Sono emersi nuovi particolari in merito alla notizia della retromarcia del fondo sovrano del Qatar, che doveva fare da perno per la soluzione privata per Monte dei Paschi di Siena con un investimento di circa un miliardo di euro. Fonti finanziarie, citate dall’Ansa, riferiscono che gli sviluppi finanziari della banca, l’andamento dei mercati e l’incertezza delle prospettive politiche hanno spinto il Qatar, che era anchor investor dell’aumento di capitale di Mps, a fare un passo indietro. Manca ancora una risposta del mercato all’offerta di azioni di Monte dei Paschi nella ricapitalizzazione della banca. Gli investitori istituzionali avevano indicato due condizioni necessarie: una massiccia adesione alle conversioni nel liability management e un anchor investor di peso, ma entrambe mancano e l’offerta istituzionale si chiude domani alle 14. Il tempo stringe, dunque, per Mps e si attendono importanti novità nelle prossime ore.
Sul fronte dei Monte dei Paschi le nubi si addensano: il titolo Mps in Borsa continua a perdere, con il -8% ancora a poche ore dalla chiusura, mentre il cda che si riunirà tra circa due ore al momento non rilascia alcuna dichiarazione a riguardo del salvataggio e della conversione dei bond retail. Il Monte dei Paschi però può intravedere due possibili speranze in questo tetro periodo, rafforzato dal fatto che la liquidità della banca basterebbe ad oggi solo per 4 mesi e non 11 come promesso dal board negli scorsi giorni. Da un lato il decreto salva-banche da 20 miliardi è stato approvato da entrambi i lati del Parlamento, dall’altro la conversione dei bond sarebbe arrivata, su fonti Rai, a circa un miliardo, considerata una cifre ragionevole per poter dare il via all’aumento di capitale da 5 miliardi. Resta il dubbio per un mercato che non sale nonostante il decreto salvagente adottato dal Governo Gentiloni: nelle prossime ore forse la parola ultima sul destino di Mps non solo in Borsa.
Piazza Affari resta in rosso e Mps perde il 5,9%, risalendo sopra i 17 euro ad azione. Tra le condizioni poste per l’acquisto di una tranche di oltre 1,5 miliardi di titoli junior mezzanine di Montepaschi da parte di Quaestio attraverso il Fondo Atlante c’è il fatto che la ricapitalizzazione avvenga con un’operazione di mercato in cui un’eventuale adesione dello Stato non superi il miliardo di euro. Dunque se l’aumento di capitale fallirà, salterà anche l’intesa tra le due parti e la stessa cosa si verificherà se verrà varato un intervento pubblico di una certa entità. La quale al momento non sembrerebbe sufficiente a garantire che vengano raccolti tutti i 5 miliardi di euro necessari. Non è dunque un momento facile né per Mps, né per il Governo che dovrà decidere in che modo intervenire per aiutare la banca toscana.
Si muove in rosso e Mps continua a perdere terreno, facendo segnare un -18%, ormai sulla soglia dei 15 euro ad azione. Per Jean Pierrre Mustier, “qualunque soluzione sarà trovata sono certo che dopo Natale l’Italia avrà banche più forti, e in grado di sostenere meglio le esigenze dei clienti”. Con queste parole, in un’intervista a Repubblica, l’amministratore delegato di Unicredit parla del possibile intervento pubblico per Monte dei paschi di Siena che potrebbe riguardare anche altre banche. “La cosa importante per l’economia del Paese è avere banche di qualità e forti, senza troppi cattivi crediti e con patrimonio solido. Ritengo l’economia italiana messa molto meglio di quanto i cittadini la dipingono, con una quantità di imprese dinamiche e grande ricchezza privata. Spesso gli italiani dimenticano che il Paese ha un forte vantaggio competitivo e un business model giusto per le complessità del 21° secolo, basato su imprese piccole, flessibili ed eccellenti in più campi”, aggiunge Mustier.
