È la notizia del weekend, la chiusura di Equitalia che ha creato uno sconquasso nel dibattito pubblico italiano, con tanti cittadini che vedono nella chiusura delle attività dell’agenzia di riscossione la possibilità di saldare gli eventuali debiti arretrati con le cartelle esattoriali. Il governo ha riferito ieri sera che bisognerà pagare tutti gli arrestati ma con una sorta di “moratoria” sugli interessi, in modo da far rientrare da un lato circa 4 miliardi di euro, ma “incentivando” il cittadino non tassando anche gli interessi eventuali. Le raccomandazioni dall’Europa sono dunque state eseguite: «aumentare l’accuratezza e l’integrità del magazzino dei crediti fiscali; adottare misure urgenti per assicurare che la funzione che si occupa della riscossione dei crediti fiscali sia tempestivamente informata di situazioni in cui gli obblighi fiscali dei contribuenti sono stati completamente assolti o estinti e dotare la funzione che si occupa della riscossione di adeguati poteri in linea con le migliori pratiche internazionali», sono le raccomandazioni di Oce e Fmi riportate oggi dall’agenzia Agi.



Addio a Equitalia: il concessionario pubblico della riscossione verrà archiviato entro sei mesi. L’attuale personale – cioè circa 8mila dipendenti – verrà incorporato dall’Agenzia delle Entrate, che verrà rinnovata e al tempo stesso avrà maggiore autonomia gestionale. Si pone, però, per alcuni di loro il problema dell’ingresso nella Pubblica Amministrazione senza aver superato un concorso. La chiusura di Equitalia verrà accompagnata dalla rottamazione delle cartelle esattoriali per un recupero di circa 4,2 miliardi. Questa la prima stima dell’adesione dei contribuenti chiamati a versare sanzioni e imposte dovute. Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, tale “rottamazione” consentirà lo sgravio solo degli interessi e delle more per i contribuenti. Sono potenzialmente “aggredibili” 50 miliardi di euro, che è il 5% del carico affidato ad Equitalia per la riscossione. I funzionari di Equitalia ora dovranno setacciare quasi un milione di cartelle per scorporare l’Iva, evitando così contestazioni da parte della Commissione europea.



È addio ufficiale a Equitalia, dopo l’annuncio dato un anno fa da Renzi, con il CdM di ieri e l’approvazione della Legge di Stabilità 2017, si è decisa la chiusura definitiva, da qui ai prossimi sei mesi, dell’agenzia di riscossione tasse nata con Visco e l’ex ministro Tremonti e che da tanti anni rappresenta un simbolo e un incubo per molti contribuenti italiani. Proviamo a vedere nel dettaglio cosa cambierà ora, visto che le prossime tasse verranno pagate senza, per la prima volta, il concessionario pubblico della riscossione tasse. «Equitalia ha due papà, è stata pensata e voluta da Visco e Tremonti da una idea giusta, ma il modello su cui si è sviluppata è stato inutilmente polemico nei confronti dei cittadini, vessatorio», ha detto Renzi ieri in conferenza stampa sollevando non poche polemiche anche per i mesi a venire, per cercare di capire cosa ora dovrà intervenire al posto di Equitalia. Ci sarà una Agenzia delle Entrate che ora dovrà per forza svoltare, attraverso un processo sempre più di internazionalizzazione: secondo il Sole 24Ore, l’ente rinnovato dal governo vedrà le modifiche richieste dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Ocse, con una maggiore autonomia gestionale. Nel frattempo, ci sarà anche la rottamazione delle vecchia cartelle esattoriali che dovrebbero portare ad un recupero di circa 4,2 miliardi di euro. Il viceministro all’Economia, Enrico Zanetti, spiega nei termini cosa cambierà: «Le imposte si pagano per intero, ma si fa piazza pulita di altre voci che spesso portano a raddoppiare e triplicare l’importo dovuto in cartella», con l’addio agli interessi e alle more “passate”.

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