«La legge di stabilità è uno strumento inutile, perché con i vincoli europei è impossibile rilanciare l’economia. L’unica misura positiva è l’abolizione della Tasi sulla prima casa, in quanto qualsiasi tassa per essere equa deve essere collegata al reddito». Lo evidenzia il professor Claudio Borghi Aquilini, responsabile del dipartimento Economia della Lega Nord e consigliere della Regione Toscana. Nei giorni scorsi si è parlato di una manovra da 25 miliardi di euro, anche se i contenuti esatti dovranno essere decisi dopo la pausa estiva. La nuova manovra si inserirà comunque in un panorama di crescita. Come rilevato dall’Istat nel secondo trimestre 2015 il Pil italiano è cresciuto dello 0,2%, mentre secondo Moody’s nel 2016 l’incremento sarà pari all’1%.



La nuova Legge di stabilità si inserirà in un panorama di crescita?

Queste previsioni non hanno alcun valore, soprattutto se formulate oltre l’orizzonte annuale. L’attuale ottimismo dipende solo dal persistere di una favorevole congiuntura internazionale. Il mercato sembra tuttora ignorare la situazione legata alla Cina, ma è possibile che quest’ultima determini un calo della domanda internazionale ancora più pronunciato rispetto a quello cui stiamo assistendo attualmente.



Come ritiene che debba essere scritta la Legge di stabilità?

All’interno delle regole europee non c’è molta scelta, anzi sarà necessaria una stretta piuttosto severa. I numeri previsti per l’anno prossimo sono vincolati a Six Pack, Fiscal Compact e pareggio di bilancio. D’altra parte per fare ripartire l’economia ci sarebbe bisogno di manovre espansive. Finché però questa ipotesi non sarà presa in considerazione c’è poco da fare. L’esperienza della Grecia ci fa capire che in Europa non ci sono margini di flessibilità.

Lei vuole dire che la Legge di stabilità è uno strumento inutile?



Sì, in quanto i margini sono fortemente limitati. L’Italia dovrebbe essere lasciata libera di attuare politiche economiche anticicliche. Peccato che non sia così, anche se poi altri Paesi sono liberi di violare a piacimento le regole europee.

Ritiene che lo debba fare anche il governo italiano?

Il governo italiano potrebbe ignorare le regole europee per introdurre forti detassazioni a deficit. È quello che farei io se mi fossi data la possibilità di scrivere la Legge di stabilità come meglio credo. Questo senza prevedere alcun tipo di copertura, in quanto sono ragionevolmente certo del fatto che la copertura verrebbe poi dall’espansione economica. È a questo che dobbiamo pensare se vogliamo che anche in Italia ci sia una ripresa che non dipenda esclusivamente dal traino di altri Paesi.

Resta il fatto che il Pil italiano sta crescendo…

È inutile mettere la testa sotto la sabbia. In questo momento siamo a un livello positivo di crescita del Pil, e per la prima volta dopo molto tempo potremmo chiudere l’anno con il segno più. Ma la nostra leggera crescita, se paragonata con le principali economie mondiali, è ancora molto faticosa. Se quindi volessimo avere lo spazio per cercare di recuperare, dovremmo in ogni caso mettere dei soldi in circolo nell’economia per aumentare la domanda. Questo però non sarà fatto con nessuna legge di stabilità. Al contrario si seguiranno le cifre anticipate nel Def, per aumentare ulteriormente il gettito statale.

 

Abolire la Tasi sulla prima casa è una buona idea?

Sì, e il motivo è molto semplice. Come è più volte stato sottolineato nei programmi elettorali della Lega nord, non deve esistere nessuna tassa che sia slegata dal reddito. Dal momento che la prima casa non produce alcun reddito, si crea il paradosso tale per cui un disoccupato disperato perché ha appena ricevuto la lettera di licenziamento è comunque costretto a pagare la Tasi. Mi domando come faccia a trovare i soldi necessari, a meno che venda un pezzo di casa come per esempio un abbaino. Una tassa che non sia collegata al reddito è quindi profondamente distorsiva.

 

(Pietro Vernizzi)