Con il 730, che arriverà on line il 15 aprile, sarà ancora possibile destinare il 5 per mille a organizzazioni di volontariato Onlus, associazioni sportive, fondazioni, università, enti di ricerca, di cultura e comuni. Entro il 9 maggio enti e associazioni interessati a entrare nell’elenco dei possibili beneficiari del 5 per mille dovranno presentare la domanda di iscrizione all’Agenzia delle Entrate, esclusivamente in via telematica, attraverso Entratel o Fisconline. Entro il 14 l’Agenzia stessa provvederà a pubblicare gli elenchi dei possibili beneficiari.



Tra pochi giorni e per la precisione dal 15 aprile, i contribuenti italiani potranno scaricare telematicamente il modello 730 precompilato nel quale, a differenza di quanto avvenuto lo scorso anno, sono presenti tantissimi dati in più a partire dalle spese mediche (circa 530 milioni di dati). Da maggio gli stessi contribuenti potranno inviare i modelli all’Agenzia delle Entrate con eventuali correzioni oppure aggiunte, per via telematica oppure attraverso Caf o professionisti abilitati. Il termine ultimo per la presentazione del modello è fissata per il 7 luglio ma stando a delle voci di corridoio sembra che ci possa essere una proroga di due settimane ed ossia slittando al 23 luglio.



Mentre si avvicina il 15 aprile, data da cui sarà disponibile online il 730 precompilato, La Stampa oggi ricorda che per pagare le tasse in Italia ci vogliono 33 giorni l’anno. Un computo in cui sono contenute le tasse sul reddito, sul consumo e sul lavoro. In Europa fanno peggio di noi solo in Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Portogallo e Polonia. E nel nostro Paese quelle che impiegano più tempo sono le tasse sul lavoro. L’Italia non ha invece eguali nella classifica della pressione fiscale che arriva al 64,8%. Vedremo se il 730 precompilato riuscirà almeno a far risparmiare un po’ di tempo nel pagamento delle imposte.



Lo si è detto più volte: il 730 precompilato, che sarà on line dal 15 aprile, nella stragrande maggioranza dei casi dovrà essere con tutta probabilità modificato e dunque i contribuenti che si rivolgeranno a Caf o professionisti abilitati non saranno pochi. Il Sole 24 Ore ricorda in questo senso che i costi per presentare la dichiarazione dei redditi sono variano da città a città e a Milano possono raggiungere picchi superiori ai 200 euro (in caso di dichiarazione congiunta). Viceversa a Napoli si può arrivare persino a pagare solamente 5 euro. Il quotidiano di Confindustria segnala in particolare che nel capoluogo lombardo le tariffe vanno da 20 a 130 euro, mentre in quello campano si va da 5 a 65 euro. A Roma, invece, la forbice oscilla tra 18,5 e 65 euro. Le ragioni di queste differenze sembrano risiedere principalmente nella fitta rete di Caf presenti al Sud, che può quindi rendere concorrenziale la tariffa. Stupisce poi vedere che in certi casi a Napoli non si paghi nemmeno un euro se si è pensionati.