Nella serata appena giunta arriva una notizia importante sul fronte Borsa: Monte dei Paschi di Siena dovrà sospendere ancora il titolo e gli scambi nel mercato come avvenuto anche oggi. «Il titolo Monte dei Paschi resterà sospeso dalle contrattazioni a lungo, fino a quando (…) non sarà ripristinato un corretto quadro informativo sui titoli emessi o garantiti da Banca Monte dei Paschi di Siena e sugli strumenti finanziari aventi come sottostante titoli emessi da Banca Monte dei Paschi di Siena», riporta la delibera della Consob in riferimento al titolo Mps e all’approvazione delle autorità europee, tra cui la Bce, nel nuovo piano di rafforzamento patrimoniale della banca. Decisione importante che nella prossima settimana tra Natale e Capodanno rischia di avere il titolo della banca di Siena praticamente fermo a Piazza Affari in attesa della fine crisi.
A Bruxelles continuano a tenere d’occhio Monte dei Paschi di Siena, che deve fare i conti con il fallimento dell’aumento di capitale e la sospensione dei titoli dalle negoziazioni sui mercati finanziari. La Commissione dell’Unione europea ha, però, fatto sapere di sostenere le autorità italiane nell’obiettivo di rafforzamento del settore e ricordato che esistono varie soluzioni nel rispetto delle regole UE, come la ricapitalizzazione precauzionale, che permette allo Stato di intervenire senza che scattino i meccanismi del “Bail-in”. La Commissione ha fatto sapere di essere in continuo contatto con le autorità italiane. Il Portavoce dell’Esecutivo UE con una nota ha precisato che “queste soluzioni proteggono pienamente i depositanti”. Ora – come riportato da Il Messaggero – la Commissione UE aspetta il piano di ristrutturazione di Monte dei Paschi di Siena per stabilire le condizioni da rispettare per ottenere l’approvazione dell’intervento pubblico.
Arriva dal Codacons una denuncia riguardo al decreto salva-risparmio del Monte dei Paschi di Siena. L’associazione a difesa dei consumatori sostiene infatti che il salvataggio di Mps e di altre banche in difficoltà “costerà 333 euro ad ogni italiano, neonati compresi”. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi afferma che “20 miliardi di euro saranno trasferiti dalle tasche della collettività a quelle delle banche. Ancora una volta il Governo mette gli interessi degli istituti di credito davanti a quelli dei cittadini, ricorrendo a soldi pubblici per salvare i conti delle banche in difficoltà, privando così le famiglie di risorse preziose che potevano essere destinate alla riduzione delle tasse o alla lotta alla povertà. Il decreto salva-risparmio è una vergogna nazionale, perché di fatto con tale misura il Governo mette le mani nelle tasche degli italiani, realizzando un prelievo coatto pari a 333 euro a cittadino, e salvando chi di fatto è responsabile della crisi del sistema bancario italiano”.
Come noto, il Governo è intervenuto con un decreto per risolvere la vicenda Montepaschi e mettere in sicurezza tutto il sistema bancario italiano. In una nota, il Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, scrive: “Lontani dai preconcetti, con spirito di realismo, esprimiamo una valutazione prevalentemente positiva sul decreto legge per la tutela del risparmio, sia sulle garanzie statali (onerose per le banche che le otterranno) per la liquidità, sia per gli interventi preventivi per rafforzare il patrimonio di chi ne avesse necessità secondo i giudizi e con le determinazioni della Banca d’Italia e del Ministero dell’Economia e delle Finanze”. Patuelli ha anche ricordato che il decreto consente di “prevenire ed evitare le crisi bancarie ed anche le procedure di risoluzione e di bail-in (sul quale permangono le riserve sulla sua coerenza alla Costituzione della Repubblica)”.
Dopo la lunga notte del Monte dei Paschi di Siena il Governo ha deciso di “salvare” Mps con il famoso decreto salva-banche da 20 miliardi: a dare l’annuncio il premier Gentiloni questa mattina, prima dello scoppio dei problemi legati all’attentatore di Berlino ucciso a Milano. «Decreto salvarisparmio varato dopo l’ok del Parlamento, rassicura i risparmiatori e il futuro di Mps»; interessante il passaggio in cui il premier ricorda come ogni intervento deciso è stato concordato con l’Europa. «Ci siamo mossi a seguito della presa d’atto del Mps della conclusione dell’operazione di mercato – ha concluso Gentiloni – e abbiamo concordato con le autorità europee le modalità di questo intervento». Nei prossimi giorni tutti i nodi dovranno però essere sciolti, a cominciare dall’immediato futuro di azionisti e obbligazionisti subordinati che attendono una decisione sul loro importante e rischio “destino” nella banca di Siena.