Mattinata nera per Monte dei Paschi di Siena: la Borsa è lo specchio della situazione ancora incerta tra salvataggio privato – orami speranza ridotta al lumicino – e “ombrello” dello stato. Il titolo Mps è stato sospeso per ulteriore eccesso di ribasso, con un meno 11,92% e con scambi a 16,30 euro. Nerissimi gli scambi, nera la situazione attuale, si spera più roseo il futuro di questa banca, con il Governo Gentiloni che si è detto assolutamente disposto al salvataggio. Oggi il ministro Padoan è alla Camera per il question time in merito: come filtra dal Parlamento, ecco una prima valutazione del ministro dell’Economia «Ribadisco la natura precauzionale dell’intervento. Si tratta di una misura che non può avere valutazioni specifiche su singoli istituti perché le valutazioni vanno fatte caso per caso e in alcuni casi riguardano situazioni che sono soggette a operazioni di mercato su cui non si deve intervenire. E’ una cifra a nostro avviso a dare un segnale ma non esagerata perché indurrebbe a pensare che la situazione è più grave di quello che è. E non lo è, siamo di fronte a un sistema finanziario che nella sua complessità, con alcune criticità di casi specifici, è solido e sano».
Piazza Affari si muove vicino alla parità e Mps è già sospesa per eccesso di ribasso, con un teorico -5,7% che porta il titolo sotto i 18 euro. Sono ore importanti per Montepaschi, dato che oggi si concluderà l’offerta per la conversione volontaria dei bond subordinati in azioni. A ieri risultavano adesioni per un controvalore di 500 milioni di euro, ben al di sotto, quindi di quanto preventivato. Pier Carlo Padoan ieri sera, in un’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha chiesto di autorizzare l’aggiornamento degli obiettivi di finanza pubblica per mettere sul piatto 20 miliardi di euro da utilizzare per un decreto che tuteli i risparmiatori e il sistema bancario, al di là della vicenda Montepaschi. Infatti, la norma potrebbe essere usata anche per Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza e alcune banche locali dell’Emilia-Romagna. Per le 17:00 di oggi è previsto un cda di Montepaschi che dovrà probabilmente fare il punto della situazione.
Mentre la situazione del salvataggio di Monte dei Paschi di Siena sembra non poter prescindere da un intervento dello Stato, l’istituto di credito più antico al mondo può contare sull’appoggio di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, recatosi al Quirinale per lo scambio degli auguri natalizi con le alte cariche dello Stato, come riportato da Adnkronos ha rassicurato il premier Gentiloni sull’appoggio del suo partito a qualsiasi tipo di iniziativa che abbia come scopo il salvataggio di Mps:”Noi ci siamo su tutto, a partire da Mps. E’ un peccato se dovesse finire male”. A muoverlo, anche ragioni di cuore:”Io sono legato a quella banca, è stata la prima a concedermi un mutuo”. In seconda battuta Berlusconi ha aggiunto:”Il Monte Paschi di Siena va assolutamente salvato, checché ne dica l’Europa. Altrimenti sarebbe un disastro per il Paese, per il sistema Italia. Dobbiamo salvarlo”.
Il sindaco di Siena, Bruno Valentini, interviene sulla vicenda Monte dei Paschi di Siena e lo fa per affermare quella che è, a suo dire, la vera forza della banca toscana: i suoi dipendenti. In una nota, il primo cittadino senese spiega:”Mentre tutti parlano, anche a sproposito, di Banca M.P.S., in queste ore migliaia di lavoratori della Banca stanno interloquendo con la clientela per prospettare la possibilità della conversione di obbligazioni subordinate in azioni, in modo da contribuire a raggiungere l’obiettivo dell’aumento di capitale, reso obbligatorio nei tempi e nei modi imposti dalla vigilanza europea”. Valentini prosegue sottolineando come “L’accelerazione e la drammatizzazione di questo traguardo hanno messo a rischio la stabilità della banca che la BCE avrebbe invece dovuto aiutare. La fuga di depositi è stata provocata in gran parte dall’allarmismo delle autorità europee e dalla irresponsabile gazzarra che da mesi e mesi ha dipinto Banca MPS come insolvente. Nessuna altra banca in Europa avrebbe resistito a questa campagna di denigrazione se la motivazione e la credibilità dei dipendenti non si fossero incontrate con la fiducia della maggior parte dei clienti”. A detta di Valentini, dunque, “i 25mila dipendenti MPS sono una forza straordinaria e credibile, capace di rimediare ai danni prodotti da tutti i manager incapaci ed infedeli del passato: si sono rimboccati le maniche e rincuorati a vicenda, aprendo gli sportelli anche di sabato mattina (…). Se il Monte si salverà, come sono convinto, i veri protagonisti saranno stati i lavoratori ed i clienti che ci hanno creduto fino in fondo”.
