«Inserire il canone nelle bollette elettriche, facendolo pagare anche qualora non si possieda una tv, significa ritornare ai tempi del brigantaggio, quando bisognava pagare assolutamente il passaggio su certi ponti». Lo rimarca Elio Lannutti, fondatore e presidente di Adusbef, ex senatore dell’Italia dei Valori e attualmente iscritto all’M5S. Il governo ha deciso che a partire da quest’anno sarà inserito in bolletta un canone da 100 euro. Il canone farà riferimento allo stato di famiglia, e per esserne esentati bisognerà presentare un apposito modulo che al momento però non è ancora disponibile.
Siete d’accordo con la modalità del canone in bolletta e con l’importo da 100 euro?
Assolutamente no. Abbiamo già comunicato ufficialmente insieme a Federconsumatori che inserire il canone nelle bollette elettriche, facendolo pagare anche qualora non si possieda una tv, significa ritornare ai tempi dell’oscurantismo. Si dà per scontato che chi ha un’utenza elettrica debba per forza avere una tv. Stiamo ritornando ai tempi del brigantaggio, quando bisognava pagare assolutamente il passaggio su certi ponti.
Il nuovo canone farà riferimento allo stato di famiglia. Se ci sono tre studenti in un unico appartamento pagheranno tre volte?
C’è anche questo rischio. Mentre prima il canone era uno solo anche se una persona aveva due o più abitazioni, adesso se per qualsiasi esigenza ci sono tre o quattro studenti che vivono insieme, oppure in una famiglia ci sono due persone che per le ragioni più svariate hanno una residenza diversa, devono pagare più volte.
Chi ha evaso in passato e ora si trova il canone in bolletta dovrà pagare anche gli arretrati?
Bisognerà vedere che cosa dice l’Agenzia delle Entrate, ma non è escluso che ciò avvenga. È possibile che ci sia un effetto retroattivo. Questo è un governo che cerca sempre di trovare nuove risorse, e non di tagliare gli sprechi della Pubblica amministrazione e di ridurre il debito pubblico. Nello stesso tempo dobbiamo pagare il salvataggio delle banche ed elargire 63 miliardi di euro al Fondo Salva Stati. Se per paradosso il prezzo del petrolio dovesse andare a zero, ogni litro di benzina o di gasolio sarebbe gravato da un euro di tassazione.
Voi chiedete di ridurre il canone o di abolirlo?
Abolirlo. Non ha senso far pagare per una tv pubblica lottizzata, che invece di fare informazione propina i consigli per gli acquisti, che invece di fare educazione spaccia i pacchi in prima serata con “Affari tuoi”. Il tutto mentre, ed è questo il paradosso, la tv commerciale fa informazione con Striscia la Notizia.
Anche la Rai fa informazione con “Che tempo che fa”…
Quella di “Che tempo che fa” è una tv spazzatura che consente a Fabio Fazio, strapagato conduttore, di fare speculazione con la sua notorietà grazie al canone dei cittadini e di realizzare gli spot commerciali alla Tim. Una Rai che consente questo non può essere finanziata dal canone.
Anche in altri Paesi però si paga il canone …
Negli altri Paesi non c’è l’indecenza della lottizzazione. Invece di educare, la nostra tv fa diseducazione continua e attiva le macchine del fango, come stanno facendo con l’obiettivo di fare sponda al governo e occultare le responsabilità su Banca Etruria. Nel frattempo la Rai crea casi da episodi minori e marginali come quelli sui Cinque Stelle di Quarto, che hanno avuto la capacità e l’onestà di cacciare quanti erano sospettati di avere rapporti con la Camorra.
A che cosa serve veramente la Rai?
Questa Rai serve alle cricche di potere, ai faccendieri, a P2 e P3, ma non certo a un Paese libero che dovrebbe avere il dovere di informare i cittadini. Non a caso se andiamo a vedere nelle classifiche internazionali siamo ai primi posti per corruzione ed evasione fiscale, e agli ultimi posti per libertà d’informazione.