Interviene sulla vicenda Monte dei Paschi di Siena anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. In un post pubblicato sul proprio profilo Facebook Rossi riprende un’intervista del Corriere della Sera al banchiere Roberto Mazzotta, sul salvataggio di Stato di Mps. Ecco cosa scrive il presidente Rossi: “Oggi parla Mazzotta sul colpevole ritardo nell’intervento dello Stato sulle banche; su come questo abbia aggravato la crisi contribuendo al fallimento di 380mila imprese medie e artigiane. Anche noi lo avevamo detto in tempo. Ma ha pesato l’ideologia liberista, la pochezza e pusillanimità delle nostre classi dirigenti politiche e bancarie. Oggi sul Corriere della sera ne parla il banchiere Roberto Mazzotta con parole chiare e dure”. Poi Rossi riporta l’intervista “Tutti hanno coperto i veri dati delle banche in crisi” (clicca qui per leggerla).
Marco Morelli, amministratore delegato di Mps, ha inviato un videomessaggio ai dipendenti della banca in cui ha fatto il punto della situazione, evidenziando in particolare che “l’intervento statale non era sicuramente la prima opzione della banca, però ci darà comunque la possibilità di procedere con lo smaltimento accelerato dei crediti deteriorati; ci darà la possibilità di avere una posizione diversa e più forte; ripristinare un assetto – per quello che riguarda la liquidità – in linea con quello che era la posizione della banca all’inizio del 2016; e darà soprattutto la possibilità di tutelare tutti i nostri clienti che sono in possesso dell’obbligazione 2008-2018”. Morelli ha quindi spiegato che il suo impegno “continua indipendentemente da quella che è la soluzione tecnica che la banca ha scelto di intraprendere e tutte le energie che ho impiegato in queste settimane e nei tre mesi dal mio arrivo, saranno ancora di più e ancora più forti per cercare di portare la banca in una posizione solida, stabile e finalmente in grado di poter tornare a fare il lavoro che le compete”.
Con il titolo Mps sospeso in tutti gli scambi dalla Consob ieri sera, oggi tutta la vicenda di Monte dei Paschi di Siena è diretta sulla decisione presa nella notte dal governo e dai vertici della banca senese di passare al salvataggio statale con ombrello del salva-banche. Ma il vero banco di prova che ora attende il Governo Gentiloni appena insediato si chiama “burden sharing” ovvero i termini della conversione forzosa dei sottoscrittori di obbligazioni subordinate al Monte dei Paschi. Come spiega il Sole 24Ore, «tanto maggiore il capitale accantonato a copertura dei rischi e tanto più solidi i ratios patrimoniali, tanto più forte è la fiducia riposta in una banca. Ma esiste anche un circolo vizioso: quando una banca non riesce a rafforzarsi patrimonialmente e a cedere o svalutare o deconsolidare le sofferenze, entro tempi e modalità imposti dagli organi di vigilanza, la fiducia si sgretola. Per risolvere questo corto circuito, per esaltare le virtù delle regole e soffocarne i vizi, entra ora in scena lo Stato con un inedito plafond fino a 20 miliardi di sostegno al sistema bancario». Secondo il quotidiano milanese, il Il burden sharing sui 4,7 miliardi di obbligazioni subordinate del Monte è previsto venga attuato dallo Stato con conversione forzosa, «prevedibilmente a condizioni peggiorative rispetto alla conversione volontaria (l’offerta nell’operazione di mercato era alla pari per i retail, istituzionali molto vicino alla pari – sopra la pari tenuto conto delle cedole incassate – e subordinati più rischiosi attorno a quota 23)».
