Il Sindaco di Arezzo non può che essere preoccupato dopo che è stato annunciato l’intervento dello Stato in Mps. Non tanto per l’intervento in sé, ma per la disparità di trattamento che rischia di crearsi tra i detentori di bond subordinati Montepaschi e coloro che avevano analoghi titoli di Banca Etruria. Arezzonotizie.it riporta infatti le dichiarazioni di Alessandro Ghinelli, che ricorda l’esistenza nel piano di intervento del Governo di “una clausola che prevede la riconversione delle subordinate in azioni ordinarie  senza perdita di valore. Ho protestato, ho sentito che ha protestato anche il Vescovo, almeno siamo in due a protestare perché non è accettabile un trattamento così diverso per due città così vicine come Arezzo e Siena. Fermo restando che salvare il Monte dei Paschi va bene, che si faccia in modo che quelle clausole valgano anche per Arezzo, credo che ci sia un emendamento al provvedimento allo studio, ma se questo non avesse un seguito oppure se avrà bisogno di un sostegno sono pronto a scrivere a Mattarella per chiedere di trovare il modo perché il ministro per l’Economia ristori anche gli obbligazionisti aretini”.



La richiesta di una ricapitalizzazione da 8,8 miliardi per Mps da parte della Bce non è piaciuta affatto alla Uilca. Il Segretario generale Massimo Masi non usa mezzi termini per criticare la scelta dell’Eurotower: “Lo si dica chiaramente: Mps deve essere salvata oppure deve fallire? Siamo in mano a dei burocrati che spostano l’asticella dell’aumento di capitale a loro piacere! Tutto ciò è allucinante e foriero di domande e di incognite. Cosa sarebbe successo se l’aumento di capitale fosse andato in porto?”. Il sindacalista rincara poi la dose: “La Bce sta giocando con il fuoco. Un celebre editorialista, nei giorni scorsi, diceva che non si può morire per una banca. Concordo. Ma non si può far morire una nazione come l’Italia per un paio di burocrati europei che vivono nella loro tower senza avere contatti con la vita e la realtà quotidiana”.



Il caso Montepaschi dimostra che Pier Carlo Padoan non è all’altezza della situazione: sono le parole che Giovanni Pons attribuisce ad ambienti finanziari milanesi, secondo cui il ministro dell’Economia, pur essendo un bravo economista, non ha nella materia bancaria di certo il suo punto di forza. A Padoan, nel pezzo pubblicato su Business Insider, si dà la colpa di aver procrastinato per troppo tempo l’intervento sulla banca toscana. E così ora la Banca centrale europea, su pressioni tedesche, chiede che si porta la ricapitalizzazione a 8,8 miliardi di euro. E questo potrebbe essere l’anticamera per “obbligare” l’Italia a chiedere aiuto all’Esm, aprendo così la strada dell’arrivo della Troika a Roma. Quest’analisi sembra troppo ingenerosa nei confronti di Padoan dimenticato che fino all’inizio del mese era il ministro di un Governo guidato da un Premier non certo disposto a dare “libertà di azioni” ai propri collaboratori. Più che a Padoan, forse le critiche andrebbero rivolte a Matteo Renzi.



Il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena sembra non convincere del tutto gli italiani. In queste ore infatti il dibattito sul salvataggio di Stato di Mps corre anche sui social network dove c’è chi solleva dubbi sulla necessità dell’operazione. E’ questo infatti il tono di alcuni tweet che sono stati pubblicati sul social network: “Per una storia infame come quella di #MPS banca spolpata dal #PD per il #PD, una volta almeno avrebbero messo teste sui ceppi; #banche non costerebbe meno ripagare i piccoli correntisti e chiudere #MPS una volta per tutte? Perché salvare una banda di #incapaci?; Tanti #italiani in difficoltà, #governo #gentiloni #PD non spenda miliardi € per #banche di #Siena #MPS: paghino debiti con loro patrimonio; #banche vogliamo sapere a chi e per cosa #MPS ha prestato i soldi”.

Uno dei rischi del salvataggio di Mps da parte dello Stato è quello di creare situazione di disparità tra risparmiatori. Infatti, con il precedente delle 4 banche fallite l’anno scorso, si potrebbero dare più tutele a coloro che sono coinvolti nel caso di Montepaschi rispetto a chi un anno fa ha dovuto attendere prima di avere un decreto relativo al rimborso per le obbligazioni subordinate che sono state azzerate da un giorno con l’altro. E così, come riporta Arezzo Tv, il vescovo aretino Riccardo Fontana, durante l’omelia nella messa di Natale in Cattedrale, ha voluto fare un richiamo alle istituzioni per evitare “disuguaglianze”. È noto infatti che il crac di Banca Etruria abbia coinvolto non poco i cittadini di Arezzo. “È necessario che i principi che valsero per salvare i risparmi degli altri siano rispettati anche quando si tratta dei diritti dei poveri aretini. Le forme non tocca alla Chiesa indicarle, ma non taceremo finché non sia rispettato il diritto di questa città. Abbiamo parlato senza timore quando mancavano esempi di interventi a risanare i danni arrecati ai più semplici, che senza malizia e calcolo speculatorio, si erano fidati: non cessi ora l’impegno di chi si presenta pronto ad agire secondo giustizia ed equità”, ha detto Fontana.

