Piazza Affari chiude la giornata con un +0,42% e Mps termina la seduta in rialzo del 3,69%, restando sopra i 20 euro ad azione. Vincenzo Boccia è molto prudente nel parlare del possibile intervento dello Stato per Montepaschi. “Un eccesso di parole può creare solo distonie in termini di mercato. Mps è un asset importante per il Paese, ha un management di grandissimo livello, vediamo se riescono in tempi brevissimi a costruire un percorso di risanamento oppure se ci sono altre necessità”, ha detto il Presidente di Confindustria a margine di un evento presso l’Unione industriale di Torino. Mf-Dow Jones riporta intanto la notizia, confermata da una fonte di Francoforte, secondo cui la Banca centrale europea aprirà un’inchiesta interna sulla fuga di notizie riguardo la presunta decisione dell’Eurotower di non concedere a Montepaschi la proroga richiesta per completare l’operazione di ripatrimonializzazione. Piazza Affari riduce i suoi guadagni e Mps sale del 3,7%, restando sopra i 20 euro ad azione. Per l’Aduc, l’estensione della conversione in azioni dei bond subordinati di Montepaschi è un “tentavio disperato”, quindi sarebbe meglio “l’intervento dello Stato con la tutela dei piccoli risparmiatori, sperando che questa volta si tragga insegnamento dal ‘pasticciaccio brutto’ fatto con Banca Etruria e le altre tre banche oggetto dello sciagurato decreto ‘Salva Banche’ fatto poco più di 12 mesi fa. La soluzione più logica è un decreto che preveda: la conversione forzosa di tutte le obbligazioni subordinate in azioni; il rimborso integrale di tutti gli obbligazionisti privati che lo richiedono in cambio delle azioni ricevute (ponendo esclusivamente un limite d’importo nell’ordine dei 200.000 euro); la sottoscrizione del Ministero del Tesoro dell’ulteriore quota di capitale necessaria”, evidenzia l’associazione dei consumatori in una nota in cui si spiega che questa operazione dovrebbe costare al Tesoro meno di 2 miliardi di euro.
Piazza Affari si trova ancora in rialzo e Mps sale del 6,5%, tornando sotto i 21 euro ad azione. Marco Morelli ha inviato un videomessaggio ai dipendenti di Montepaschi per spiegar loro che verranno valutate “tutte le strade per verificare se è possibile completare un’operazione di mercato entro i termini stabiliti” per ricapitalizzare la banca. “Siamo in una fase cruciale della storia della nostra banca. Da questo passaggio, qualunque sia l’esito, torneremo a rivestire e ad avere ruolo importante nel mercato italiano”, ha aggiunto l’amministratore delegato di Mps.”Non c’è dubbio che il cambiamento del quadro politico e istituzionale post 4 dicembre ha reso impossibile di fatto rendere vincolanti le manifestazioni di interesse che avevamo ricevuto”, ha aggiunto. Piazza Affari resta in rialzo e Mps sale del 7,8%, superando i 21 euro ad azione. Secondo quanto riporta Repubblica, Montepaschi dovrebbe varare l’estensione dell’offerta volontaria di conversione dei bond subordinati in nuove azione della banca, con l’obiettivo di arrivare a un ammontare di 3 miliardi di euro. Questo dovrebbe permettere di cercare sul mercato solamente 2 miliardi per raggiungere i 5 di “target” per l’aumento di capitale. Operazione più alla portata di mano, ma non semplicissima dato che il consorzio di garanzia non esiste più. In ogni caso il ministero dell’Economia e delle Finanze sarebbe poi pronto a intervenire se le cose dovessero mettersi male. Piazza Affari si muove in rialzo e Mps comincia una settimana piuttosto delicata con un rimbalzo del 5,7%, superando i 20 euro ad azione. Secondo fonti del ministero dell’Economia e delle Finanze riportate da Mf-Dow Jones, al Tesoro confidano che l’aumento di capitale di Montepaschi possa concludersi positivamente come stabilita dal cda della banca toscana. In ogni caso il ministero sarebbe pronto a una ricapitalizzazione preventiva rispettando l’articolo 32 della Brrd. L’obiettivo è quello di garantire la continuità di Montepaschi e tutelare i risparmiatori. Decreto o non decreto per il salvataggio Mps? Il dubbio rimane ancora, con il prossimo Consiglio di Amministrazione di Monte dei Paschi di Siena convocato ancora il 15 dicembre dopo quello chiuso in tarda serata ieri. Salvataggio privato o passaggio tramite la nazionalizzazione e l’intervento dello Stato con il nuovo governo Gentiloni disposto all’azione. Dalle fonti interne al board rivelate dal Sole 24 ore, ci sarebbe un’ipotesi Qatar che porterebbe l’intervento dello Stato già lontano: «Il Qatar è della partita ed è disposto a metterci le cifre di cui si legge sui giornali», assicura l’interlocutore. Un piano con tante incognite, a partire dall’autorizzazione da parte della vigilanza, e tempi stretti. «Il piano approvato il 24 ottobre è valido, è piaciuto agli investitori, e la banca è solida». Intanto però, dopo le critiche aspre del Codacons, “che paghi il Pd questo ennesimo salvataggio, non i cittadini italiani”, prosegue il fuoco incrociato dalle associazioni di consumatori: «che già nel febbraio 2013, all’indomani dello scoppio dello scandalo che portò alle dimissioni di Giuseppe Mussari dal Mps e dalla presidenza Abi, avevano chiesto di nazionalizzare la banca, nominando banchieri probi ed integerrimi che non rientrassero nella ristretta cerchia dei fiduciari di Bankitalia, dopo 3 anni e 10 mesi di distruzione di risparmio, di aumenti di capitali bruciati tornano a chiedere la nazionalizzazione, a prescindere dal Mes e dal Fondo Salva Stati», scrivono in una nota congiunta i presidenti Adusbef e Federconsumatori, Elio Iannutti e Rosario Trefiletti.
