La situazione tra Grecia e Unione europea ha decisamente assunto una nuova e sostanziale modificazione di atmosfera. Le questioni devono ora prendere un aspetto tecnico e non politico. Ed è stata Angela Merkel a dare il via a questa nuova filosofia e gli altri come Moscovici, per esempio, più realisti del re, hanno dato perfino un lusinghiero giudizio positivo sulle proposte greche. Ecco la nuova atmosfera. I greci – si dice – presentino pure tutte le loro proposte. Non vi è fretta. Occorre meditare e rimeditare. L’importante – mi pare si dica a bassa voce – è evitare ogni panico. Ma ben s’intenda: non tanto o non solo in Grecia, ma in primis nelle cancellerie europee e ancor di più nelle opinioni pubbliche europee. Guai ora ad alzare la voce, guai a incitare i greci ad abbandonare condotte “riprovevoli”!
Wolfgang Schauble è stato ripreso e bacchettato dalla Cancelliera per antonomasia e anche gli esponenti nordico-teutonici hanno smorzato i toni. Del resto la Finlandia è entrata in recessione e nubi oscure si addensano anche sui paesi baltici Ma c’è di più, come dicevo: ci sono non tanto le opinioni pubbliche, ma le masse che possono trovare una saldatura con le cancellerie spagnole o portoghesi, scatenando il gioco dell’invidia nazionale di coloro che sacrifici hanno fatto e ora vedono altri popoli, ossia i greci, non farli.
Sappiamo che il popolo greco è allo stremo, ma l’invidia e l’egoismo nazionale vanno di pari passo con le menzogne e le calunnie dei fautori dell’austerità e la calunnia è un venticello che via via si gonfia ed esplode… Invece in Europa ora nulla deve esplodere. Ecco la mia teoria dello sbadiglio anziché del Big bang: tutto deve smorzarsi ed essere dimenticato. Altrimenti che si dovrebbe dire della Francia? Dell’Europa la république, diciamolo, se ne stropiccia, e il “je m’en fous” è il motto prediletto. Eppure la Francia è la sola con la Germania a negoziare i passaggi più difficili del problema greco.
Ecco allora la soluzione di cui si parla ormai apertamente: non si decide nulla, né ora, né… troppo presto; Juncker lo ha detto chiaramente: “Devono lavorare sul piano greco le istituzioni e ci vorranno settimane”. Ecco disinnescata la miccia: la bomba Grexit non esploderà. Tutti fermi, tutti calmi: è un problema tecnico e non politico. Ecco la nuova versione e guai a chi racconta un’altra storia.
Certo, dietro il paravento c’è la questione dei rapporti con Putin, c’è la questione dei nuovi rapporti nella Nato che gli Usa hanno sollevato chiedendo ai tedeschi un forte impegno militare extraeuropeo. Insomma, un grande disordine e contraddittorie pressioni. Tutto si tiene tuttavia, perché il grande Vulcano, ossia il povero e afflitto Mario Draghi, nella sua fornace continua a lavorare tra i carboni ardenti.
Infatti, in attesa del pronunciamento che dovrebbe arrivare in settimana, la Bce si appresta a dare il via libera a un aumento della liquidità d’emergenza disponibile per le banche greche di 1,3 miliardi, portando il meccanismo Ela a 87,2 miliardi di euro. Così si può esaminare la proposta del premier greco Alexis Tsipras. Sono i tecnici al lavoro, ma senza fretta: il presidente della Bce, Mario Draghi, il direttore del Fmi, Christine Lagarde, e il Presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Siamo certi che ci penseranno tutto il tempo. Il tempo idoneo a far ragionare i creditori e a smorzare le richieste, il tempo che viene prima del sonno. Sarà un sonno angoscioso e pieno di incubi o un sonno liberatore?