Arriva la replica, la prima, da Vivendi dopo la vicenda della scalata a Mediaset per cui lo scontro tra i due colossi è se possibile degenerato dopo le burrasche degli scorsi mesi. «Certamente non è stato sollecitato, ma non è un atto ostile»: lo dice una fonte di Vivendi rispondendo a una domanda dell’ANSA a Parigi sulla recente scalata a Mediaset. “Vogliamo estendere e rafforzare la nostra posizione in Europa del sud che per noi è strategica. Per questo abbiamo deciso di acquisire le quote di Mediaset. La scalata del Biscione da parte di Vincent Bolloré resta un mistero nei termini di un illecito o una semplice scalata spregiudicata ma regolare; il titolo in Borsa sale e scende da due giorni, con Mediaset e larga parte del settore economico-amministrativo italiano che si schiera apertamente in difesa dell’azienda di patron Berlusconi.
Sul gruppo Mediaset arriva il commento molto duro del Movimento 5 Stelle che commenta un caso che ormai è molto più che solo economico: la scalata di Vivendi, ora arrivata al 20% del Biscione, preoccupa larga parte della politica italiana, meno il Movimento 5 Stelle che rivendica un mancato intervento in passato in situazioni simili a questa, se non più grave. «E’ totalmente inappropriato un intervento dell’esecutivo a tutela di Mediaset quando lo stesso nulla fece contro l’aggressiva scalata di Vivendi a Telecom Italia, che invece era veramente strategica per il nostro Paese considerando l’infrastruttura di rete in suo possesso». Lo affermano i deputati M5S della commissione Trasporti e Telecomunicazioni, all’interno di una giornata che vede la sfida di Mediaset contro il colosso francese, con relative mille conseguenze sul piano politico ed economico a riguardo della famiglia Berlusconi.
Nel periodo delle scalate, non solo Mediaset vs Vivendi, ma oggi anche Fox che compra più azioni di Sky e Vivendi stessa che tenta la scalata a Telecom, arriva un importante endorsement dalla principale Banca italiana, Intesa Sanpaolo, nei riguardi della società di Cologno Monzese. «Siamo a supporto di mediaset. Abbiamo una relazione con mediaset e siamo vicini a mediaset», sono le parole dell’amministratore delegato di Mediaset, Carlo Messina, a margine della presentazione di un progetto per un ospedale pediatrico a Torino, rispondendo a una domanda di un giornalista se il suo gruppo bancario sia già coinvolto nella vicenda Mediaset. Un endorsement interessato visto che lo stesso ad annuncia come Intesa darà supporto a Mediaset per poter resistere contro la scalata di Vivendi (modi e tempi ovviamente sono del tutto sconosciuti al momento). «Crediamo che le aziende italiane importanti debbano restare italiane», ha voluto aggiungere ai cronisti che lo interpellavano a riguardo della vicenda Mediaset-Vivendi.
Su titolo di Mediaset la Borsa segna ancora un ribasso ma assai minore rispetto all’apertura di Piazza Affari: dopo le notizie sulla scalata di Vivendi salita al 20% delle acquisizioni, in casa Biscione si teme ovviamente il peggio e il Governo Gentiloni si è subito schierato con l’azienda italiana per cercare di difendere titoli italiani dalle mire di Vincent Bolloré, patron del colosso francese delle telecomunicazioni (già presente in Telecom con il 24,5%). Dopo le dichiarazioni di Calenda e Gentiloni, che trovate qui sotto, il timore di Palazzo Chigi è che in futuro avvengano altre scalate sui nostri titoli, come Mediobanca, Unicredit e Generali. Insomma, le mire di Vivendi non vengono viste di buon occhio e per questo sono state definite subito come “scalate ostili” a livello pubblico. i gioielli di casa Italia, come Mediaset, paiono troppo succulenti, specie se il Governo e le azioni dei vari cda non saranno in grado di proteggere e allo stesso tempo rimanere non isolati ma competitivi in Europa e nel mondo.
Sono giornate di fuoco per Mediaset e per l’intero gruppo Fininvest: non solo Vivendi e la sua ormai ostica battaglia contro la scalata del colosso francese, ma anche alcune indiscrezioni su possibili correnti di Mediaset verso Telecom che non a caso oggi è il titolo più scambiato in Borsa con circa 85 milioni di pezzi. Nelle ultime ore il titolo di Mediaset a Piazza Affari è stato sospeso due volte per eccesso di volatilità, oscillando da un -9% ad un attuale -5%, con calo a 3,3 euro. Il titolo è stato congelato e ora scongelato proprio per i raid di Vivendi da un lato e per le indiscrezioni sul titolo di Telecom. Secondi alcune voci che arrivano da Mediobanca questa mattina, Mediaset starebbe valutando di acquisire il 10% di Telecom Italia proprio per contrastare su un altro campo l’azione di Vivendi, impegnata al 23% con il gruppo di telecomunicazioni italiano.
