Il titolo di Parmalat chiude col botto una giornata molto positiva in Borsa dopo l’annuncio dell’Opa di Lactalis per cercare di impadronirsi di tutte le azioni del gruppo itlaiano di proprietà francese: i piccoli azionisti hanno risposto al momento positivamente, stando agli scambi, rispetto al normale andamento dopo le promesse di azioni ripagate a 2,80 euro l’una da Lactalis. L’Opa totalitaria è stata lanciata anche se resta un peso piuttosto grosso sul “groppone” della maggioranza di Parmalat: come rivela Radiocor, «Sull’Opa promossa da Lactalis su Parma resta un’incognita: la causa che vede la societa’ di Collecchio contrapposta a Citibank per vicende risalenti al crack del gruppo italiano nei primi anni Duemila. La banca Usa, con sentenza della Corte del New Jersey, era riuscita a farsi riconoscere un maxi-indennizzo da 431 milioni di dollari e una sentenza della Corte d’Appello di Bologna aveva dichiarato efficace il provvedimento». In poche parole, Citibank avrebbe ad oggi diritto a 431milioni di dollari dal gruppo dell’ex patron Tanzi, ma non in contanti bensì proprio con azioni quotate della Parmalat. Questo significa ovviamente che non è per nulla chiarificato e semplice il passaggio di tutte le azioni a Lactalis e il conseguente ritiro dal mercato di Piazza Affari: «Se Lactalis ha deciso di rompere gli indugi e’ probabile che in questi mesi ci sia stata una negoziazione con Citibank per trovare un accordo che non preveda il pagamento della somma in azioni quotate Parmalat e, secondo indiscrezioni raccolte da Radiocor, alcuni colloqui con la banca Usa ci sono stati anche se nessuna intesa formalizzata e’ ancora mai stata portata davanti al cda».
Non sembrano particolarmente contenti i principali sindacati italiani per la scelta dell’Opa di Lactalis sul titolo di Parmalat: l’acquisto totale con offerta pervenuta questa mattina ha scosso il titolo a Piazza Affari, al momento ancora sopra al 10% di contrattazione. Il futuro resta incerto e per Flai Cgil la scelta di togliere del tutto il titolo dalla Borsa non pare essere molto condivisa: «La scelta del gruppo Lactalis di uscire dalla quotazione in borsa di Parmalat è quantomeno discutibile se si parla di una multinazionale con un deficit di trasparenza nella gestione del bilancio», scrive Mauro Macchiesi segretario di Flai Cgil sulla nota pubblica. Il caso Parmalat scuote il mercato sui latticini, come rileva lo stesso sindacato: «essendo il gruppo Lactalis un protagonista di spicco nel settore lattiero-caseario italiano, riveste un’importanza strategica per l’intera filiera e, quindi, ne apprezziamo la complessa operatività ma serve, nel contempo, una maggiore trasparenza e uno speciale riguardo verso le leggi sociali sulle informazioni degli assetti finanziari di bilancio al fine di fornire le necessarie garanzie a tutti gli operatori del comparto».
Con una nota di Sofil, gruppo francese controllato da Lactalis, è stata lanciata l’Opa su Parmalat: la notizia del giorno sul piano finanziario, mentre continuano i problemi su Montepaschi, vede Piazza Affari “celebrare” l’offerta di acquisto dell’ex gruppo di Collecchio con il titolo schizzato a +9,8%. Il comunicato del gruppo francese vede la svolta sul futuro di Parmalat: «Dopo più di 5 anni alla guida della società, il gruppo intende dotarla di una nuova dinamica, che potrà essere più facilmente ed efficacemente conseguita nel lungo periodo senza far ricorso al mercato azionario. Il gruppo Lactalis ritiene che nel lungo periodo l’obiettivo di sostenere la crescita di Parmalat possa essere più agevolmente ed efficacemente perseguito con una ristretta base azionaria, piuttosto che con un azionariato diffuso, ed in una situazione, qual è quella derivante dalla perdita dello status di società quotata, caratterizzata da minori oneri e maggiore flessibilità gestionale e organizzativa», si legge nella nota ufficiale.
Giornta di fuoco in Borsa per il titolo di Parmalat: dopo la notizia e l’annuncio ufficiale dell’Opa di Lactalis, il titolo a Piazza Affarri vola anche in questo primo pomeriggio a +10,12% con le novità che attendono il futuro della società ex di Callisto Tanzi che sono evidentemente schizzate nei trend degli scambi bancari. Sulla Gazzetta di Parma viene riportata però la reazione dei piccoli azionisti che si vedrebbero tolte anche le ultime quote del titolo di proprietà a maggioranza Sofil (gruppo di Lactalis) con l’azione dell’offerta di acquisto. «Azione Parmalat apprezza l’iniziativa di Sofil che ha lanciato un’Opa totalitaria a 2,8 euro per azione su Collecchio, ma rimane ancora perplessa sul prezzo offerto rispetto al buon andamento della società grazie all’acquisizione di Lag», si legge nella nota dell’Associazione che di fatto raccomanda ai tutti gli aderenti di attendere sino all’ultimo per formulare la loro eventuale adesione in attesa della pubblicazione dei prospetti.
Si torna a parlare di Parmalat a Piazza Affari per una novità clamorosa che arriva dalla Francia: il titolo dell’ex società di Collecchio fondata da CallistoTanzi, ora a guida francese della Lactalis, potrebbe essere ritirato dopo l’Opa (Offerta Pubblica di Acquisto) lanciata proprio oggi in Borsa. In poche parole, la Sofil, società del gruppo Lactalis che nel 2011 rilevò la fallita Parmalat, ha annunciato che lancerà un’Opa per acquisire l’intero capitale e revocare così tutte le azioni dalla quotazione. Oggi infatti Sofil detiene già la maggioranza con l’87,74% del gruppo di latte più famoso d’Italia: ma con questa Opa che riguarderà il restante 12,26% del capitale, il corrispettivo è fissato secondo i dati di Piazza Affari a 2,80 euro per azione, valore incorpora un premio dell’8,5% rispetto al prezzo di chiusura dello scorso 23 dicembre e “superiore all’11% rispetto alla media dei prezzi ufficiali dell’ultimo mese”, si legge nel comunicato lanciato da Lactalis. Parmalat così verrebbe a costare per chiudere il suo titolo in Borsa circa 804milioni di euro.
Con l’Opa lanciata da Lactalis-Sofil, Parmalat rischia di dire addio a Piazza Affari con l’offerta di acquisto totale che potrebbe porre fine alle contrattazioni e scambi in Borsa. L’offerta avanzata dai francesi del latte intende andare a possedere quei 287,3 milioni di azioni Parmalat che ancora non sono possedute dal gruppo Lactalis, che progressivamente dal 2011 si è impossessata dell’ex azienda di Callisto Tanzi. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano nel suo speciale su Parmalat di oggi, in questi milioni non ancora posseduti da Sofil «sono compresi gli oltre a 52,85 milioni di azioni destinate ai creditori di Collecchio e i 7,03 milioni di azioni a servizio dei warrant, ed è promossa esclusivamente in Italia, in quanto le azioni di Parmalat sono quotate solo alla Borsa di Milano». Le prossime mosse del mercato finanziario illustreranno le intenzioni reali di Lactalis che al momento pare davvero intenzionato a revocare le azioni di Parmalat e il titolo dalla borsa mondiale.