Il recente dato sul Pil della Gran Bretagna, cresciuto nel terzo trimestre dello 0,5%, copre di ridicolo tutti i fanatici dell’euro e dell’Unione europea, che avevano pronosticato il disastro economico e finanziario dopo la Brexit. Se pure è vero che una rondine non fa primavera, è pure vero che la direzione presa dall’economia è radicalmente diversa da quanto descritto. Se fossero reali tutti i benefici descritti riguardo l’appartenenza alla moneta unica e ai suoi vincoli, l’uscita dall’Ue e quindi da quei vincoli avrebbe dovuto portare al disastro. Invece così non è stato e il motivo è molto semplice: la descrizione della funzione monetaria che finora ci è stata fatta è completamente falsa. E questo vale pure nel caso della Gran Bretagna, che comunque non aveva l’euro. 



Infatti, come spesso affermato pure dal filosofo Diego Fusaro, l’euro non è solo una moneta, ma è un metodo di governo. E la Gran Bretagna è uscita precisamente da questo metodo di governo, cioè da tutti quei vincoli che limitano l’azione di governo, soprattutto in economia e finanza. Ne abbiamo ora una chiara percezione dal fatto che Renzi deve mettersi a spiegare una cosa ovvia come quella della necessità di investimenti per la ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto.



I sostenitori dell’euro hanno sempre rinfacciato di miopia chi volesse uscire dall’Ue o dalla moneta unica per tornare, liberato dai vincoli, a stampare moneta di Stato: la miopia sarebbe l’idea di poter magicamente risolvere i problemi stampando moneta. Ma lo stesso identico discorso vale proprio per la Bce e per il piano straordinario di Draghi, grazie al quale, lo ricordiamo, la Bce acquista ogni mese titoli di Stato e altri titoli per un importo di 80 miliardi di euro. Un piano straordinario iniziato un anno fa e ipoteticamente da terminare a marzo, ma già attuato con la premessa che sarebbe continuato fin quando ritenuto necessario.



Una domanda fondamentale dobbiamo farci noi cittadini e contribuenti. Da dove vengono questi 80 miliardi al mese, per un tempo indefinito? Risposta semplice: vengono creati dal nulla. Altra domanda semplice: si possono risolvere magicamente i problemi solo stampando moneta? Ovviamente no. E questo vuol dire di nuovo che anche un eventuale comportamento erroneo della Bank of England (la banca centrale della Gran Bretagna) non potrebbe fare più danni di quanti ne sta facendo la Bce. Con un comportamento invece un pochino più oculato, il risultato sarà sicuramente migliore.

E la Bce di danni ne ha fatti tanti, in questi anni. Creando quantità enormi di liquidità, ha favorito la creazione di bolle finanziare mostruose, a partire proprio da quella dei bond, il cui scoppio provocherà la completa liquefazione del sistema finanziario globale. Certo, tali acquisti hanno tenuto artificialmente basso il costo degli interessi. Ma il giorno in cui questo dovesse rialzarsi, allora avverrà il disastro. Infatti, perché mai detenere titoli che rendono quasi nulla? Tanto vale liberare quel denaro e acquistare nuovi titoli che rendono maggiormente. E così, tutti quegli speculatori che oggi sono costretti ad acquistare titoli che rendono pochissimo (pur di acquistare titoli non rischiosi), un domani correranno tutti insieme a venderli. 

Questa corsa alla vendita, come è fin troppo facile prevedere, provocherà il crollo del valore e quindi provocherà un disastro nei bilanci di chi non ha venduto, poiché dovrà aggiornare i bilanci inserendo il nuovo valore di mercato. Per mettere a posto i bilanci, banche e istituzioni finanziarie si metteranno a vendere anche loro, accentuando la discesa del prezzo e il disastro finanziario. Il mercato mondiale dei bond, favorito anche dalla politica monetaria accomodante della Fed, è pari a 76mila miliardi di dollari, una cifra pazzesca, di poco superiore al Pil mondiale.

Così si è espresso Paul Singer, manager di Elliott Management Corporation, un fondo che gestisce dal solo 28 miliardi di dollari in bond: “Everyone is in the dark… Experience doesn’t count for much, and extreme confidence may be fatal”. (“Tutti sono al buio… l’esperienza non conta molto e l’estrema fiducia potrebbe essere fatale”).

In questo contesto, alcuni guardano con timore al fatto che per l’Italia gli interessi per i Btp quinquennali sono passati dal 0,27% al 0,58%, cioè sono raddoppiati. E lo spread ha superato i 150 punti. Non è proprio un bel segnale.