Dati positivi per quanto riguarda Pil e occupati secondo le ultime rilevazioni Istat. Nel secondo trimestre 2015 il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2014 e dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Una crescita superiore alle attese, in quanto la stima preliminare del 14 agosto aveva previsto rispettivamente un +0,5% su base annuale e un +0,2% su base mensile. Nel secondo trimestre 2015 migliorano anche gli occupati, con +180mila addetti e il +0,8% in un anno, registrando così il quinto dato positivo ininterrotto. Anche se la crescita è merito soprattutto degli occupati ultra50enni, pari al +5,8%, mentre la fascia 15-34 anni segna il -2,2% e quella 35-49 anni il -1,1%. Ne abbiamo parlato con il professor Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison ed editorialista de Il Sole-24 Ore.
Professore, che cosa significa questo miglioramento della performance del Pil rispetto alle attese?
Il primo dato è l’ampiezza della rettifica compiuta dall’Istat, che ha corretto anche il primo trimestre portandolo da 0,3% a 0,4%, e ha migliorato dallo 0,2% allo 0,3% il secondo trimestre. Nei primi sei mesi dell’anno abbiamo inoltre consolidato una crescita acquisita dello 0,6%, che è oltre l’85% del target annuale.
Gli investimenti fissi lordi diminuiscono dello 0,3%. Perché?
I dati del secondo trimestre vanno visti alla luce di quanto è successo nel primo. Nei primi tre mesi dell’anno erano cresciuti di parecchio gli investimenti soprattutto in mezzi di trasporto, perché diverse imprese di noleggio avevano acquistato automobili in vista dell’Expo. C’è stato poi conseguentemente un rallentamento degli investimenti nel secondo trimestre.
I consumi aumentano dello 0,4%. Come valuta questo dato?
E’ questa la vera novità, perché si sta delineando quella ripresa dei consumi iniziata più timidamente nei trimestri precedenti e che invece si è rafforzata nel secondo trimestre 2015. Ciò significa che la gente ricomincia a spendere, e questo è il migliore sostegno possibile per il Pil.
Eppure la ripresa italiana è sempre nell’ordine dello zero virgola…
Quanto è avvenuto nei primi due trimestri 2015 è molto confortante. L’aumento è stato dello 0,2% superiore rispetto alle stime precedenti, ma di questi tempi crescere come la Germania è un fatto non di poco conto. Il dato Istat di ieri poi rappresenta una rivoluzione. Va tenuto conto del cammino già compiuto nel primo semestre, della portata storica di questa crescita in linea con l’Eurozona e soprattutto della ripartenza dei consumi.
Che cosa ne pensa delle differenze tra i diversi settori?
I servizi crescono dello 0,3%, l’industria in senso stretto dello 0,2%, mentre solo le costruzioni continuano a rappresentare un problema irrisolto. Anche se con le misure che intende attuare il governo quali investimenti, incentivi fiscali alle ristrutturazioni ed estensione dei bonus, potremo finalmente vedere anche quest’ultimo tassello che riparte.
Dall’Istat arrivano dati positivi anche per quanto riguarda l’occupazione. Lei come li interpreta?
Nel secondo trimestre 2015 abbiamo 175mila addetti in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Tra il secondo trimestre 2014 e il secondo trimestre 2013 c’era già stata una crescita di 98mila addetti, avvenuta però soprattutto nel Nord e nel Centro, mentre il Sud ne aveva persi 56mila. La vera novità dei dati diffusi ieri è che ben 120mila dei 175mila nuovi posti di lavoro sono stati creati nel Sud Italia: anche il Mezzogiorno sta finalmente recuperando. Se l’anno scorso inoltre era stata soprattutto l’industria a partire, l’incremento occupazionale maggiore di quest’ultimo anno è avvenuto in servizi e costruzioni.
Secondo lei quali dati avremo a fine 2015?
Va tenuto conto del fatto che nel terzo trimestre 2015 la performance del turismo è stata eccezionale, come mostrano i dati di spiagge e alberghi, e che anche per il mese di settembre si prevede un incremento delle presenze negli hotel. A ciò si devono aggiungere anche eventi come Expo e Giubileo. Quindi potremmo veramente trovarci con una gradita sorpresa a fine anno, e con un consolidamento della ripresa che ormai prende corpo in tutti i settori e in tutte le aree geografiche.
(Pietro Vernizzi)