«Il governo può generare un aumento aggiuntivo del Pil da 8 miliardi di euro rendendo obbligatorio il piano di efficientamento energetico per tutti i condomini d’Italia». È la proposta di Leonardo Becchetti, professore di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma. Entro il 10 aprile il consiglio dei ministri deve presentare in Parlamento il nuovo Documento di economia e finanza, il testo che imposterà tutte le politiche economiche e finanziarie per l’anno a venire. L’attuale fase sta portando a una revisione al ribasso delle stime del governo per il 2016, sia quindi il Pil al +1,6% sia l’inflazione al +1%.



Professore, che cosa consiglia di fare al governo per uscire dalle secche dell’attuale momento economico del Paese?

Dobbiamo ridiscutere l’output potenziale, come sta giustamente facendo il ministro Padoan. Il nostro aggiustamento è proporzionale all’output gap, cioè alla differenza tra il Pil attuale e il massimo che possiamo raggiungere. Il calcolo effettuato è però molto negativo per il nostro Paese, e diverso rispetto per esempio a quello calcolato dall’Ocse. Secondo la Commissione Ue, la nostra economia è così malandata da non poter scendere sotto un livello di disoccupazione dell’11% senza generare aumenti inflattivi. Questa teoria però è completamente sbagliata proprio perché ci troviamo in una fase di deflazione.



Oltre a ridiscutere i parametri Ue, che cosa possiamo fare per l’economia italiana?

La mia proposta è rendere obbligatorio un piano di efficientamento energetico per tutti i condomini d’Italia. Sarebbe una rivoluzione in grado di generare un impatto sul Pil, con un effetto win-win nel senso che i condomini non ci perderebbero nulla. Tutto l’onere dell’investimento sarebbe a carico delle Energy saving company, società private che in cambio per un po’ di tempo si prenderebbero tutti i guadagni in bolletta.

Perché lei ritiene che sia necessario rendere il piano obbligatorio?

Finora ci si è limitati agli ecobonus, ma solo l’obbligatorietà può mettere d’accordo i diversi condomini. L’efficientamento energetico inoltre è già obbligatorio per gli edifici pubblici, perché l’Ue sanziona gli Stati che non lo attuano.



In che cosa consiste l’efficientamento energetico?

In un insieme integrato di interventi che va dai pannelli solari all’isolamento termico delle pareti e dei tetti, dalla fornitura del gas all’ampliamento delle luci, dalle caldaie agli impianti di condizionamento. È cioè tutta una serie di iniziative che concorrono insieme a ridurre di moltissimo la bolletta energetica. Si crea così un vantaggio che all’inizio va a remunerare l’investimento da parte dell’azienda e poi va ai condomini.

In che senso sarebbe una rivoluzione win-win?

Nel senso che la compagnia fa il preventivo e si fa carico dell’investimento, mentre i condomini non hanno nessun costo. Per i primi anni dopo la ristrutturazione continuano a pagare la vecchia bolletta, dopo di che beneficiano a loro volta della riduzione del costo dell’energia.

 

Quali sarebbero gli effetti sul Pil?

Questi interventi genererebbero una crescita pari a mezzo punto di Pil, cioè a circa 8 miliardi di euro, e soprattutto migliorerebbero la sostenibilità ambientale. Noi sappiamo che gran parte di polveri sottili e CO2 dipendono dall’inquinamento urbano degli edifici e solo in seconda battuta dal parco macchine.

 

Quali altre misure suggerisce al governo?

Occorre accelerare i tempi della giustizia civile e ridurre l’incidenza della corruzione, perché in questo modo si favorirebbe lo sviluppo economico del Paese. Bisogna ridurre il bancocentrismo delle imprese, cioè la loro dipendenza eccessiva dai finanziamenti delle banche. Ma soprattutto occorre capire che c’è bisogno di una biodiversità nel sistema del credito, cioè di banche in grado di finanziare il territorio. Per questo occorrono banche che non abbiano come unico obiettivo la massimizzazione del profitto, che le porta naturalmente verso il trading della finanza, ma di banche che abbiano come mission il finanziamento delle pmi.

 

(Pietro Vernizzi)