Come per il periodo natalizio o per quello pasquale, ogni anno arriva inesorabile a primavera il momento della denuncia dei redditi. In questo intervallo di tempo, centinaia di migliaia di contribuenti italiani si mobilitano per far fronte a questo impegno. In questa fase poi, all’inizio dell’estate, gli stessi devono far fronte al pagamento delle tasse comunali, Imu, Tarsu, ecc.; meno male che quest’anno almeno il Fisco ci ha “graziato” abolendo la Tasi sulla prima casa.
Due anni or sono, il Governo Renzi, per facilitare, come abbondantemente strombazzato dai media, coloro che erano obbligati a versare l’Irpef a conguaglio o che optavano per ricevere il credito d’imposta spettante, a mezzo del sostituto d’imposta o in mancanza di esso, dall’Agenzia delle Entrate, si era inventato il modello precompilato scaricabile da ogni soggetto fiscale dal sito dell’Agenzia: dal quel momento in poi il caos più assoluto. Niente di quello che si era pensato aveva funzionato. Soprattutto per questioni di pin mai ricevuti o non confacenti alle esigenze tecniche del sito, pochissimi erano riusciti a scaricare i precompilati e quei fortunati che ci sono arrivati hanno riscontrato errori, sia sulla annotazione dei propri redditi – CU, certificazioni -, sia sulle detrazioni concesse riguardanti gli oneri bancari e assicurativi e cioè, derivanti dalle comunicazione da enti privati e pubblici, costretti dal Fisco a divulgare i c/c, gli interessi passivi su mutui, le varie polizze e fondi pensione dei loro clienti.
Per quanto riguardava invece, le detrazioni e oneri deducibili inerenti le spese sanitarie, gli scontrini farmaceutici, i costi sostenuti da disabili, le iscrizioni ad asili nido, scuole superiori e università, le ristrutturazioni edilizie e via dicendo, non essendo l’erario in grado di conoscere quanto sborsato dal contribuente, i dati si potevano inserire nei righi dei modelli 730 esclusivamente mediante i Caf o i professionisti qualificati. L’utente e stato obbligato in questo modo a ricorrere volente o nolente ai Centri di assistenza fiscale presenti nel territorio, come gli anni precedenti, pagando di tasca propria il compenso per l’assistenza ricevuta; l’esborso relativo, è risultato, il più delle volte, più oneroso, in quanto i Caf sono stati costretti sempre dall’Agenzia delle Entrate ad assumersi del tutto le liquidazioni, oltre le sanzioni, come gli anni addietro, e anche la messa a ruolo delle cartelle esattoriali emesse per eventuali incongruenze o errori di compilazione dei moduli.
Di fatto nel 2016 non è cambiato nulla, poiché l’apparato del ministero del Tesoro ha ammesso l’incapacità di reperire correttamente e in toto gli oneri detraibili e deducibili che il contribuente andrà ad ascrivere nei vari quadri del 730. Dal 15 aprile si potrà scaricare, sperando di riuscirci agevolmente, dal sito della Agenzia delle Entrate, il precompilato relativo ai redditi del 2015: il soggetto potrà controllare le poste compilate dall’Agenzia con i dati in suo possesso e se il contribuente riterrà congrua la liquidazione potrà restituirlo sempre telematicamente dando il suo ok. In caso di errori e omissioni dei dati in possesso del Fisco, o se il cittadino deve aggiungere altre spese, ci si dovrà rivolgere al Caf, com’è stato nelle epoche precedenti.
Ma veniamo alle novità di compilazione rilevanti di quest’anno: sono pochissime, l’unica cosa da segnalare a differenza degli anni precedenti è la possibilità di detrarre le spese d’istruzione fino a un massimo d’imponibile di 400 euro. Questo vale per le famiglie i cui figli frequentano le scuole parificate di ogni ordine e grado e che pagano una retta, mentre per l’istituzione pubblica la decurtazione riguarda le spese per la frequentazione della mense scolastiche, adeguatamente documentate, e per le superiori, oltre a queste, anche le spese d’iscrizione.
