Aumenta la fiducia dei consumatori: l’indicatore Eurostat di Bruxelles misura 1,8 punti a quota -6,7 punti rispetto a gennaio nell’Eurozona e di 1,4 punti a quota -4,4 punti nell’Ue. Che razza di fiducia è mai questa? La fiducia ancora sfiduciata insomma; è in crisi l’ottimismo, dilaga il pessimismo: ce n’è ben donde. E già, le emozioni fanno i conti con le ragioni poco emozionanti del portafogli smilzo. Con redditi insufficienti, risparmi al  lumicino e debiti che si profila superino il livello di guardia, dove possiamo andare?



Un meccanismo economico-produttivo che genera il 60% della ricchezza mediante il consumo delle famiglie e che trova modo di potersi sostenere sulla fiducia mostra segni di fragilità sorprendente che riverbera a catena i suoi effetti.

Se la mia fiducia pone un freno al consumo, sfiducia l’imprenditore a investire; stessa sfiducia dai trader di borsa a investire sulle azioni di quell’imprenditore; sfiducia quelli del capitale finanziario a fare i loro investimenti su quell’azienda; sfiducia che si propaga agli esattori delle tasse perché avranno meno introiti da esporre.



Credete che i “sottoposti” stiano meglio? Sono sfiduciati come consumatori figuratevi quale ottimismo avranno sul proprio domani lavorativo. E i politici, sfiduciati anch’essi, da tutti quelli che avevano riposto fiducia nella loro capacità di gestire la fiducia dei consumatori. Ci siamo dentro tutti. Pure tutte  le implicazioni di sistema. Un gran casino!

In fondo a questo buio una luce, ancora fioca ma vivida, quella nelle mani del nuovo consumatore;   quello professionista, bello, aitante, pieno di sé; quello che sa usare le proprie passioni come una risorsa, che sa estrarre  forza dalla debolezza, che sa fare di necessità virtù; perfettamente in grado di cogliere il valore di mercato della sua fiducia e darle un prezzo.



Fiducioso che la sfiducia di tutti abbia alzato notevolmente il costo del suo ottimismo; fiducioso che ci sarà qualcosa o qualcuno in grado di dargli  conforto e sprone. Questa capacità professionale occorre mettere in campo per uscire dall’empasse.

La fiducia dei consumatori, ganglio vitale del meccanismo economico, mostra un valore inestimabile; va coltivato il senso di affidamento e di sicurezza che sostiene tale fiducia; va curata, coccolata, adulata e perché no ricompensata e vivaddio pure remunerata!

Mettiamo la nostra fiducia a reddito. Rimpingueremo le nostre asfittiche casse; il livello della nostra esistenza troverà conforto. Faremo espandere l’economia e ringalluzzire il Pil, il meccanismo produttivo tornerà fluido e a tutti il sorriso.

Nell’attesa, che tutti gli agenti economici prendano atto dell’ineluttabilità del non potersi sottrarre a tal remunero, buona Pasqua.