Non è cominciata bene la mattinata di Mediaset, il giorno dopo la “scalata ostile”, come la definisce il Governo Gentiloni, di Vivendi: il colosso francese e il suo tentativo di scalare le azioni di Mediaset non hanno trovato come immaginabile il benvenuto della famiglia Berlusconi che grida al reato. Dopo il 20% raggiunto dal colosso telecomunicazioni francese, Mediaset questa mattina ha aperto in rosso a Piazza Affari, con il titolo in borsa che perde al momento il 9% negli scambi. Nonostante il balzo di due giorni fa, per Mediaset la giornata non inizia benissimo in attesa di avere notizie dal fronte giudiziario per l’apertura del fascicolo a Milano contro Vivendi. Il governo monitora, ma intanto Fininvest si dice compatta nell’attaccare e denunciare la scalata “scorretta”: «la famiglia Berlusconi inoltre si è dichiarata compatta nel non lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori», ha affermato in una nota ieri sera.
Dopo l’esposto presentato da Fininvest per la scalata in Borsa da parte di Vivendi su Mediaset, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo contro ignoti per aggiotaggio, cioè per manipolazione del mercato, ma potrebbe profilarsi anche il reato di ostacolo all’attività degli organi di vigilanza. La denuncia è stata firmata da Niccolò Ghedini e il dossier è stato affidato da Francesco Greco, Procuratore della Repubblica di Milano, a Fabio De Pasquale, capo del pool milanese che si occupa di reati finanziari. L’inchiesta sarà coordinata anche dai pm Stefano Civardi e Giordano Baggio. Nell’esposto, presentato per conoscenza anche alla Consob, punta il dito contro il gruppo francese guidato dall’imprenditore Vincent Bolloré: l’accusa è di aver speculato sul titolo Mediaset per tentare una scalata, ma sarà la magistratura, che delegherà la Guardia di Finanza per gli accertamenti, ad accertare se l’accusa è fondata. Nel frattempo Vivendi ha annunciato di aver raggiunto la quota del 20% del capitale sociale di Mediaset.
Silvio Berlusconi non accetta ridimensionamenti del suo ruolo, quindi ha compattato la sua famiglia per lanciare la battaglia contro Vivendi per l’acquisto di azioni non concordato preventivamente con Fininvest. “Non può essere considerato altro che un’operazione ostile”, ha dichiarato l’ex premier in una nota ufficiale. Berlusconi ha poi spiegato di aver aumentato la partecipazione della sua famiglia e di voler proseguire in tal senso nei limiti consentiti dalle leggi. La collaborazione che si prefigurava con Vivendi doveva essere proficua per entrambi i gruppi, ma per il leader di Forza Italia l’accordo è stato disconosciuto. “Non è certo questo il miglior biglietto da visita che Vivendi possa esibire nel riproporsi come azionista industriale della società”, ha precisato Berlusconi. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri: “Mediaset è abituata alla concorrenza esterna, ma è la prima volta che si deve guardare dalla concorrenza interna. Sarà dura, ma ci difenderemo”. Poi ha scherzato: “Chissà se il prossimo anno brinderemo con lo champagne al posto del prosecco”.
Per il nuovo Governo l’acquisto di azioni Mediaset da parte di Vivendi potrebbe rivelarsi una scalata ostile: lo sostiene il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che attraverso una nota ha commentato la complessa vicenda. “Non sembra davvero che quello che potrebbe apparire come un tentativo, del tutto inaspettato, di scalata ostile a uno dei più grandi gruppi media italiani, sia il modo più appropriato di procedere per rafforzare la propria presenza in Italia”, ha dichiarato Calenda, specificando che il Governo seguirà con attenzione l’evolversi della situazione. Il ministro ha ribadito l’apertura agli investimenti stranieri che possono portare crescita e competenze, oltre che contribuire allo sviluppo industriale italiano, ma ritiene altrettanto importante il modo in cui si procede. Non lo definisce irrilevante, infatti, trattandosi “di un’azienda che opera in un campo strategico come quello dei media”. Questo principio è riconosciuto e difeso in Francia, ma Vivendi si è mosso nei ranghi della legalità? Lo accerteranno le indagini.