Mentre il consiglio di Amministrazione di Monte dei Paschi di Siena è riunito nel vertice che potrebbe decidere sul possibile rilancio del fondo privato, scoppia l’ennesima polemica “triangolare” tra banca Mpd – politica – cittadini contribuenti. Questa volta è il Codacons ad alimentare la polemica sulle decisioni del board di Mps e sui governi italiani in questi ultimi anni, l’ultimo quello appena incaricato a Paolo Gentiloni: «L’Associazione ha annunciato una diffida ai vertici dello Stato affinché si astengano dal procedere a spalmare i costi del salvataggio di MPS sugli italiani. Siamo pronti ad azioni clamorose pur di impedire un vero e proprio sopruso – spiega il Codacons – Appare intollerabile che rimanga impunito chi ha trasformato la più antica banca del mondo, un patrimonio del nostro paese, in quello che comunemente viene definito “il bancomat del PD”. E allora, per una volta, che sia chiamato a pagare chi ha contribuito ad affossare MPS», annuncia in una nota durissima il presidente del Codacons Carlo Rienzi. Insomma, tradotto, il Pd si occupi della banca di Siena e non i cittadini contribuenti italiani; «l’attività dell’associazione dei consumatori da fastidio e lo dimostrano le milionarie richieste di indennizzo avanzate da Viola e Profumo i quali, a loro avviso, sarebbero stati “diffamati” dal Codacons; un paradosso alla luce di quanto emerge in questi giorni nonché un bieco tentativo di mettere il bavaglio ad una associazione che non ha timore di denunciare e difendere i risparmiatori contro chi ha “fatto carne di porco dei loro risparmi».
È iniziato il Consiglio di Amministrazione Mps alle ore 16 nella sede dell’istituto Monte dei Paschi di Siena a Milano, in via Santa Margherita: presenti tutti i consiglieri, si decide sul futuro immediato della banca senese, tra intervento statale e scommessa ennesima sul mercato “privato”. Intanto, dopo l’insediamento nelle prossime ore del nuovo Governo Gentiloni ha fatto scattare qualcosa di positivo negli ambienti Mps: secondo alcune fonti del Cda riportate dall’Ansa, «L’incarico a Paolo Gentiloni e quindi a breve un nuovo Governo ci dà fiducia sulla possibilità di perfezionare il nostro piano». Ci sarebbero infatti i tempi per un decreto legge, già pronto tra l’altro, per poter convertire i bond retail: «il piano da 5 miliardi è valido ed è piaciuto agli investitori, la banca comunque resta solida».
Mentre il mercato italiano ed europeo attende le decisioni del Cda di Monte dei Paschi di Siena – tra oggi e il 15 dicembre si avrà la scelta finale del board di Mps – il Sole 24 Ore riporta la notizia di una clamorosa indagine avviata all’interno della Bce per la possibile fuga di notizie riguardo la decisione di bocciare la ricapitalizzazione della banca senese, notizia che è trapelata senza alcuna ufficialità ma che sta pesando eccome sull’immediato futuro del Monte dei Paschi. Dopo che venerdì il Consiglio di vigilanza ha deciso di bocciare la ricapitalizzazione di Mps, il verdetto finale spetta ora al Consiglio direttivo Bce, come per tutte le decisioni dei supervisori. Un ribaltamento appare a dir poco improbabile, ma intanto si indaga su come e chi abbia fatto uscire l’indiscrezione del Consiglio di Vigilanza. La polemica scattata versa anche su un secondo punto nodoso, riportato da Affari italiani: «la fuga di notizie all’agenzia Reuters sulla bocciatura della richiesta da parte del Consiglio di vigilanza (l’inchiesta dovrà stabilire chi ha fatto filtrare la notizia; c’è da chiedersi con quali finalità), la Bce, rivelando ancora una volta gravi lacune, già lamentate in più occasioni, di comunicazione in materia di vigilanza, non abbia ritenuto non tanto di confermare o no la notizia, ma di precisare quanto meno che la procedura non era ancora conclusa».
