Una buona notizia sembra arrivare sul canone Rai 2016 in bolletta. Nei giorni scorsi, infatti, le interpretazioni sulla novità dell’imposta sulla tv lasciavano pensare che due persone conviventi, ma non sposate, dovessero pagare due volte la tassa. Ora però Francesco Tucci, un cittadino che appunto convive con la sua compagna, sul suo sito internet ha scritto di aver chiamato il call center della Rai e di aver scoperto così che non è dovuto un canone a testa. L’uomo, che è anche titolare di Partita Iva, ha altresì scoperto che non deve versare un altro canone se non ha un ufficio dotato di tv. Un dubbio quindi che sembra essere fugato. Anche se si spera che si possa presto trovare la stessa indicazione nero su bianco.



Ancora non c’è chiarezza sul canone Rai 2016 in bolletta. Nemmeno su quale sarà l’importo del primo addebito. Si sa infatti che i 100 euro dovuti verranno divisi in dieci rate. Tuttavia, per permettere al nuovo sistema di fatturazione di essere rodato, quest’anno l’imposta sulla tv non arriverà nel conto dell’energia elettrica prima di fine giugno. Poiché anche il sito della Rai chiarisce che “il primo addebito di canone avverrà nella prima fattura elettrica successiva al 1 luglio 2016” e che “in ogni fattura sono addebitate le rate mensili scadute”, è presumibile pensare che il primo addebito sarà quindi di 60 euro (ovvero le rate mensili scadute da gennaio a giugno). Tuttavia in questi giorni si sta leggendo su vari articoli on line che il primo addebito sarà di 70 euro. Anche qui, dunque, poca chiarezza. In ogni caso gli italiani si dovranno preparare a una bolletta decisamente pesante.



Anche se molti italiani non riescono proprio a digerire il Canone Rai 2016 in bolletta, Patrizia Maestri, deputata del Pd, difende la scelta del Governo, spiegando che la nuova modalità di riscossione consentirà di “contrastarne in modo efficace l’evasione, oggi attestata ben oltre il tollerabile in un Paese civile”. La Maestri ricorda anche che l’importo della tassa “non solo non aumenterà, ma addirittura diminuirà di 13,50 euro, attestandosi a 100 euro all’anno”. Tuttavia, l’onorevole sottolinea un problema della trasmissione delle frequenze Rai che ancora non è stato risolto nella provincia di Parma, suo collegio. “Diversi cittadini e amministratori della nostra montagna, pur pagando da sempre il canone, mi hanno segnalato il fatto che il segnale Rai è spesso disturbato, tanto da rendere irricevibile la programmazione televisiva, un problema noto da tempo che Rai Way non ha ancora risolto; oggi è necessario porvi rimedio, soprattutto nel momento in cui diventa di fatto impossibile rifiutarsi di pagare il canone”. La Maestri promette quindi di presentare un’interrogazione al ministero dello Sviluppo economico, Federica Guidi, sul tema. “I cittadini della montagna non sono di serie B, hanno il diritto di fruire degli stessi servizi di chi risiede in pianura, soprattutto se a questi corrisponde il pagamento di un’imposta”.



Fiamma Tricolore si muove contro il Canone Rai in bolletta, con una lettera aperta del Commissario Federale di Trapani, Francesco Messina, al Premier Renzi. Nel testo viene evidenziato che l’imposta sul possesso della tv serve ormai a mantenere un’azienda ormai in mano ai partiti. Per questo il Movimento Sociale Fiamma Tricolore chiede che il segnale della Rai venga criptato, lasciando libero il cittadino di scegliere se pagare per vederlo con un abbonamento. Dovrebbe quindi essere abolito il canone Rai e lasciato un solo canale dei tre esistenti (privatizzando gli altri due), rendendolo quindi non monopolizzabile dai partiti. A quel punto sarebbe anche inutile la Commissione di Vigilanza Rai.

Per chi non riesce a digerire ancora il Canone Rai 2016 in bolletta arriva una brutta notizia. A darla è l’Istituto Bruno Leoni, che con un tweet ricorda che l’importo della tassa a 100 euro alla fine è stato fissato solo per quest’anno. “Dal 2017 si tornerà a pagare 113,50 euro”. Eppure Matteo Renzi, annunciando il provvedimento nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri che aveva varato la Legge di stabilità, aveva detto che la riduzione del canone Rai era destinata a continuare nel corso degli anni. Tuttavia nel testo approvato dal Parlamento si fa riferimento solo all’importo del 2016. Dunque l’anno prossimo, a meno di una specifica norma nella nuova Legge di stabilità, la tassa dovrebbe tornare ai 113,5 euro che si pagavano fino all’anno scorso. 

Gli oppositori del Canone Rai in bolletta da ieri hanno cominciato a trovare un nuovo spunto contro l’imposta sulla tv: il tema della puntata di Porta a porta trasmessa il 6 gennaio, con l’oroscopo dei politici. Così su Twitter hanno cominciato a fiorire commenti indignati per l’argomento poco serio scelto per una trasmissione che dovrebbe essere di approfondimento nella prima rete del servizio pubblico. Commenti accompagnati ovviamente da invettive contro il canone Rai, che servirebbe quindi a finanziare puntate della trasmissione di Bruno Vespa come quella riguardante l’oroscopo dei personaggi politici, che in alcuni casi nemmeno sono tanto amati dagli italiani. Non sembra essere stata quindi una scelta fortunata quella della “terza Camera”.

Non si può certo dire che il Canone Rai in bolletta sia una tassa chiara. Sono infatti diversi i quesiti che sono sorti in questi giorni e a cui non sembra facile trovare una risposta, proprio perché in materia mancano indicazioni precise e trasparenti. In molti cercano quindi di affidarsi a chi è più esperto, come tre studentesse che dividono un appartamento in affitto e che hanno posto al sito Laleggepertutti.it la domanda: dobbiamo pagare anche noi il canone Rai, anche se non abbiamo acquistato il televisore che è del proprietario di casa?

La risposta che arriva è purtroppo affermativa. Ma non solo, chi risponde spiega anche che ogni studente dovrà pagare per interno il canone, utilizzando però il bollettino postale, a meno che qualcuno di loro non sia anche intestatario del contratto di fornitura di energia elettrica. Nel qual caso riceverà l’addebito in bolletta. Poco conta che il tv non sia di loro proprietà: quel che importa è il possesso. Si potrebbe forse dimostrare che l’utilizzo dello stesso è fatto da uno solo degli studenti e pagare un solo canone, ma non è così semplice.