La vittoria di Syriza alle elezioni parlamentari in Grecia non ha provocato quel panico sui mercati finanziari che in molti si aspettavano. La Borsa di Atene nelle prime ore del mattino ha perso oltre il 5%, ma poi ha ridotto le perdire. Mentre la Borsa di Milano, dopo un inizio in calo, ha chiuso con un rialzo dell’1,15%. Anche il cambio euro/dollaro è andato in altalena, toccando nella notte il minimo a 1,1098, per poi risalire a 1,12. Ne abbiamo parlato con Alberto Bagnai, professore di Politica economica all’Università G. D’Annunzio di Pescara.



Che cosa cambia per la Grecia e per l’euro dopo la vittoria di Tsipras?

Nulla. Non era cambiato nulla neppure dopo che la Francia è andata a “sinistra” con Hollande, che aveva detto che avrebbe fatto cambiare atteggiamento alla Germania. Se non c’è riuscito un Paese potente come la Francia non è ragionevole aspettarci che ci riesca uno Stato oggettivamente più debole come la Grecia.



Le istanze greche sono un’illusione?

Sì. Il punto più importante del programma di Tsipras è quello che riguarda il mercato del lavoro, cioè di fatto l’abolizione delle riforme della Troika. Syriza in sostanza ha promesso di ripristinare le tredicesime e di aumentare gli stipendi. Tsipras sostanzialmente è come Grillo: va al potere facendo finta di essere contro l’euro, e poi cercherà di mantenerlo accontentandosi di qualche promessa demagogica sul modello del reddito di cittadinanza. Proprio come l’M5S, Syriza è cioè un partito populista di corto respiro che serve a sopire il dissenso.



Tra l’altro Tsipras non ha mai neanche detto di essere contro l’euro…

Il punto è che la macchina dei media europei ha fatto passare Tsipras e Grillo come se fossero due personaggi “contro”. Ciò nella realtà serve solo a organizzare e neutralizzare il dissenso. Gli ingenui sono convinti che adesso in Grecia si aprirà un discorso critico, ma di fatto non è così. Tsipras non fa paura a chi comanda in Europa perché è uno dei loro, non è qualcosa di esterno ma di interno al sistema.

Che cosa farà il partito di Tsipras?

Alla prova dei fatti Syriza, proprio come l’M5S, rientrerà nei ranghi e si scaglierà contro lo Stato, la corruzione e una serie di questioni che non sono alla radice del problema. La vera radice del problema è la finanza privata, come documentano in Italia i casi di Monte dei Paschi e Banca dell’Etruria.

 

Se Tsipras è uno specchio per le allodole, perché l’establishment europeo si è scagliato contro di lui?

Se l’establishment europeo non si scagliasse contro di lui, Tsipras non funzionerebbe come specchietto per le allodole. Ieri mattina l’apertura dei Tg ha parlato di crollo in borsa, quando Tokyo ha perso lo 0,25%, e di crollo dell’euro, che durante la notte è sceso di un centesimo dopo che negli ultimi sei mesi aveva perso il 25%. I media stanno inscenando questa idea di uno “tsunami” che non c’è. Anche le riunioni di emergenza dei vertici europei sono soltanto fasulle.

 

Se la soluzione non è Tsipras, di che cosa c’è bisogno?

Tutti sanno che è stato fatto un errore e perché è stato fatto. In pratica l’obiettivo era dare dei vantaggi al capitale finanziario a spese del lavoro dipendente e della piccola impresa. Tutti sanno inoltre che se questa situazione continua i vantaggi non ci saranno più perché si andrà incontro a una soluzione politicamente violenta della crisi. Nessuno però ha il coraggio di prendere l’iniziativa.

 

E se i tedeschi cogliessero la palla al balzo e ne approfittassero per uscire dall’euro?

Non credo che ci possa essere una qualche volontà tedesca di uscire dall’euro. Non vedo cioè all’orizzonte un governo di Berlino che possa prendere questa decisione. La Merkel ha già chiarito che della Grecia non le interessa nulla, e che questo dipende dal fatto che le banche tedesche sono rientrate dall’esposizione che avevano rispetto ai loro debitori greci.

 

(Pietro Vernizzi)

Leggi anche

SPY FINANZA/ Quei legami della Grecia con Russia e Cina di cui nessuno parla20 ANNI DI EURO/ Il fallimento europeo che può darci ancora anni di crisiSPY FINANZA/ I conti che costringono Uk e Grecia alla "imprudenza" sul Covid