Quale decisione prenderà il Cda del Monte dei Paschi di Siena? La Banca senese in piena crisi si appresta ad una settimana decisiva per il futuro di moltissimi risparmiatori: il governo è pronto al decreto, ora che è anche stato formato con il nuovo premier Gentiloni e dunque si attende la decisione della banca, tra il board di oggi e quello del prossimo 15 dicembre. Mentre ricordiamo le parole dette venerdì dal presidente Alessandro Falciai: «salveremo il Monte dei Paschi di Siena sicuramente», mentre riecheggiano ora le parole del viceministro all’Economia Enrico Zanetti, dove dimostrava l’intento proposito dello stato ad intervenire. «la questione Mps dovrà vedere una soluzione nel giro di pochi giorni, il governo ha seguito la vicenda e soluzioni sono a portata di mano, bisogna portarle a compimento». Quale decisione prenderà ora Mps bisognerà comprenderlo, ma di certo uno dei temi discussi tra Mattarella, Renzi e Gentiloni sarà proprio stato un vertice fitto sulla situazione della banca senese.
Nel Cda del Monte dei Paschi di Siena oggi si tenterà per l’ennesima volta un accordo univoco da presentare al nuovo governo che sta per insediarsi (e questa è forse l’unica vera bella notizia in casa Mps dopo giorni di tensioni incredibili). Oggi pomeriggio il bivio al centro del Cda è ancora quello di due giorni fa: dopo il no della Bce, resta l’ipotesi via privata con ricapitalizzazione oppure l’intervento pubblico (il decreto, filtrano da Palazzi Chigi, sarebbe anche già pronto). «L’istituto senese nei fatti prova a tenere aperto uno spiraglio cercando, ancora una volta, la leva del mercato. Dopo il miliardo degli obbligazionisti istituzionali la strada individuata potrebbe essere, appunto, la riapertura della conversione dei bond al pubblico retail. Si tratta di oltre 40 mila risparmiatori che hanno in mano 2 miliardi di obbligazioni subordinate. Il passaggio è, comunque, stretto anche per i vincoli della Mifid. A meno che non vengano rimodulati i termini dell’offerta e ci sia poi il disco verde della Consob», riporta il focus Ansa sul futuro del Monte dei Paschi di Siena. La banca senese resta comunque in attesa delle decisioni del Cda, con il board riconvocato il 15 dicembre prossimo – data in cui sarà stata già notificata la valutazione della Vigilanza della Bce – proprio per capire se attendere l’intervento pubblico dello Stato o una via alternativa.
-Si terrà oggi, domenica 11 dicembre 2016, il cda di Monte dei Paschi di Siena che dovrà valutare le misure da adottare dopo che nella giornata di venerdì da diverse agenzie di stampa è filtrato il rifiuto della Bce a concedere la proroga di venti giorni richiesto dalla banca senese per effettuare la ricapitalizzazione di 5 miliardi di euro dell’istituto senese. La soluzione ad oggi più probabile sembra essere quella di un intervento diretto dello Stato, pronto a farsi garante dell’aumento di capitale dell’istituto di credito più antico del mondo. C’è però ancora un piccolo spiraglio per evitare che a salvare Mps sia direttamente lo Stato italiano. Come riportato dalla versione online de La Repubblica, l’opzione rappresentata dal bond retail è ancora viva. I 40mila risparmiatori che hanno in mano oltre 2 miliardi di euro di obbligazioni subordinate che non hanno potuto convertire i loro bond in pubblico retail a causa dei paletti posti dalla Consob potrebbero infatti rientrare in gioco, e il cda di questo pomeriggio verterà probabilmente anche su questo aspetto.
Mentre il cda di Monte dei Paschi di Siena si riunisce oggi per verificare l’esistenza di strade alternative a quella che prevede un salvataggio da parte dello Stato. In ogni caso, però, dopo la crisi di governo figlia delle dimissioni di Matteo Renzi, spetterà al nuovo governo incaricato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gestire la patata bollente di un intervento di stato. A chiarirlo, a margine delle consultazioni al Quirinale, alle quali aveva partecipato in qualità di segretario di Ncd, è stato il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, che come riporta La Repubblica ha dichiarato che “l’emergenza del disagio sociale, della povertà, della legge elettorale e della vicenda bancaria che corrisponde al tema del risparmio e dei conti correnti di tantissimi italiani” poggerà sulle spalle del nuovo esecutivo. La speranza dei risparmiatori è che siano abbastanza forti da supportare un intervento di salvataggio importante come quello dell’istituto bancario più antico del mondo.