La Banca d’Italia con un’apposita nota ha confermato che l’intervento che il Governo Gentiloni ha previsto a favore della banca Monte dei Paschi di Siena, un ‘supporto’ del valore di 6,6 miliardi di euro diventandone di fatto il maggior azionista. Dalla nota si apprende che saranno 4,6 i miliardi di euro che arriveranno ad in una prima iniezione di liquidità per mettere in sicurezza i conti, ai quali in seguito ne arriveranno altri 2 miliardi che saranno utilizzati per risarcire integralmente gli oltre 40 mila piccoli risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni subordinate emesse dal Monte dei Paschi. Intanto si tirano le somme di un anno borsistico 2016 decisamente da dimenticare per Monte dei Paschi il cui titolo è stato decisamente il peggiore di Piazza Affari cedendo complessivamente l’88% e dando così un cospicuo contributo al bilancio di Milano che ha perso oltre il 10%.
Sceglie Facebook in questa fine anno Giorgia Meloni per commentare le ultime vicende in casa Monte dei Paschi di Siena: il salvataggio della Banca senese si presenta come un lungo strascico politico per l’intervento dello Stato che non è stato gradito, almeno nelle tempistiche, dalle opposizioni al governo Gentiloni. In questo caso è direttamente Mps e il suo board ad essere attaccata dalla leader di Fratelli d’Italia: specie sui presunti prestiti milionari che la banca Montepaschi avrebbe garantito e affidato nonostante lo stato di profonda crisi in cui versa ormai da mesi. «Gli italiani hanno il diritto di conoscere nomi e cognomi di chi ha ricevuto, grazie all’aiuto di amministratori amici, prestiti milionari dal Monte dei Paschi di Siena e che ancora non ha restituito. Perché è colpa di questa gente e di governi compiacenti se oggi ricade nuovamente sulle spalle dei contribuenti italiani, dopo la tristissima vicenda dei Monti bond, il peso di dover salvare MPS dal suo fallimento. Basta con l’omertà e gli inganni: chi ha messo in ginocchio Mps deve assumersi le sue responsabilità e pagare».
La strigliata e critica forte contro il governo italiano sul caso Monte dei Paschi di Siena è arrivata ieri mattina direttamente da Berlino con le parole del ministro delle finanze Shauble che come di norma non sono state molto tenere con il nostro esecutivo: «La Bce e la Commissione europea devono controllare e assicurarsi che le autorità italiane si attengano alle regole europee». Il governo Gentiloni, dopo aver varato il decreto salva-banche, si è visto prima alzare i costi della Bce per il salvataggio di Mps e poi ora anche la critica dalla Germania: ha voluto perciò rispondere con dovizia di particolare il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calende, con alcune parole rilasciate alla Stampa. «La procedura che ha portato all’intervento pubblico è stata seguita passo passo dalla Commissione. L’intervento principale è considerato fuori dal Patto di Stabilità. Ci saranno maggiori interessi, ma è una cifra contenuta. Oltretutto è una tantum che non pesa sulla dinamica del deficit strutturale». In poche parole, il governo garantisce come lo stanziamento dei 20 miliardi per il fondo salva-banche non farà saltare i parametri sui conti pubblici negoziati con l’Ue. Ancora Calende nell’intervista, «Lo abbiamo fatto dopo esserci rivolti al mercato e perché si trattava del terzo istituto del Paese: non potevamo esporre clienti e risparmiatori al rischio di una risoluzione. Alla fine siamo stati quelli che più hanno aderito alla sostanza delle regole europee».
In un lungo articolo pubblicato sul sito di Repubblica, Massimo Giannini segnala “le risposte che mancano” sulla vicenda di Mps. Uno dei paragrafi è dedicato alla Consob e il vicedirettore del quotidiano romano ricorda che l’autorità vigilante dei mercati ha delle responsabilità su tutta la vicenda che ha portato alla situazione attuale della banca toscana. “Stendiamo un velo pietoso sui derivati Alexandria e Santorini, che cinque anni fa nessuno vide e nessuno bloccò. Anche negli ultimi mesi su Mps sono accadute anomalie che una Vigilanza seria avrebbe potuto e dovuto intercettare. Almeno due delle emissioni obbligazionarie a rischio (“Lower Tier 2”, a scadenza 2020) risultano vendute ai clienti al dettaglio della banca durante la gestione di Giuseppe Vegas. Se questo è vero, perché la Consob non le ha valutate e non le ha bloccate? E se invece non è vero, perché non smentisce e non chiarisce esattamente chi e quando ha autorizzato che cosa?”, scrive Giannini.