Mentre Monte dei Paschi di Siena è impegnata nel tantativo di rintracciare sul mercato le risorse necessarie per una ricapitalizzazione e il governo ha già istituito un fondo di 20 miliardi di euro da utilizzare nel caso in cui si rendesse necessario un salvataggio di Mps, a dire la sua sulla vicenda dell’istituto di credito più antico del mondo è stato Pierluigi Bersani. L’ex segretario del Partito Democratico, intervenendo al forum del Corriere.it, come riportato dall’Ansa, ha fatto intendere che al posto del Governo Renzi avrebbe gestito diversamente la questione banche:”Adesso non è il momento di aprire una discussione, ma non tutte le scelte sono state lineari forse si è sbagliato il primo colpo con le piccole 4 banche. Io sarei andato alla corte di Lussemburgo invece di applicare il bail in”. Bersani ha comunque fatto capire come non sia più tempo di recriminazioni:”Forse si può discutere di come ci si è comportanti ma adesso diamo una risposta ai risparmiatori e mettiamoli in tranquillità”.
Dopo la chiusura del titolo Mps in Borsa in leggero calo, molto meno rispetto al crollo della giornata di ieri, si prova a fare una sorta di bilancio in attesa delle decisioni del board sulla questione salvataggio: al momento non ci sono novità o prese di posizione del cda del Monte dei Paschi di Siena, con le due ipotesi ormai note che rimangono sul piatto. È intervenuto questo pomeriggio con una nota il capogruppo in consiglio regionale Toscana di Sinistra Toscana, Tommaso Fattori, criticando fortemente il governo centrale di Roma: « “l’intervento dello Stato nel capitale MPS è ormai alle porte ma è irresponsabilmente tardivo. Il governo sta per chiedere 20 miliardi ai cittadini italiani per garantire la liquidità e le ricapitalizzazioni pubbliche delle banche in crisi, in primis MPS, e ci sta chiedendo di farlo al buio».
Gran parte delle colpe, secondo Fattori, vanno anche imputate direttamente all’ex premier Renzi, criticato fortemente ancora nella nota diffusa: «Nazionalizzare è giusto, inevitabile, ma si sarebbe dovuto farlo al momento opportuno anziché continuare a procrastinare la decisione, vendendo il fumo d’irrealistiche soluzioni di mercato e facendo bruciare miliardi di capitalizzazione al sistema bancario italiano. Lo stiamo ripetendo da anni e Renzi non ha avuto il coraggio di prendere la decisione neppure la scorsa estate, quando era evidente a tutti che non c’era altra strada possibile e il tempo era scaduto, ma il presidente del consiglio ha cercato irresponsabilmente di spostare la decisione al dopo referendum, solo per cercare di vincere. I soliti azzardi cui ci aveva abituati Renzi, fatti sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori».
Mentre si attende la chiusura della Borse per vedere il grado di salute del titolo di Mps – al momento Piazza Affari segna un segno meno 1,66% – la situazione resta molto complessa per il salvataggi privato tramite mercato finanziario: ormai sono ridotte al lumicino le speranze del board di Monte dei Paschi di Siena di poter vedere un salvataggio senza l’ingresso dello stato. Secondo quanto riporta radiocor, i bond subordinati di Mps ad oggi toccano i minimi storici finendo sotto quota 50; «I risparmiatori che hanno in mano il maxi bond Upper Tier II con scadenza maggio 2018 avranno tempo fino a domani alle ore 14:00 per convertire i titoli. La finestra per gli investitori istituzionali si chiuderà invece giovedì 22 dicembre. Nuovi minimi anche per le obbligazioni Lower Tier II: il bond con scadenza aprile 2020 viaggia sui minimi storici a 49,9», si legge nella nota d’agenzia.