«Germania e Commissione Ue devono capire che hanno tutto l’interesse a trattare con Tsipras, perché i greci sono allo stremo e se Syriza dovesse cadere andranno al governo i neonazisti di Alba Dorata». Lo afferma Luigi Campiglio, professore di Politica economica all’Università Cattolica di Milano. L’Eurogruppo dedicato alla crisi greca è stato un nulla di fatto e si è rimandato tutto alla riunione di lunedì. “Ci sono stati progressi ma non abbastanza per arrivare a una soluzione comune – ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem -. Serve prima una base comune politica e poi gli esperti potranno lavorare a quella tecnica”.



Come vede le ultime evoluzioni della crisi greca?

È una situazione gestita comunque in modo ancora non equilibrato, sia che si arrivi a un accordo, sia nel caso da scongiurare che la Grecia dovesse uscire dall’euro. A pagare gli errori, i privilegi e gli abusi sono le famiglie e i disoccupati. Ci troviamo di fronte a una situazione economica che è diventata emergenziale sul piano umanitario e civile.



A che cosa si riferisce quando parla di privilegi e di abusi?

La popolazione greca sta pagando gli errori della sua dirigenza politica passata. Atene ha avuto una storia recente destabilizzante per il ruolo che hanno assunto i maggiori detentori di ricchezze del Paese, che hanno contribuito a loro volta a peggiorare la situazione anziché a renderla più equilibrata. E così chi è davvero responsabile di questa crisi non la paga.

I responsabili quindi non vanno cercati a Bruxelles ma ad Atene?

Ci sono due categorie di responsabili. In primo luogo, la degenerazione della classe dirigente greca passata. Inoltre, questa mancanza di prospettiva politica e vorrei dire anche umana da parte dell’Europa e degli organismi internazionali che non vogliono vedere il fatto che ci troviamo di fronte a una crisi umanitaria. Chiudere gli occhi su tutto ciò è il prevalere dell’indifferenza, come direbbe Papa Francesco, di fronte alle sofferenze di milioni di persone. Quindi non si può certo dire che non ci siano responsabilità da parte di Bruxelles.



Lei che cosa ne pensa di Tsipras?

Tsipras è la punta emergente di qualcosa di molto più grave che è in corso in Europa. Mi riferisco alla tendenza che si sta manifestando ovunque, non solo in Grecia ma anche in Spagna e nella stessa Germania, e che va verso un’estremizzazione molto radicale della politica. Tsipras ha il merito di assorbire una spinta di disperazione che altrimenti andrebbe ad alimentare movimenti politici con rappresentanti che sono stati addirittura incarcerati, tra cui Alba Dorata. Nel momento in cui Tsipras dovesse cadere, ad andare al governo sarà Alba Dorata.

 

Passiamo alla crisi russo-ucraina. Quali possono essere le conseguenze economiche per l’Europa?

Un impatto indubbiamente c’è. Se non dovesse essere raggiunto un accordo politico di fronte a una situazione che sta diventando quasi una vera e propria guerra, le conseguenze sarebbero molto più accentuate, sia in termini di sanzioni sia di rimbalzi politici. Non dimentichiamoci che Putin gode al momento della stragrande maggioranza di consensi in Russia.

 

E quindi?

Europa e Stati Uniti dovrebbero avere molto equilibrio diplomatico nel convergere verso una soluzione di pace. A Mosca non c’è un leader che va a fare la guerra indipendentemente da quello che pensano i suoi cittadini. I russi ormai cominciano a guardare al mondo occidentale con ostilità, e questo è un fatto che può certamente avere un’influenza non benefica.

 

In che modo ne risentiranno le imprese e l’economia italiane?

Tutte le misure dettate dall’Occidente hanno avuto finora una contropartita uguale e contraria attraverso un contingentamento da parte russa. Se la Russia dovesse effettivamente tagliare i suoi rapporti, certamente sarebbe danneggiata al suo interno, ma sarebbero danneggiate anche l’Italia e prima ancora la Germania.

 

(Pietro Vernizzi)

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