Ogni tanto succede che qualcuno si sveglia, esce dal sonno e scopre l’acqua calda. Mi riferisco a un recente articolo apparso sul quotidiano Repubblica nel quale l’autore “scopre” che ogni anno in Italia le banconote da 500 euro entrano nelle banche in valore per circa 10 miliardi. Vengono depositate, ma non ne sono mai uscite, poiché il sistema bancario italiano ha distribuito tali banconote per una cifra irrisoria. Non in tali volumi. In particolare, il valore delle banconote depositate è pari a circa cento volte a quelle distribuite dal sistema bancario italiano.
Ovviamente viene in mente il fatto che siano i profitti di traffici illeciti, di cui non si voglia lasciare una traccia visibile, qualcosa che metta in comunicazione un venditore con un compratore. Flussi di denaro che vengono dall’estero per traffici illeciti (droga? armi?) e che vengono depositati in Italia. Un flusso che continua “anche se la legge richiede che le banche segnalino le operazioni sospette. E anche se nel frattempo gli sportelli hanno praticamente smesso di distribuire banconote di quelle dimensioni”, come nota l’autore dell’articolo sopra citato. E hanno avuto pure la faccia tosta di titolarlo “L’ombra di un mega riciclaggio”. Ma come l’ombra? Più solare di così, cosa si pretende?
Eppure è una storia vecchia, già da me raccontata qualche anno fa. Infatti non si può fare a meno di ragionare (chi voglia ragionare, ovviamente!) riflettendo sul fatto che tali banconote hanno una origine ben precisa, cioè il sistema delle banche centrali, a partire dalla Banca centrale europea presieduta da Mario Draghi. E cos’ha combinato la Bce con le banconote da 500 euro in questi anni. Lo vediamo da un grafico (riportato a fondo pagina) tratto proprio dal sito della Bce.
Come si vede chiaramente, il numero delle banconote da 500 è cresciuto in modo spropositato in questi anni, di oltre il 600% dall’anno dell’introduzione dell’euro come moneta unica. E per quale motivo lo hanno fatto? Mistero. Anche perché, alle sollecitazioni di diversi parlamentari europei (pure italiani, tra gli altri anche il leghista Borghezio) l’ex commissario europeo per gli Affari monetari, Olli Rehn, ha glacialmente risposto “non sono affari vostri” (ha detto testualmente che le competenze di tale materia sono della Bce, che decide in maniera autonoma). Ma le forze di polizia di tutti i paesi sanno benissimo che l’uso di tali banconote è legato a operazioni della malavita organizzata.
Pure alla Banca d’Italia è stato prodotto un rapporto riservato (però poi pubblicato da Bloomberg) che rilevava la preoccupazione per la larga diffusione delle banconote da 500 euro. Anzi, dal 2010 i commercianti inglesi (che normalmente accettano gli euro) rifiutano le banconote da 500 euro, avvertiti dai servizi di indagine finanziaria del loro Paese. Eppure la Bce, nonostante le numerose proteste e interpellanze di parlamentari europei, non risponde e stampa. Del resto, la Bce non deve rispondere ai parlamentari; anzi la Bce non risponde a nessuno, poiché non esiste un organo europeo di controllo della Bce.
Eppure non esiste alcun Paese al mondo tra le maggiori economie nel quale la banca centrale stampi banconote di taglio superiore al 100 (dollaro usa, dollaro canadese, franco svizzero, dollaro australiano, ecc.). Fa eccezione il Giappone, dove il taglio massimo è di 10.000 yen, il cui valore però è di circa 77 euro.
A questa notizia se ne aggiunge un’altra davvero preoccupante per il futuro dell’euro. Le banche centrali di tutto il mondo stanno drasticamente riducendo i loro depositi in euro. Il motivo è ovvio: il perdurare della crisi in Europa lascia pensare che la creazione di moneta da parte della Bce continuerà a lungo e forse aumenterà. Questo porterà a una pesante svalutazione dell’euro (già in atto) e quindi a una diminuzione del valore di tale moneta. Questa svalutazione porta un danno ai bilanci delle banche centrali, che se ne stanno disfacendo. Quindi anche tali istituzioni stanno abbandonando l’euro.
E pensare che c’è ancora chi, come Mario Draghi, si lamenta del fatto che i partiti ostili alla moneta unica continuano ad aumentare nei sondaggi e nelle elezioni. La fine dell’euro si avvicina. Sarà bene prepararsi. Magari iniziando a stampare una moneta nostra.