Piazza Affari chiude in calo dello 0,21% e Mps termina la giornata con un -4,1% che tiene il titolo sotto i 19 euro. Secondo quanto riporta Mf-Sw Jones, che cita una fonte vicina al dossier, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca dovrebbe dar vita a un soggetto che con tutta probabilità si chiamerà Banca delle Venezie. La scelta sarebbe stata dettata dalla volontà di trovare una denominazione che richiamasse tutto il Nord-Est e non solo una sua parte. – Slitta ancora la decisione in casa Mps sul piano di ricapitalizzazione, ovviamente per motivi “politici”: dopo il referendum perso dal governo e le dimissioni di Matteo Renzi, slitta di qualche giorno la decisione sull’operazione di rafforzamento patrimoniale di Mps. Come riporta pochi istanti fa Radiocor, «all’esito della riunione di oggi nella sede di Mediobanca, tra i rappresentanti di Piazzetta Cuccia, JpMorgan e le altre banche del consorzio di garanzia, si e’ venuta a creare una situazione di stand by alla luce dell’esito del referendum costituzionale». Stante il quadro politico assai complesso e dall’incerto futuro (alle 18.30 partirà il Consiglio dei Ministri straordinario), le banche avrebbero deciso di far slittare di qualche giorno, forse 3-4, «la decisione sul se e il quando far partire l’operazione di rafforzamento del capitale da 5 miliardi di euro della banca senese». Non è l’unica notizia fuoriuscita dell’incontro tra le banche, visto che secondo l’Ansa alla riunione ha partecipato anche il cfo di Mps, Francesco Mele, che avesser spinto per l’ipotesi di slittamento anche del cda dei Monte dei Paschi tra una settimana, inizialmente previsto per la giornata di domani. Piazza Affari è ancora in rosso e Mps cede il 3,9%, restando sotto i 19 euro ad azione. Il governatore della banca centrale austriaca, membro del consiglio direttivo della Bce, Ewald Nowotny, ha ricordato che l’Italia, a differenza di altri stati europei, non ha fatto ricorso ad aiuti pubblici o a nazionalizzazione delle prorie banche. Quindi, secondo il banchiere centrale, “non può essere escluso che un aiuto di Stato sia necessario” in Italia. Piazza Affari si trova in rosso e Mps cede il 4,1%, scendendo sotto i 19 euro ad azione. Carlo Messina, intervistato da Bloomberg Tv, ha ribadito che Intesa Sanpaolo non è assolutamente interessata a Montepaschi. Il numero uno di Ca’ de Sass ha anche ricordato che Mps rappresenta una quota di mercato pari al 3-4%, dunque non vi è una seria minaccia di impatto sul sistema bancario. Messina ha anche detto che a suo modo di vedere se Montepaschi riuscisse a cedere i suoi Non performing loans al Fondo Atlante sarebbe probabilmente migliore di altre banchePiazza Affari torna in rosso e Mps cede l’1,7%, restando sopra i 19 euro ad azione. Unicredit, che sta cedendo il 3,6% in Borsa, ha intanto comunicato di aver avviato una trattativa in esclusiva com Amundi per la cessione di Pioneer Investment. Dunque sarebbero state sconfitte Macquaire e, soprattutto, la cordata formata da Cassa depositi e prestiti e Poste Italiane. Per la banca di piazza Gae Aulenti la vendita della società di gestione del risparmio è importante per ridurre le necessità di ricapitalizzazione, ma a quanto pare questo vuol dire che una parte di risparmi degli italiani passerà sotto il controllo dei francesi. Piazza Affari resta in rialzo e Mps cede lo 0,4%, restando sopra i 19 euro ad azione. Secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, in tarda mattinata i vertici di Montepaschi dovrebbero incontrare i rappresentanti di Jp Morgan e Mediobanca per fare il punto dopo la vittoria del No al referendum costituzionale. La banca toscana avrebbe anche programmato una serie di conference call con gli investitori che avevano mostrato un interesse per l’operazione di ripatrimonializzazione di Mps, così da capire se ci sia l’intenzione o meno di aderire alla stessa. A sorpresa Piazza Affari vira in positivo e anche Mps passa in rialzo, con un + 0,6% che avvicina il titolo ai 20 euro. Gli occhi degli investitori sembrano puntati ora sia sulla Banca centrale europea, per capire se concederà alla banca toscana più tempo per la propria ripatrimonializzazione dopo il risultato negativo del referendum costituzionale, sia sul ministero dell’Economia e delle Finanze, che risulta essere il principale socio, con il 4%, di Montepaschi. Nei giorni scorsi si era parlato di una richiesta presentata dal Tesoro alla Commissione europea circa la possibilità di prendere parte all’aumento di capitale di Mps che di intervenire nel caso fosse fallito il piano messo a punto dalla banca toscana con Jp Morgan e Mediobanca. Piazza Affari, come prevedibile, si muove in rosso e Mps non riesce ad aprire per eccesso di ribasso, con un teorico -11%. Secondo quanto scrive Il Corriere della Sera, oggi il cda di Montepaschi dovrebbe prendere atto che è impossibile procedere all’aumento di capitale da 5 miliardi di euro dopo il risultato del referendum costituzionale. A questo punto la Banca centrale europea dovrebbe decidere se concedere alla banca toscana più tempo per la sua ripatrimonializzazione. Ma non è detto che avere del tempo in più possa bastare a evitare il peggio. C’è indubbiamente attesa, dopo la vittoria del No al referendum costituzionale e le dimissioni di Renzi, per vedere quale sarà la reazione in Borsa delle azioni di Montepaschi. Nelle scorse settimane, infatti, si era detto che il buon esito dell’operazione di ricapitalizzazione della banca toscana era collegato al voto degli italiani sulla riforma della Costituzione, a suo volta “essenziale” per la stabilità politica del Paese. Anche i rumors sull’ingresso di Qia, il fondo sovrano del Qatar, nel capitale di Mps evidenziavano una condizione posta dagli emiratini: l’esito positivo del referendum. Ora che il Premier ha rassegnato poco dopo la mezzanotte le sue dimissioni, ci si attende un calo, se non un crollo, del titolo di Montepaschi in Borsa. Bisognerà vedere se il buon esito dell’operazione di conversione dei bond subordinati in nuove azioni, che ha garantito di superare la soglia di 1 miliardi di euro, potrà in qualche modo mitigare il previsto calo.