Si dice in giro: se l’inflazione non morde è un problema! Il problema dei problemi insomma? Questa volta mi astengo, anzi mi mordo la lingua e lascio dire: “Il forte deprezzamento del petrolio, le cui quotazioni in un anno sono scese di oltre il 30%, ha avuto effetti devastanti sull’inflazione, portando il tasso medio del 2015 a fermarsi allo 0,1%. È innegabile che l’effetto petrolio abbia influito in modo pesante sui listini al dettaglio in tutti i settori. Nel corso del 2015 si è registrato infatti un vero e proprio tracollo delle quotazioni, che ha provocato effetti a catena sui prezzi al dettaglio e sui costi delle materie prime, determinando una forte frenata nella crescita dei listini al dettaglio in tutti i settori. Se saranno confermati i segnali positivi provenienti dai consumi delle famiglie, che negli ultimi mesi del 2015 sono apparsi in crescita, i prezzi al dettaglio torneranno a crescere, portando il tasso di inflazione a livelli accettabili”.



Paura eh? Ma da dove arriva cotanto allarme? Da un petroliere che vede ridurre i profitti? Ne avrebbe ben donde! Eh no, acqua, acqua, acqua. Dal governatore della Bce, che ha l’incombenza istituzionale di tenere l’inflazione prossima al 2% e non ce la fa? Macché, acqua, magari calda, ma ancora acqua. Da quella Politica che non sa che pesci pigliare? Nemmeno, ancora tanta acqua, pochi pesci. Da quelli di Confcommercio, che si barcamenano tra paura e speranza? Uffa, no! Signori, non ci siamo.



Vabbè ve lo dico per non tenervi troppo a bagnomaria: Carlo Rienzi! Chi è costui? Carlo Rienzi, ovvero il Presidente del Codacons, ovvero di un’associazione per la tutela dei consumatori. Gulp! Ma se si spera in quell’inflazione che alza i prezzi per contrastare quella deflazione che li abbassa, rifocillando il potere d’acquisto, i conti non tornano. Se poi questa dannata crisi si manifesta proprio al centro dello squilibrio tra offerta in eccesso e domanda in difetto, si può parteggiare per l’inflazione?

Nossignore: mi tocca rammentarle, in barba agli anatemi, come proprio quella deflazione sia parte di quei dispositivi del mercato efficiente che possono rimediare a quello squilibrio che impalla gli scambi. Già, proprio là dove i denari son pochi e le merci son tante, magari per dare ristoro ai suoi rappresentati!



Se non bastasse la teoria economica, lo dice pure la cronaca: “La drammatica e continua discesa dei prezzi del petrolio è tale, e l’offerta della materia prima è così in sovraccarico, che alcune società di trivellazione dell’impero dei fratelli Koch sono disposte a pagare mezzo dollaro per ogni barile di greggio venduto. È il caso paradossale venutosi a creare nel North Dakota per il business del greggio di bassa qualità”. Tanto le dovevo per debito d’ufficio.