Oltre a ciò è giunto il tempo di stare molto attenti per non entrare nell’inevitabile “morsa” degli accertamenti, alle specifiche disposizioni impartite ultimamente dell’Agenzia, riguardanti l’inserimento delle spese di ristrutturazione e di adeguamenti degli immobili; prima di tutto si parla di fatture emesse dai vari operatori edili per ristrutturazioni e migliorie e non di ampliamento degli appartamenti; in secondo luogo, non tutte le somme sono detraibili in quanto la natura della spesa deve comprendere obbligatoriamente interventi murari o impiantistici.
Per essere più chiari, facciamo un esempio: sostituendo un sanitario nel bagno che comporta il solo collegamento degli attacchi di carico e scarico dell’acqua, la fattura d’acquisto dello stesso e indetraibile in quanto non necessita di opere edilizie. Nelle varie televisioni si fa tanta rèclame delle moderne vasche da bagno o docce che vengono installate in poco tempo e senza spaccare muri o sostituire tubi interni agli stessi o al massimo, si sostituiscono soltanto alcune mattonelle; per invogliare lo spettatore all’acquisto, pubblicizzano che il denaro speso è decurtabile dalle tasse: questo è assolutamente falso, in quanto l’Ufficio non permette la detrazione nel quadro “e” del 730, per le ragioni dette prima. Altresì per quanto concerne gli oneri relativi alle opere di adeguamento energetico degli edifici, è determinante per accedere alla detrazione, la relazione del progettista inviata come “inizio lavori” per conoscenza all’Enea. Oltre a ciò, sempre a riguardo dei recenti chiarimenti dettati dal Ministero sull’argomento, è utile sapere che l’introduzione sulla dichiarazione dei costi sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici per casa, fino a un massimo di 10.000 euro, è possibile soltanto se tali elementi fanno parte di una ristrutturazione completa delle varie stanze dell’alloggio.
In ultima analisi, almeno per l’anno corrente, risulta rimasto tutto identico e di fatto, è pressoché inutile aggrovigliarsi nelle spire del sito dell’Agenzia delle Entrate per scaricare il precompilato, tanto capiterà molto raramente che tale modello sia esatto e completo e quindi restituibile così com’è: pertanto è consigliabile affidarsi a un Caf o a uno studio professionale competente, come d’altra parte si è sempre fatto.
Concludendo, ricordiamo ancora, per l’ennesima volta, che le detrazioni e deduzioni sulla denuncia dei redditi concesse dal Fisco sono sì delle agevolazioni per i contribuenti, ma soprattutto sono accorgimenti pensati dall’Erario al fine di evitare il più sistematicamente possibile le evasioni e la piaga del “nero” e anche la novità del precompilato è soltanto un tentativo di far funzionare meglio la macchina per il controllo dei redditi effettivi e del patrimonio – a quest’ultimo ci pensa specificatamente il nuovo Isee – dei contribuenti italiani a reddito fisso. Insomma chi risulta come al solito più tartassato è il contribuente super sorvegliato, cioè il lavoratore dipendente o affine, perché soggetto d’imposta alla fonte; altresì si constata inesorabilmente, che la vera lotta all’evasione fiscale che dovrebbe riguardare le altre categorie, lavoratori autonomi, professionisti e via dicendo, non riesce completamente a decollare, anzi è sempre e inesorabilmente ferma al palo. Sembra che i nostri governanti abbiamo quasi paura ad andare a intaccare gli interessi dei poteri forti rappresentati, a volte disgraziatamente, da individui disonesti, da imprenditori da strapazzo e finanzieri corrotti. Come citava il titolo di un film di guerra degli anni Settanta “Niente di nuovo sul fronte occidentale”.