«La Banca centrale europea è la sola istituzione che sta facendo delle scelte in grado di sostenere l’economia. L’Europa sconta gli errori di Merkel e Bundesbank e gli scandali legati a Volkswagen e Deutsche Bank. Mentre il governo italiano sta facendo aumentare pericolosamente il rapporto debito/Pil, senza per questo fare ripartire la domanda interna». È il commento del professor Francesco Forte, ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie. Ieri l’Istat ha diffuso i dati sul Pil nel terzo trimestre 2015, che registra un +0,9% rispetto allo stesso periodo del 2014 e un +0,2% rispetto al trimestre precedente. Secondo la Banca d’Italia, però, nel mese di settembre il debito pubblico è aumentato di 7 miliardi di euro raggiungendo quota 2.191,7 miliardi.
Professore, il +0,9% del Pil è il rialzo maggiore in quattro anni. Come valuta questo dato?
È un dato molto brutto, nonostante quello che si dica, perché rispetto al trimestre precedente si registra il +0,2%. La crescita acquisita fino al terzo trimestre è dello 0,6%. Senza un ulteriore sforzo di crescita nel quarto trimestre, non arriveremo al +0,9% annuale previsto dal governo.
Come si inserisce il dato italiano rispetto alla media europea?
A livello europeo è in atto un rallentamento del Pil, sceso dal +1,5% al +1,2%. Nel terzo trimestre in Europa c’è una flessione dello 0,4%, dovuta al fatto che la Germania si sgonfia e che la politica fiscale europea non ha agito sulla domanda interna e sugli investimenti. La responsabilità politica è tanto della Merkel quanto della Bundesbank, e a questo si aggiungono gli scandali di Volkswagen e Deutsche Bank. Nel quarto trimestre rischiamo di subire ancora la crisi, anche perché la politica economica del governo non ha dato la spinta necessaria.
Il debito intanto aumenta. Ritiene che questo problema sia stato sottovalutato?
Sì. Il governo fa l’espansione della domanda a deficit e poi non ottiene il risultato sperato. Con il rapporto deficit/Pil al 2,6% è preoccupate avere una domanda interna così debole. Anche se è fisiologico che nel terzo trimestre il debito salga, per poi scendere nel quarto quando è calendarizzata l’autotassazione. Il quarto trimestre dovrebbe dare più gettito Iva e maggiori trattenute. Resta il fatto che il rapporto debito/Pil a fine anno aumenterà.
Perché?
Perché se anche il Pil superasse il +1%, sarebbe comunque inferiore rispetto al deficit/Pil del 2,6%. Questa situazione è preoccupante, e a causarla è stata la politica keynesiana del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Per non parlare del fatto che Renzi è un ragazzotto di provincia che non sa nulla di economia e che il suo consulente, Yoram Gutgeld, non è certamente un economista.
Il giornale economico Handelsblatt parla di “miracolo a Roma”. I tedeschi hanno cambiato idea sull’Italia?
Non capisco questo giudizio. La ripresa dei consumi è un’invenzione del giornale tedesco, ma non è documentata dall’Istat. Abbiamo una modesta crescita dei prezzi degli alimentari, ma soltanto per un fatto stagionale, mentre i dati sulla produzione industriale mostrano che le aziende dei beni di consumo sono in flessione.
È una flessione che riguarda tutti i settori?
L’unico settore in espansione è quello delle auto, mentre tessile, abbigliamento e alimentari sono in calo. Dal momento che a contare è soprattutto la domanda interna, mi domando dove sia il “miracolo” di cui parla l’Handelsblatt. L’indice di inflazione acquisita è allo 0,1%, e questo è il segnale del fatto che non c’è una pressione della domanda.
A dicembre l’Italia potrebbe beneficiare di un taglio dei tassi e di un aumento del Quantitative easing (Qe) da parte della Bce?
Sicuramente sì. Meno male che almeno c’è la Bce, che è l’unica che sta facendo delle scelte sensate. I giornali continuano a scrivere che il Qe serve a poco, mentre in realtà serve moltissimo per evitare le crisi da deflazione e il crac derivante dalle monete indebitate. La Bce acquisterà più titoli di soggetti diversi dallo Stato, come Comuni e imprese. Se deve aumentare la quantità di acquisti, occorre diversificare e in questo modo la Bce alleggerirà l’economia dai suoi debiti.
Bruxelles sta facendo a sua volta la sua parte?
No. Sarebbe desiderabile che a Bruxelles si capisse che siamo in una congiuntura negativa e che dunque dobbiamo dare una sovvenzione alle banche, per esempio realizzando la bad bank. Se non si fanno queste operazioni di alleggerimento da parte dell’Ue, il Qe serve meno perché le banche non potranno erogare un credito sufficiente: sarebbe come mettere l’acqua in un tubo mezzo intasato.
(Pietro Vernizzi)