Mentre i titoli del Monte dei Paschi di Siena continuano a non essere scambiati in Borsa, sulla vicenda del salvataggio di Stato di Mps dice la sua Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea. Angeloni, in un’intervista a La Stampa, sottolinea che il principio della condivisione degli oneri, cioè quello che impone la conversione delle obbligazioni Mps e che azzerò quelle di Etruria, deve essere “mantenuto ma anche regolato e gestito” per “evitare rischi al sistema”. Il fondo da venti miliardi autorizzato dal governo per il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena sarà utilizzato per salvare altre banche italiane in difficoltà. C’è però chi sostiene che sarebbero necessari fino a 50 miliardi di euro. Su questo Angeloni risponde che “non tutto quanto è necessario per ricapitalizzare le banche deve venire dallo Stato. Persino nel caso di Mps ci potrà essere il contributo dei vecchi azionisti e di parte degli obbligazionisti subordinati” (clicca qui per leggere tutta l’intervista).

Anche oggi i titoli di Mps non verranno scambiati e ancora non si sa quando verranno riammessi alle contrattazioni, con un prezzo che sarà verosimilmente diverso dall’ultimo fatto registrare. Molto dipenderà anche dalle condizioni a cui avverrà l’intervento dello Stato nel capitale della banca toscana e a quanto azionisti e obbligazionisti subordinati saranno chiamati a contribuire con una perdita del valore dei loro titoli. Il Sole 24 Ore intanto ricorda che il 2016 non è stato certo un buon anno in Borsa per le banche, complice anche il fallimento delle 4 banche (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti) avvenuto alla fine dello scorso anno e gli interventi procrastinati e rivelatisi poco efficaci da parte dell’esecutivo. Tuttavia nell’ultimo mese il settore è salito del 30% a Piazza Affari, contribuendo alla risalita del Ftse Mib. Vedremo se il rialzo sarà momentaneo o destinato a portare le valutazioni di Borsa ai livelli di un anno fa.

L’ammontare necessario per l’aumento di capitale di Monte dei Paschi di Siena è cresciuto: fallito quello di mercato da 5 miliardi, ora potrebbe essere vicino quello a carico dello Stato e degli obbligazionisti da 8,8 miliardi di euro. L’indiscrezione è stata lanciata da Il Sole 24 Ore, secondo cui sarebbe questo il contenuto della lettera inviata dalla Vigilanza di Francoforte. La differenza rispetto al fabbisogno avallato dalla Bce è evidente: l’ammontare sarebbe stato rivisto dopo i risultati degli stress di luglio, che sono stati valutati comunque alla luce del trattamento riservato alle banche greche. Quindi 4,5 miliardi sarebbero a carico dello Stato, altri 4,3 degli obbligazionisti, di cui 2 rimborsabili sempre dallo Stato ai bondholder retail. Per Isabel Schnabel, docente di economia dei mercati finanziari all’Università di Bonn e componente del consiglio tedesco dei “cinque saggi”, il problema va finalmente affrontato: «Le autorità di vigilanza dovrebbero verificare attentamente se Mps non debba essere liquidata gradualmente. In caso contrario, il denaro dei contribuenti potrebbe essere sprecato». Inoltre, il governo dovrebbe prendere il controllo della banca e avviare una ristrutturazione.

Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha espresso preoccupazione per le forti turbolenze che potrebbe causare la vicenda relativa al salvataggio di Monte dei Paschi di Siena: «Tutto questo deve essere attentamente esaminato» ha dichiarato Weidmann, secondo cui le regole europee servono per tutelare i contribuenti e responsabilizzare gli investitori. Per il numero uno della Bundesbank, dunque, l’intervento statale è da considerare come ultima risorsa. In altre parole, va attentamente pesato il salvataggio di Mps: «Per le misure decise dal governo italiano le banche devono essere finanziariamente sane nel loro fulcro» ha aggiunto il governatore della Bundesbank nell’intervista rilasciata alla Bild, spiegando poi che i fondi non possono essere usati per colmare i buchi lasciati dalle perdite già previste. Weidmann, considerato uno dei falchi della Bce, ha concluso dicendo che il denaro pubblico dovrà essere rifinanziato per la grande mole del debito pubblico italiano.