Vienna, Karl Marx Hof. In piena estate prendi Hans, sociologo impenitente ma tentennante, mettilo accanto all’altro Hans, comunista fuori tempo massimo, fai vedere loro la prima pagina di “Augustin” [], mostra loro il titolo dell’editoriale: L’eccesso di spesa, cagione della crisi del debito! Spronali a dire. Incalzati si arrabbiano: “E già, mai satolli”; “Macché, infami invece, alla faccia di chi non può!”. Presi come sono a maledire, rivangano il passato, fanno le pulci al presente, vedono gramo il futuro e, senza andare troppo per il sottile, lo dicono: “Spendono più di quel che possono / Sono grassi e sprecano pure il 30% degli alimenti che comprano / Già, e quelli che vestono alla moda che passa di moda? / Vero, ma non solo, ci stanno pure quelli che per andare da qui a lì comprano addirittura un Suv, magari a rate”.



Mentre rigurgitano le loro credenze di scuola, li scuoto: che meraviglie Signori, ci risiamo, vi lamentate del consumatore incoronato da Mises? Si sa il Re fa il re, con o senza portafoglio! D’accordo, non vi sta bene Mises. Forse è meglio un keynesiano doc, Keynes, che non le manda a dire quando urla: “La mia spesa è il vostro reddito!” Giust’appunto il vostro, così come il mio e quello di tutti. Senza farla troppo lunga: tanta spesa, tanta crescita, tanto reddito!



Sì, perché se il lavoro lo dà l’impresa, il reddito lo paga chi fa la spesa. E poi occhio. Tutta ‘sta spesa ci affranca dal bisogno. Sì, insomma non ci prenderanno per fame. Anzi, per non continuare a fare debito, potremo addirittura acquistare meno senza soffrirne. Un’occasione da non perdere. Daje, tirate fuori quello che avete in corpo, occorre saper gestire lo spazio che sta tra il bisogno e l’affrancamento. Tatatà: il magistero sociologico hanziano, istituito contro la seduzione, sta lì per quello. Pure quello socialista che, della sobrietà del bisognoso, ha fatto virtù. Ci metto un pizzico di pedagogia economica: in quel “mai satollo” sta la forza, altro che debolezza.



Pronti? Via! Ai sedotti: abbandonate la spesa di passione ed emozione; date un bacio, guardate un bel tramonto sono pasti gratis. Non male! Come a quelli in sovrappeso toccherà ridurre la spesa alimentare. Così verrà a mancare pure quella del fitness. Per quelli in, alla moda, c’è un modo: l’orgoglio out. Il 3×2 acquistato in tre si fa ancor più conveniente. Se baratto l’usato lo riusano. Io uso il loro. Beh, se con una fava si possono acchiappare due piccioni, con la spesa ai “saldi” pure tre.

Ok, così si risparmia, si può pure guadagnare però: con Airbnb, Uber, Blablacar si fa addirittura profitto. Mettono a disposizione piattaforme internet che consentono di trasformare i beni di consumo durevoli (per chi affitta, nei weekend, la casa al Karl Marx Hof fa il prezzo pure la Storia), magari sottoutilizzati, in beni di investimento da mettere sul mercato. Si incassa gente: guadagna l’offerente, risparmia il richiedente. Tutti e due rimpinguano il borsellino.

[1] Il più famoso giornale di strada di Vienna. Nato nel 1995 da una cooperativa di assistenti sociali e giornalisti, Augustin è diventato nel corso degli anni il giornale di strada con la più alta tiratura nei paesi di lingua tedesca, di 30.000 copie. La rivista viene venduta da circa 450 persone con difficoltà economiche o impossibilitate a lavorare, come per esempio senza tetto, disoccupati di lungo periodo o  persone richiedenti asilo politico. La metà del prezzo di copertina (€ 2,50) va direttamente al venditore.

Alt! Tempo scaduto, nel tempo di Twitter, sennò ci bannano. Sì, cari virtuosi, ci tocca la temperanza. Cosa mi tocca dire! Comunque, finito il tempo delle dritte sapienti, dei propositi, con quelli del condominio tocca fare opera d’ingegno e pure in fretta. D’ ingegno, con quelli del condominio dici? Beh come dite voi a Milano: “faso tuto mì”!

Va e torna, tira fuori un elenco con nomi e indirizzi: Sandleriten, Matteotti, Winarsky, Babel, Professor Jodl, Reisman, Somogyi, Reuman, Metzleinstaler, Herweg, Karl Seitz, George Washington, Speiser. Sapete chi è tutta ‘sta gente? Altri “Hofe”, cugini di questo dove stiamo. Altri condomini. Ci abita tutta brava gente, pure borghesi medi e piccoli, salvo nel penultimo che è d’altra razza, con la puzza sotto il naso. Conosco i caposcala, stanno già all’erta.

Stai dicendo che faranno pure loro quel che s’ha da fare per convincere quei 40.000 che passano per quelle scale a stare al gioco? Beh, te ne accorgerai quando i bottegai viennesi ti intaseranno la cassetta della posta con offerte scontatissime. Altro che Groupon. Fermi, fermi, Noi non acquistiamo. A noi tocca fare “Domanda”, a chi fa commercio tocca acquistarla. Sì, perché hanno più bisogno loro di vendere che noi di acquistare!

Non è un vanto, ma un Business Plan []: “I consumatori fanno impresa”. Dategli un’occhiata, c’è tanto lavoro da fare e….di questi tempi! E già, a Vienna, si sa, quando una cosa può accadere, accade.

 

[2] Mauro Artibani, La domanda comanda, verso il capitalismo dei consumatori, ben oltre la crisi. Aliberti editore, pag 201.