Nel giorno in cui è partita l’offerta delle nuove azioni di Montepaschi, con Piazza Affari che si muove intorno alla parità, il titolo della banca toscana in Borsa cede il 9%, arrivando alla soglia dei 19 euro. Secondo quanto riporta Repubblica, un rumor circolante in ambienti finanziari vedrebbe Poste Italiane pronta ai intervenire per sottoscrivere una parte dell’aumento di capitale di Mps. La decisione verrebbe comunque presa nelle ultime ore, vedendo anche intanto quale sarà la risposta del mercato e dei detentori di bond subordinati che potranno convertire le loro obbligazioni in nuovi titoli delle banca. Non è escluso che possa essere proprio Poste “l’anchor investitor” in assenza di grandi investitori internazionali.
Non è certo iniziata nei migliori dei modi la settimana di Mps più importante di tutta la sua storia recente: con l’operazione di rilancio e rafforzamento (con l’aumento di capitale fissato a 5 miliardi e chiuso entro giovedì) e dopo l’ok della Consob, Monte dei Paschi di Siena non riesce a scattare bene in Borsa con Piazza Affari che ha dovuto sospendere per ben due volte in pochi minuti questa mattina il titolo di Mps per eccesso di ribasso. Come riporta il sito della Borsa Italiana, « Le nuove azioni verranno proposte a un prezzo compreso tra un euro e 24,9 euro. Sempre oggi parte l’offerta di conversione delle obbligazioni subordinate in azioni. Operazione, quest’ultima, rivolta anche al pubblico retail. Intanto oggi si riunisce di nuovo il cda dell’istituto senese». Al momento cede il 5,8% dopo essere entrato stabilmente in contrattazione e dopo appunto le due sospensioni per ribasso: la quotazione è a 16,69 euro poco prima delle ore 10 e si prospetta un’altra giornata difficile tra Borsa e Consiglio di Amministrazione per il futuro immediato e decisivo della banca di Siena.
Piazza Affari si muove in rosso e Mps non riesce a far prezzo, con un teorico -11,6%. Inizia una settimana particolare per Montepaschi, dato che mercoledì scadrà il termine per la conversione volontaria dei bond subordinati in azioni, su cui la banca toscana per ridurre l’entità dell’aumento di capitale da portare a termine entro fine anno. Secondo l’Aduc, la Consob “è riuscita a farsi coprire di ridicolo”, dato che ha dato il disco verde a un’operazione che pochi giorni prima aveva vietato. Secondo l’associazione dei consumatori, i documenti relativi all’offerta pubblicati su sito di Mps “sono decine e decine di pagine piene di correzioni. Non hanno avuto neppure l’accortezza di pubblicare un documento formattato in modo decente”. Per l’Aduc, inoltre, manca un’informazione importante: cosa accadrà nel caso l’aumento di capitale non vada a buon fine. Per questo l’associazione dei consumatori chiede al Governo di “comunicare queste informazioni adesso, prima che la finestra di conversione si chiuda e non dopo, come sembra voglia fare”.
Il rischio che l’operazione lanciata da Monte dei Paschi di Siena per l’aumento di capitale possa fallire è tenuto in considerazione sia all’interno sia a Palazzo Chigi e al Tesoro. Lo assicurano fonti vicine al dossier citate dall’Adnkronos che però precisano: «Nessuno può dirlo, ovviamente. Altrimenti, non avrebbe neanche senso provarci». Si guarda con realismo, dunque, ai prossimi quattro giorni per capire se il salvataggio possa passare dalla soluzione privata o se, invece, sia indispensabile l’intervento di Stato. Il numero di obbligazionisti che convertiranno i bond in azioni e la disponibilità degli investitori a sottoscrivere l’aumento di capitale rappresentano le principali incognite di due operazioni strettamente connesse. Non è un caso se le riunioni del CdA di Mps – oggi a Milano e venerdì a Siena – siano state programmate prima per seguire l’avvio del piano e poi per conoscere l’esito dell’operazione e i conseguenti risvolti. Se non dovesse arrivare una risposta piena, per la ricapitalizzazione di Monte dei Paschi sarebbe indispensabile l’intervento pubblico.
