I mercati finanziari non hanno ancora valutato le conseguenze economiche dell’attacco jihadista contro la Francia e la minaccia contro Italia e Regno Unito perché finora i dati non ne hanno registrate. Non si tratta di cinismo, ma di analisi razionale: la scorsa settimana i principali indicatori economici (istantanei) non hanno mostrato variazioni connesse. Inoltre, è stata, paradossalmente, ben vista l’irruzione della priorità della sicurezza negli affari europei come fattore di allentamento del rigore depressivo delle euroregole in quanto giustifica un più ampio ricorso al deficit da parte degli Stati per coprire maggiori spese di sicurezza interna e militari, assimilabili a uno stimolo espansivo.



Poi va annotato che, in assenza di impatti evidenti, i mercati hanno privilegiato l’analisi dei comportamenti delle Banche centrali viste come i principali orientatori del ciclo economico, ricavandone ottimismo. Da oggi, tuttavia, le attenzioni dei mercati saranno maggiori sull’impatto economico dell’allarme terrorismo perché le misure di sicurezza in atto in alcune nazioni europee hanno la caratteristica di pesare sulla normalità dei processi sociali e commerciali, in particolare quelle prese in Francia e in Belgio.



Quindi si apre il tema di come difendere la sicurezza senza che le azioni di protezione inducano sfiducia economica. Ma si apre anche quello di come evitare che vi siano repliche degli attentati. L’economia è rimasta “tranquilla” la settimana scorsa perché non vi sono stati altri eventi. Se ce ne fossero, l’incertezza aumenterebbe improvvisamente intaccando il ciclo di ripresa in Europa.

La soluzione a questo difficile problema certamente inizia dalla creazione rapida di un organismo europeo integrato che coordini i servizi segreti e le polizie nazionali, che ora non esiste pur ampia la collaborazione tra nazioni per la sicurezza, allo scopo di aumentare la capacità di prevenzione e/o di alzare i costi per la preparazione di un attentato. In generale, più diventa visibile una compattazione europea e meno il sistema sarà vulnerabile a crisi di fiducia, anche se il Califfato riuscisse a portare qualche colpo.



Ora va annotato che tale compattazione è insufficiente sul piano della sicurezza interna europea e inesistente su quella della proiezione esterna della forza. La Francia è sola, pur coordinata con la Russia, nel contrattacco al Califfato che è la fonte della minaccia, la Germania silenziosa, Roma e Londra, le più minacciate, riluttanti, l’America assente e confusa. Questa frammentazione è la principale causa di incertezza futura.

 

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