La Banca d’Italia ha pubblicato una nota di approfondimento su Montepaschi, in cui spiega che “fatte salve successive e più puntuali verifiche, l’onere immediato per lo Stato” ammonterebbe “a circa 4,6 miliardi”. A questa cifra andrebbe poi aggiunto il costo per rimborsare i risparmiatori che hanno sottoscritto le obbligazioni subordinate della banca toscana, che sarà pari a circa “2 miliardi, da verificare in base allo status dei sottoscrittori e all’effettiva volontà di adesione alla proposta di compensazione da parte dello Stato”. L’esborso totale complessivo per le casse pubbliche sarebbe quindi di “circa 6,6 miliardi. L’onere a carico dei soggetti diversi dallo Stato, invece, sarebbe pari a circa 2,2 miliardi”. Si giunge così agli 8,8 miliardi di euro indicati dalla Bce.
Ieri sera in extremis è arrivata dalla Commissione Ue il via libera per Monte dei Paschi di Siena e per le altre banche solventi italiane, allo scudo per la liquidità e al prolungamento fino a giugno. Lo riporta il portavoce Ue a Bruxelles, distinguendo questo provvedimento dalla ricapitalizzazione preventiva con annesse misure necessarie: «La Commissione Ue ha autorizzato il prolungamento dello schema di garanzia per le banche italiane sino al 30 giugno 2017 sotto le regole Ue per gli aiuti di stato, in particolare le linee guida relative alle banche del 2013 ricordando che lo scudo per la liquidità copre le misure di sostegno a favore degli istituti di credito solventi in Italia per il suo uso in caso in bisogno». La limitatezza della tempistica, sei mesi per ora e non di più, riguarda un tentativo di prevenzione di Bruxelles rispetto alla possibilità di monitorare nel dettagli sviluppi e modificare semmai la condizione di conseguenza. «L’Italia ha chiesto alla Commissione di autorizzare tale sostegno per Monte dei Paschi di Siena per il suo uso in caso di bisogno, e la Commissione lo ha separatamente approvato oggi in linea con le regole Ue sugli aiuti di stato. Di conseguenza, le decisioni di oggi approvano l’uso potenziale delle misure per la liquidità che mirano ad assicurare la posizione di liquidità delle banche italiane in caso di necessità», riporta il portavoce della Commissione sull’Ansa. Resta ora, per il governo italiano, la richiesta per la banca senese di Mps di un’autorizzazione ulteriore per una ricapitalizzazione preventiva della stessa banca: «ora la Commissione lavorerà con le autorità italiane e le autorità di supervisione per valutare la compatibilità dell’intervento pianificato da parte delle autorità italiane con le regole Ue». Un passo avanti per Monte dei Paschi di Siena anche se riflette ancora un destino non del tutto chiarificato, specie sul fronte del salvataggio con i costi delle coperture.
Se Francesco Boccia ritiene che i vertici di Montepaschi debbano rimettere le proprie deleghe al Tesoro, il ministro Padoan ha fatto capire che ritiene che l’attuale management stia svolgendo, e bene, un lavoro molto importante. Nell’intervista a Il Sole 24 Ore, ha infatti spiegato che “nel momento in cui cambia in modo importante la proprietà ci sarà una valutazione anche sulla composizione del consiglio, ma voglio ribadire il mio ringraziamento e il mio sostegno al management attuale della banca, che sta svolgendo un lavoro molto importante”. A una domanda specifica su Marco Morelli e sul fatto che la sua poltrona di amministratore delegato possa essere in discussione, Padoan ha risposto: “No, io rispetto tutte le istanze che arrivano dai mercati e faremo con calma tutte le valutazioni ma questa posizione non è in discussione”. Del resto nei mesi scorsi non erano mancate voci e ricostruzioni che fosse stato proprio il Governo a “silurare” l’ex ad Fabrizio Viola per far entrare a Rocca Salimbeni Morelli.