Lo Stato non si farà trovare impreparato nel caso in cui fallisse l’operazione lanciata da Monte dei Paschi per la sua ricapitalizzazione. Il governo ha già individuato una soluzione che è valida per tutte le banche, quindi non solo per Mps: dovrebbe prevedere un fondo da 15 miliardi per gli aumenti di capitale e uno da 80 miliardi come garanzie. In questo modo, dunque, si potrebbero fronteggiare crisi di liquidità e assicurare interventi sul mercato. Stando a quanto riportato da La Stampa, se il ricorso al “paracadute” di Stato dovesse essere necessario, il governo sarebbe pronto ad intervenire varando il decreto proprio venerdì, giorno nel quale si terrà il CdA decisivo di Monte dei Paschi a Siena. In questo caso, però, a farne le spese sarebbero gli azionisti e i possessori dei bond subordinati, ma il Tesoro sta cercando un modo per salvaguardarli. Mps, invece, verrebbe sottoposta a rigide limitazioni dall’Ue, quindi il Governo – come evidenzia l’Ansa – dovrebbe trattare con Bruxelles per un piano di ristrutturazione dell’istituto senese.
Monte dei Paschi di Siena è in grado di sopravvivere con i capitali privati o sarà necessario l’intervento dello Stato per il suo salvataggio? Il futuro della più antica al mondo sarà più chiaro alle 14 di giovedì. Lunedì, infatti, comincerà il collocamento del capitale fresco presso gli investitori privati e al tempo stesso si riunirà il CdA a Milano. L’obiettivo è di raccogliere entro venerdì il più possibile dagli investitori privati per provvedere autonomamente all’aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Le strade per raggiungere questo obiettivo sono due: la conversione volontaria dei bond subordinati e l’accelerated bookbuilding, cioè il collocamento privato. Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, c’è scetticismo in Mps sull’adesione massiccia alla conversione volontaria dei bond subordinati e, infatti, si ipotizza un’adesione del 40,4% per 1,8 miliardi. Giovedì, invece, si farà il punto sull’eventuale partecipazione di investitori privati, tra cui il fondo del Qatar. Il fallimento del referendum sulla riforma della Costituzione ha, però, raffreddato l’interesse di Doha, che potrebbe aspettare l’esito della conversione per fare ufficialmente retromarcia. Se una delle due operazioni o entrambe non portassero alla raccolta dei 5 miliardi previsti, l’intervento pubblico sarebbe necessario per Monte dei Paschi di Siena.
Da domani scatta la vera settimana decisiva per Monte dei Paschi di Siena: la banca senese vede infatti il traguardo verso l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro, con tutti i rischi del mercato e le polemiche sulla situazione Mps, monitorata sempre con grande attenzione dalla Banca d’Italia e dallo stesso governo. Come riporta l’Ansa, «Per l’offerta pubblica, dedicata per il 30% agli azionisti e per il 5% al pubblico indistinto, il termine è mercoledì 21 alle 14, mentre ci saranno 24 ore in più per il collocamento istituzionale (per il 65% dell’offerta globale). Per il pubblico indistinto si adotteranno i “parametri più cautelativi (più bassi)” Mifid per la valutazione di adeguatezza, che sarà “bloccante” per chi avrà esito negativo». Sempre secondo l’agenzia nazionale, se l’operazione del mercato dovesse realmente fallire, potrebbe intervenire non solo il Governo con un decreto ma anche il Tesoro con un intervento rapido: « il Tesoro sta cercando una strada per ‘salvaguardare’ i piccoli risparmiatori. E anche la banca verrebbe sottoposta alle rigide limitazioni previste da Bruxelles. Si aprirebbe infatti una lunga trattativa fra Governo e Ue per un piano di ristrutturazione dell’istituto. Le norme prevedono, fra l’altro, la riduzione sia dell’attivo, cioè dei prestiti, sia dei titoli di Stato, oltre allo stop al pagamento di dividendi e degli interessi sui subordinati».
Del salvataggio di Monte dei Paschi di Siena si discute anche in Germania: uno dei cinque consiglieri economici di Angela Merkel ha parlato della delicata operazione, spiegando che «dovrebbe avvenire secondo le regole concordate». Secondo Christoph Schmidt, che è intervenuto al Westdeutsche Allgemaine Zeitung, il salvataggio di Mps non deve pesare sui contribuenti: «I creditori della banca devono contribuire al soccorso, non il contribuente». Schmidt, uno dei cinque saggi di cui si avvale la cancelliera tedesca per quanto riguarda le questioni economiche, ha lanciato poi un messaggio all’Italia: «Se non rispetta le regole alla prima grande prova, l’unione bancaria non è credibile». Intanto domani si riunirà a Milano il CdA di Banca Monte dei Paschi per seguire l’avvio della conversione dei bond subordinati e dell’aumento di capitale, ma – stando a quanto si apprende dall’Ansa – un’altra riunione del Consiglio è programmata per venerdì a Siena.