Nella vicenda del Monte dei Paschi di Siena era entrato in campo anche il Codacons che, in rappresentanza dei risparmiatori della banca senese difesi in giudizio dall’associazione, lo scorso 13 dicembre aveva presentato alla Consob formale istanza di partecipazione al procedimento di ricapitalizzazione. Ma ieri, prima del via al salvataggio di Mps da parte dello Stato, aveva ricevuto una risposta negativa da parte della Consob. La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, come riferito dal Codacons, aveva negato agli utenti di partecipare al procedimento in questione. E il presidente del Codacons Carlo Rienzi aveva così commentato la comunicazione della Consob: “Ancora una volta in tema di risparmio vengono violati i più basilari principi di trasparenza, impedendo ai risparmiatori di entrare in un procedimento che riguarda 40mila cittadini. Non capiamo come possa ravvisarsi il segreto d’ufficio su una vicenda, quella della ricapitalizzazione di Mps, che da giorni tiene banco su tutti i mass media, né come la partecipazione degli utenti possa arrecare pregiudizio all’operazione, alla banca e alla stessa Consob”.
Piazza Affari si muove in rialzo, ma le azioni e le obbligazioni di Mps oggi non verranno scambiate. Lo ha deciso Borsa italiana. La sospensione è limitata alla seduta di oggi. Considerando che Piazza Affari resterà chiusa anche lunedì, le contrattazioni dovrebbero riprendere martedì 27 dicembre. Al termine del Consiglio dei ministri che ha varato il decreto salva-banche, il cda di Montepaschi ha deliberato di presentare un’istanza di sostegno finanziario straordinario e temporaneo, necessario a consentire alla banca l’accesso alla ricapitalizzazione con supporto pubblico. Si tratta di una misura che è prevista nella nuova normativa sulle banche in caso siano ancora solvibili, ma non riescano a racimolare capitali sul mercato. Un passo quindi necessario per far sì che il Tesoro possa sopperire alla mancanza di liquidità assicurando comunque la continuità aziendale. Mps ha anche fatto sapere che le banche coinvolte nell’operazione di collocamento delle nuove azioni e nella cartolarizzazione dei crediti deteriorati, in particolare Jp Morgan e Mediobanca, non riceveranno alcuna commissione dato che l’operazione di aumento di capitale è stata dichiarata fallita.
E alla fine l’aumento di capitale tramite mercato fallisce: per il Monte dei Paschi di Siena il tentativo di aumento di capitale tramite il pubblico mercato degli scambi che aveva scadenza fissata a ieri non ha avuto felice conclusione. «In un comunicato diffuso due sere fa, Mps ha reso noto che le adesioni complessive all’offerta pubblica di bond subordinati ammontano a 2,451 miliardi di euro. Ma l’aumento di capitale, chiuso ieri, non ha fatto altrettanto: il cda riunito in serata a Milano ha preso atto del suo “fallimento”. Nonostante la conversione dei bond in azioni abbia portato in cascina più fieno delle previsioni, è venuto a mancare il supporto di un investitore istituzionale di spessore nell’ambito dell’aumento di capitale vero e proprio: il Qatar, che sembrava nella fase iniziale un interlocutore in grado di metter sul piatto almeno 1 miliardo, si è sfilato», si legge nel report di Repubblica. Tutto quindi nelle mani dello Stato che si era già “portato” avanti con il piano-B, ovvero il salvataggio istituzionale: resta ora da capire termini e misure della decisione ma il Parlamento ha già dato il via libera fare 20 miliardi di debito per salvare le banche in difficoltà, ovvero in questo momento proprio Monte dei Paschi di Siena.
Mentre il cda di Monte dei Paschi di Siena ha preso il via a Milano, con l’arrivo del ad Marco Morelli, arrivano altre notizie dal mondo dei sindacati e delle associazioni che difendono i diritti di correntisti e semplice aderenti alla banca Mps che riflettono preoccupazione e timore per il destino immediato di Montepaschi. Tramite un comunicato stampa diffuso dalla Cgil Siena, il sindacato principale esprime forte perplessità sul salvataggio privato della banca di Siena: «Se la riapertura della ricapitalizzazione sul mercato dovesse risultare insufficiente a conseguire gli obbiettivi, il governo deve immediatamente operare attraverso la decretazione sulla base del nulla osta ricevuto dal Parlamento; non si può prescindere dalla tutela dei lavoratori dipendenti dell’Istituto, degli obbligazionisti retail e di un rinnovato rapporto con il territorio, in particolare della nostra provincia e Regione, in modo da tutelare in via definitiva il terzo polo bancario nazionale».