?Deutsche Bank annuncia che acquista un bel pacco di sue obbligazioni per dimostrare che non ha problemi di liquidità, scongiurando, a suo dire, ogni pericolo di insolvenza Si dice che anche Commerzbank vorrebbe esibirsi in operazioni di tal fatta, ma che manchi il coraggio di farlo a un management nominato e dominato da una politica che ha perso (sì, anche in Germania) ogni virtù meritocratica. Si tratta solo operazioni cosmetiche che nel breve fanno risalire i listini e quindi diffondono illusioni.
Ma cosmetici o no, per esempio, Zurich ha annunciato perdite da capogiro per essere un’assicurazione. Non parliamo poi né di Société Générale, né di molte altre grandi banche europee che hanno dato risultati più che devastanti. Il fatto è che i cosiddetti mercati hanno perso ogni fiducia nei dati di bilancio delle banche e delle grandi assicurazioni Ma ancor di più hanno soprattutto perso ogni fiducia nell’intervento taumaturgico delle banche centrali. L’intervento taumaturgico era descritto un tempo come virtù divinatoria dei Re nel Sacro Romano Impero, così come li descrisse la magnifica penna di Marc Bloch il più grande storico del primo Novecento morto come maquisard in Francia lottando contro il nazismo.
Oggi nei re taumaturgi non ci si crede, tanto più quando sono impazziti per la follia monetarista dei tassi d’interesse negativi come, gongolando inconsapevolmente da folle, ha annunciato anche il governatore della banca centrale svedese: in una nazione dove pareva da sempre prevalesse un po’ di buon senso. Quindi, mentre in Usa la Fed aumenta i tassi, in tutte le altre parti del mondo i banchieri centrali credono nel valore taumaturgico dei tassi negativi che distruggono i valori iscritti a libro dal lato degli attivi e delle riserve nelle banche e nelle assicurazioni. E se da un lato consentono speculazioni elevate sul fronte del compratore, dall’altro distruggono ogni sicurezza nei risparmiatori che piuttosto che comperare titoli di stato acquistano oro e ogni cianfrusaglia che abbia un valore plausibilmente appunto superiore allo zero. Ma nel mentre le commodities minerarie scendono e l’oro da solo non basta a invertire il ciclo negativo: tutti i paesi cosiddetti emergenti accumulano debito e perdite.
Se poi a tutto ciò aggiungiamo la crisi per la discesa del prezzo del petrolio indotta dalla guerra geopolitica per il dominio strategico del mercato (ora che sono gli stati e non le imprese a possedere i giacimenti), ebbene il quadro di una crisi è completo. Pochi pensatori l’avevano prevista e avevano visto, come insegnava Michal Kalecki, nella deflazione da costi e da bassi salari la tempesta della stagnazione prima e della stagnazione secolare poi. Io credo che il tutto sarà accompagnato da crolli recessionistici repentini e penso che tutto inizi con lo Zolverain neo-prussiano che di fatto si riproduce oggi con l’Ue e la disgrazia dell’euro che s’è unito alla perdita della sovranità monetaria nazionale.
Nel 1830 la Prussia inizio la guerra contro l’Austria mentre unificava gli staterelli tedeschi che tutti (salvo la Sassonia) non possedevano industrie forti e competitive come le prussiane. Cosi l’economia si trasformava in politica e gli junker ponevano le basi dell’unificazione tedesca che è stata taumaturgicamente bagnata dal sangue francese di Sedan con il Kaiser incoronato a Versailles È ciò che accade oggi su più larga scala con l’Ue e l’euro. Con una differenza: oggi i francesi si sono arresi e rassegnati porgono i polsi alla catena teutonica. La recente lettera dei due governatori delle banche centrali tedesca e francese ha questo terrificante significato. Non ha nulla a che vedere infatti con l’Unione bancaria preconizzata dalla Bce e da Mario Draghi. In quella lettera s’invoca invece un ministero delle Finanze europeo atto a governare ed eliminare il debito sorvegliando i bilanci sovrani. Non si parla né di vigilanza bancaria unificata, né di regole. E questo mentre le banche tedesche piene di assets tossici stanno crollando.
La borsa mondiale ha inteso la lezione e risponde anarchicamente con le vendite di massa. L’Europa fa finta di non accorgersene. Gli italiani si fanno ingannare dal gioco di specchi di Banca Etruria mentre è invece il Titanic e non la barchetta da passeggio che rischia di affondare. Ci si preoccupa di distruggere il credito cooperativo invece di alzare lo sguardo verso lo tsunami che incombe. Giochi di specchi: sempre e ancora giochi di specchi, mentre la crisi internazionale avanza inesorabile.