L’aumento di capitale di Monte dei Paschi di Siena si aprirà domani e si chiuderà venerdì. Per mercoledì è invece fissata la chiusura della seconda tranche della conversione dei bond subordinati in azioni. Il prezzo delle azioni Mps, come riporta Tgcom24, sarà definito al termine dell’operazione: il valore massimo è stato stabilito in 24,9 euro per azione. L’aumento di capitale di Monte dei Paschi di Siena e la conversione dei bond subordinati in azioni sono stati approvati dalla Consob: l’obiettivo è quello di chiudere sul mercato la ricapitalizzazione da 5 miliardi, evitando quindi l’intervento pubblico. Il salvataggio privato del Monte dei Paschi di Siena è legato da un lato ai piccoli risparmiatori italiani e dall’altro ai grandi investitori internazionali. Per quanto riguarda i risparmiatori italiani si tratta di oltre 40mila persone che hanno in mano bond per oltre 2 miliardi di euro emessi da Mps nel 2008 per finanziare l’acquisto di Antonveneta. Sull’altro versante invece sarà decisivo l’investimento fino a un miliardo di euro promesso dal Qatar.
La deadline per l’operazione relativa all’aumento di Monte dei Paschi di Siena è stata fissata: va chiusa entro fine anno. L’aumento di capitale dovrebbe concludersi già venerdì 23 dicembre, ma cosa accadrebbe se Mps non dovesse riuscire a raccogliere i 5 miliardi di euro necessari? In tal caso lo Stato aprirà il suo “ombrello”: il decreto sulle banche da 15 miliardi potrebbe vedere la luce già mercoledì 21 dicembre nel caso in cui la conversione dei bond in azioni desse risultati deludenti oppure proprio venerdì. In questo caso, dunque, si aprirebbe la strada del “burden sharing”, che comporta il coinvolgimento forzoso degli azionisti e dei bond subordinati nella ricapitalizzazione. In quest’ultimo caso, la conversione in azioni si concretizzerebbe a condizioni più svantaggiose di quelle offerte da Mps, per questo chi possiede i bond dovrà valutare bene la situazione. Il governo, come riportato dal Corriere della Sera, è al lavoro per riservare un indennizzo ai piccoli risparmiatori, ma le soluzioni dovranno essere adottate compatibilmente con le stringenti norme europee che riguardano gli aiuti di Stato.
Il Codacons aveva chiesto anche a Monte dei Paschi di Siena la stipula di polizze assicurative per garantire i clienti, senza però ricevere risposta. E’ quanto denuncia l’associazione a difesa dei consumatori. Secondo quanto si legge sul sito, il Codacons aveva inviato lo scorso ottobre “una formale richiesta a 5 banche (Banca Popolare di Spoleto, Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Mps e Unicredit) chiedendo loro di stipulare una polizza assicurativa finalizzata a offrire garanzie a correntisti e titolari di depositi, in modo da far fronte ad eventuali crisi finanziarie degli istituti”. Ma spiega l’associazione, “nessuna di queste banche ha risposto alle nostre richieste, e oggi da più parti giunge l’allarme circa la chiusura dei conti correnti da parte dei clienti e il ritiro dei depositi, conseguenza scontata della grave situazione di incertezza che coinvolge il mondo bancario italiano”.
Ha pochi giorni a disposizione per convincere 40mila piccoli investitori a convertire le proprie obbligazioni subordinate in titoli della banca ed è già partito il pressing. Le modalità sono state descritte da Il Giornale: un call center gestito da una società esterna alla banca di Siena si occupa delle telefonate alla clientela retail, invitando il risparmiatore a recarsi in filiale per ricevere tutte le informazioni in merito ai suoi bond subordinati. Mps per persuadere i piccoli investitori utilizza la carta delle perdite superiori che potrebbe comportare la conversione in azioni con il salvataggio statale: in tal caso, infatti, i bond subordinati potrebbero essere convertiti in azioni a condizioni sconosciute e che “quindi potrebbero essere migliori, uguali o a anche peggiori”, recita il prospetto dell’istituto senese. Il tempo stringe e la situazione di incertezza ha complicato gli scenari: c’è stata un’emorragia di depositi e, infatti, tra il 30 settembre e il 13 dicembre sono stati persi 6 miliardi di “raccolta diretta commerciale”, di cui “2 miliardi dal 4 dicembre, data del referendum”. Se consideriamo la perdita di 13,8 miliardi nei primi nove mesi, il saldo negativo sale così a 20 miliardi.