Nell’intervista a Il Sole 24 Ore, Pier Carlo Padoan ha risposto a molte domande su Montepaschi. Riguardo alla durata della presenza dello Stato all’interno del capitale della banca, ha detto che “i tempi saranno quelli tecnici dettati dalla implementazione del piano industriale. Mps dovrà ridefinire le proprie priorità, e per ora non è possibile dare un orizzonte temporale preciso”. In molti però si aspettano che per almeno due anni il Tesoro terrà la maggioranza della banca toscana, prima di procedere a una vendita che dovrà passare tramite una procedura d’asta. Il ministro dell’Economia ha anche risposto a una domanda che gli chiedeva se Monte dei Paschi di Siena resterà quotato. “La quotazione è stata sospesa dalla Consob per le ovvie ragioni di incertezza presenti sullo scenario, ma voglio sperare che ci sia un ritorno delle quotazioni a breve. Certamente non c’è in programma un delisting”, ha risposto.
Intervistato da Il Sole 24 Ore, Pier Carlo Padoan ha “criticato” la Banca centrale europea, che a suo dire avrebbe dovuto dare “qualche informazione in più sui criteri” con i quali si è arrivati” a chiedere un aumento di capitale da 8,8 miliardi per Monte dei Paschi di Siena. Per il ministro dell’Economia, “la mancanza di informazione si traduce in opacità e le cose opache inducono a interpretazioni quasi sempre sbagliate”. Padoan ha anche ricordato che “la spiegazione consentirebbe anche alle altre banche di capire il modo giusto di porsi quando si rivolgono alla Bce per un aumento di capitale, per fusioni e acquisizioni o in occasione di qualunque altra operazione che richiede la sua approvazione”. In ogni caso “le richieste di capitale della Bce porteranno il Monte dei Paschi di Siena a essere una banca iper-capitalizzata”, ha aggiunto.
Secondo quanto riporta Il Messaggero, Marco Morelli nei primi giorni della prossima settimana si recherà a Francoforte per incontrare i vertici della Vigilanza bancaria europea per provare ad abbassare la richiesta di un aumento di capitale da 8,8 miliardi di euro. Secondo il quotidiano romano, sarà difficile che la Bce torni sui suoi passi e anzi entro due mesi si aspetta la presentazione di un nuovo piano per la messa in sicurezza della banca toscana. Dunque bisognerà che Montepaschi definisca bene con il Tesoro le mosse da intraprendere, per evitare che l’Eurotower blocchi poi l’operazione. Dunque ci vorrà ancora del tempo per vedere la parola fine su questa vicenda.
Aveva già parlato nei giorni antecedenti al salvataggio di Monte dei Paschi di Siena ma ieri, dopo le ultime nuove da Bce e Governo, ha voluto scrivere direttamente al presidente Mattarella: «chiedo il ripristino della garanzie per gli investitori obbligazionari che, fidandosi degli intermediatori, avevano affidato i loro risparmi a Banca Etruria finendo per perderli dopo il decreto salvabanche del 22 novembre 2015». Come si vede la vicenda di Mps non si esaurisce solo sulla banca senese ma sull’intero complesso rapporto tra Stato e Banche che col nuovo decreto ha di certo creato un “precedente”: «il diverso trattamento riservato agli investitori del Monte dei Paschi che si sono ritrovati in situazioni pressoché identiche a quelli di Banca Etruria e che vedranno rispettate invece le proprie istanze». Nella lettera, Ghinelli chiede al Presidente Mattarella di intervenire presso il presidente del Consiglio Gentiloni e il ministro dell’Economia Padoan «perché si adoperino affinché le garanzie riservate agli investitori Mps vengano estese anche a quelli di Banca Etruria», si legge nella lettera recapitata a Mattarella e pubblicata in larga parte dai colleghi de La Nazione.