Da lunedì 2 maggio gli italiani potranno modificare e inviare il modello 730 precompilato. Tuttavia ci sono dei casi ancora poco chiari, come le spese per la mensa scolastica. Dato che si tratta di una spesa deliberata dai Comuni e non dalle singole scuole, molti Caf non le hanno considerate come spese detraibili. Del resto l’Agenzia per le Entrate non ha chiarito del tutto cosa occorra fare e i Centri di assistenza fiscale si trovano in una situazione non semplice. Da un lato, infatti, hanno a che fare con cittadini che si aspettano una detrazione. Dall’altro, sono loro a dover porre il visto di conformità alla dichiarazione dei redditi e quindi a rispondere di eventuali errori con relative sanzioni. Meglio dunque, per i contribuenti interessati, aspettare di vedere se l’Agenzia emanerà una circolare, così da non perdere la detrazione.



Dallo scorso 15 aprile, nell’ambito di una operazione di digitalizzazione voluta dal Governo Renzi, milioni di italiani hanno potuto prendere visione e scaricare il modello 730 precompilato oppure il modello Unico a seconda dei casi. Un’operazione che era stata già avviata l’anno scorso con diversi milioni di dati in meno (mancavano le spese mediche, le spese dovute per le tasse universitarie e tante altre ancora) ma che quest’anno si spera possa essere migliore e soprattutto utilizzata da molti più cittadini (lo scorso anno soltanto il 5% del totale ha usato il modello precompilato). Dal prossimo 2 maggio parte la seconda fase ed ossia da questa data i cittadini potranno effettuare delle modifiche ai modelli precompilati oppure inviarli direttamente. Tuttavia l’inizio di questa fase dovrà essere rimandata per via di due questioni relative alle spese per i figli, assolutamente da risolvere. Nello specifico si tratta del tetto alle spese per l’iscrizione all’università private e alla possibilità di portare o meno in detrazione le spese per le mense scolastiche nel caso in cui esse non sono gestite dagli istituti bensì dai comuni di residenza.

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