Un italiano su tre ritiene che l’adesione all’euro abbia comportato solo complicazioni e che la moneta unica dovrebbe essere abbandonata. E’ quanto emerge da un sondaggio di Ilvo Diamanti per Repubblica, secondo cui il 53,8% degli intervistati ritiene che l’euro stia creando qualche complicazione ma sia un vantaggio per l’Europa, mentre per l’11,1% ha prodotto e produrrà solo vantaggi. Dal confronto tra Paesi emerge che gli euroscettici sono il 30,5% in Italia, il 36,8% in Germania, il 24% in Spagna e il 22,7% in Francia. Ne abbiamo parlato con Claudio Borghi Aquilini, responsabile economico della Lega nord e candidato alla presidenza della Regione Toscana.
Che cosa ne pensa del sondaggio di Ilvo Diamanti?
Sono dati un po’ bassi, nella realtà i sentimenti euroscettici sono più forti: in Italia le persone contrarie all’euro dovrebbero essere il 90%. Ormai sta diventando chiaro a tutti che non ci sono vantaggi mentre gli svantaggi sono molto numerosi. Alla perdita di competitività dell’industria, e in generale dell’economia, si aggiunge l’obbligo di pagare per altri Paesi come la Grecia.
Lei è contrario ai trasferimenti italiani verso la Grecia?
I trasferimenti monetari possono avere senso, anche se non mi piacciono, soltanto se avvengono da Paesi che stanno avendo dei vantaggi verso Paesi in crisi. Il trasferimento monetario tra Paesi in crisi è una novità assoluta e può succedere solo in Italia.
Come si spiega che in Germania gli euroscettici siano ancora più numerosi?
La motivazione è probabilmente legata al fatto che si stanno accorgendo che non vale più la pena restare nell’euro. Finora Berlino si è presa tutti i vantaggi, senza mia pagare niente a nessuno. Ora che si tratta di tenere in piedi con prestiti diretti Paesi che altrimenti collasserebbero come la Grecia, ai tedeschi viene la tentazione di lasciare l’euro. In questo modo si tengono i guadagni, rinunciano al vantaggio competitivo, ma almeno non sono costretti a pagare per altri.
Il problema è l’euro o l’Ue?
Le due cose sono complementari, anche se l’Ue senza l’euro ha un volto differente. Vantaggi e svantaggi sono molto più sfumati nel momento in cui ci si trova in un’area di libero scambio con accordi comuni, ma si ha una moneta competitiva. Resta il fatto che anche chi si trova nell’Ue ma non nell’euro sta pensando che ormai è più uno svantaggio che un vantaggio. Se nel Regno Unito si andasse a votare sulla permanenza o meno nell’Ue, probabilmente vincerebbero quelli favorevoli all’uscita.
La Lega nord è anti-euro o anti-Ue?
Nel programma della Lega nord si propone per il momento di restare nell’Ue senza l’euro. Nel caso in cui dovesse comunque essere una condizione svantaggiosa a causa di regolamenti assurdi e leggi approvate con il preciso intento di danneggiare le nostre imprese, non esiteremmo a uscire comunque dall’Ue.
Che cosa ne pensa invece dei risultati della trattativa greca?
Sono l’ennesima dimostrazione del fatto che l’Ue si basa solo su trasferimenti e risoluzioni. I trasferimenti sono concessi solo a condizioni del tutto a favore del creditore. Chi come Tsipras si illude che basti andare a Bruxelles e pretendere più soldi, si sbaglia di grosso. L’unico argomento di trattativa possibile può riguardare il fatto che si esca dall’euro.
Come valuta la posizione del governo greco?
Una posizione ambigua come quella di Syriza, in base a cui si sceglie di rimanere nell’euro ma di chiedere più soldi, è inevitabilmente destinato all’insuccesso. Il fatto che l’Italia spalleggi questa posizione della Grecia è una contraddizione incredibile. Atene rimane nell’euro e quindi diventa un Paese strutturalmente sussidiato, un po’ come le Regioni del Sud della Penisola. L’Italia dovrebbe essere la prima a dire che questa posizione è inaccettabile.
Perché Tsipras non ha il coraggio di uscire dall’euro?
Tsipras non ha mai detto che voleva uscire dall’euro. Si è presentato con una candidatura e delle motivazioni uguali a quelle di qualsiasi governatore di una Regione del Sud Italia con l’obiettivo di avere più soldi per il suo territorio. L’unica cosa che può fare pesare in una trattativa è però la minaccia di uscire dall’euro, per il resto non ha alternative. Se ricorresse alla minaccia di non pagare il debito, a quel punto sarebbe Bruxelles a cacciare la Grecia.
(Pietro Vernizzi)