«Quello raggiunto da Grecia e Unione europea è un accordo realistico che dovrà essere ben gestito. Bisognerà vedere come sarà applicato, ma è certamente meglio dell’uscita dall’euro come pure della pura e dura continuazione dell’austerità». Lo afferma Teodoro Andreadis Synghellakis, giornalista di Alpha Tv e autore del libro-intervista a Tsipras pubblicato da Bordeaux Edizioni con il titolo “Alexis Tsipras. La mia sinistra”. L’altra notte il governo greco ha inviato all’Eurogruppo una lettera con la lista delle riforme che intende realizzare nei prossimi mesi, e su diversi punti il premier Tsipras è stato costretto a fare retromarcia.



Syriza ha dovuto rinunciare in toto alle promesse contenute nel suo programma?

No, il governo Tsipras si impegna a mantenere comunque il primo pilastro del programma, quello relativo agli interventi per rispondere alla crisi umanitaria. Questi includono pasti gratuiti per le persone senza reddito o a bassissimo reddito, la possibilità di avere i trasporti pubblici gratuiti, una politica per le case popolari, la tredicesima per gli anziani con le pensioni minime. Sono gli impegni del governo per cercare di fare rientrare i dissensi di queste ore sull’accordo di venerdì e sulle rigidità della Troika. Tsipras punta a coniugare una politica di riforme con una piattaforma sociale immediatamente necessaria per la realtà quotidiana greca.



Secondo lei, è un buon accordo o un compromesso al ribasso?

È un accordo realistico che dovrà essere ben gestito. Dal momento che ad Atene c’è un governo di sinistra, con una base sociale che supera i voti pari al 36% presi da Syriza alle ultime elezioni, ci vogliono delle forti misure di sostegno alle classi più deboli, altrimenti il risultato delle elezioni non ha alcun senso. Penso che Tsipras farà di tutto per riuscire a dare dei segnali concreti a chi lo ha votato.

Come valuta il modo in cui la Germania ha gestito questo negoziato?

Ritengo che ci voglia più elasticità, tanto più in un momento in cui nella stessa Germania ci sono dei dati economici negativi. Per ripartire l’Europa Mediterranea ha bisogno anche di un sostegno alla propria economia, perché con la sola austerità non si va da nessuna parte. Se c’è la volontà politica, si troverà sicuramente il modo per attuarla dal punto di vista economico. Come dicono anche molti osservatori italiani, la questione è far riguadagnare dignità alla politica, dando alla sua voce eguale forza rispetto all’economia e all’apparato finanziario.



Come sta rispondendo l’opinione pubblica greca al modo in cui Tsipras porta avanti la trattativa?

È inutile nasconderlo, ci sono state delle critiche da parte dell’ala sinistra di Syriza. Ieri Tsipras ha parlato con alcuni esponenti del partito in una riunione della segreteria politica. Ora dirà che ha cercato di fare delle mosse per riuscire ad arrivare alla firma di un accordo. L’obiettivo è un cambio di rotta rispetto all’austerità del passato. Dopo avere analizzato questo accordo, l’opinione pubblica capirà che per la Grecia è un passo in avanti e che anche l’Europa in futuro non vorrà perseguire solamente la via ragionieristica dell’imposizione dei tagli.

 

La via tracciata da Tsipras potrebbe essere seguita anche da Podemos in Spagna?

È proprio questa una delle paure della Germania e dello stesso Rajoy in vista delle elezioni spagnole. È un’ipotesi realistica, anche se Syriza viene dalla sinistra tradizionale mentre Podemos viene dal movimento delle piazze. Ad accomunare i due partiti è però la volontà di controbilanciare l’onnipotenza del potere economico e finanziario. Ma soprattutto l’intenzione di mettere in primo piano i bisogni quotidiani dei cittadini che si trovano privi di lavoro, di reddito e di assistenza.

 

L’ipotesi di un’uscita della Grecia dalla Nato è soltanto pura fantascienza?

La Grecia ha dovuto ampliare il suo spettro di colloqui e di contatti alla luce di una certa rigidità iniziale di alcuni membri dell’Eurogruppo. Non però credo che la Grecia uscirà dalla Nato. Ci potrebbero essere degli approcci critici da parte di Europa e Usa per quanto riguarda le aperture di Atene a Mosca, ma questa è normale dialettica fra alleati. La mia speranza per il futuro è che la Grecia rimanga nell’Eurozona, ma con un euro che non sia agganciato soltanto agli interessi della Germania.

 

(Pietro Vernizzi)

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