del piano di assegnazione delle frequenze per il servizio televisivo nelle aree locali. L’Agcom “ha ricercato le misure più idonee e tecnicamente adeguate, in modo da rispettare i business plan delle emittenti e generare i minori sacrifici possibili, nel pieno rispetto del principio di proporzionalita’”, si legge in una nota. Fico sostiene invece che la riforma va bloccata. Vediamo il perché. Il sistema adottato dall’Autorità garante andrebbe “da un lato a ridurre di gran lunga le entrate per lo Stato e dall’altro a concedere uno sconto consistente ai maggiori operatori del mercato televisivo, come Rai e Mediaset”, scrive il presidente su un post di Facebook. Si verificherebbe una perdita per lo Stato di 40 milioni di euro rispetto al 2013. Per un totale di 130 milioni in sette anni. Invece la Rai potrebbe risparmiare: “Nello stesso periodo, invece, la Rai potrebbe risparmiare più di 100 milioni e Mediaset almeno 80”. Ecco come: “Questo perché le emittenti non verserebbero più l’1% del fatturato come previsto attualmente, ma sarebbero le società controllate che gestiscono gli impianti di trasmissione (Rai Way per Rai ed Elettronica industriale per Mediaset, per esempio) a pagare un canone di meno di 10 milioni”. Insomma, seguendo il nuovo meccanismo, a pagare di più sarebbero le emittenti più piccole. “Ritengo sia inaccettabile”, conclude Fico. (Serena Marotta)



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