«Abolire Equitalia non cambierà nulla, il vero problema è evitare che i cittadini siano considerati come evasori fino a prova contraria. Se non si riequilibra il nesso di prova, con o senza Equitalia i contribuenti si sentiranno sempre vessati». È quanto afferma il professor Claudio Borghi Aquilini, responsabile del dipartimento Economia della Lega Nord e consigliere della Regione Toscana. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenendo a “Matteo risponde”, la sua diretta sui social network, ha annunciato: “Al 2018 Equitalia secondo me non ci arriva mica”. Quindi ha proposto di “riorganizzare le agenzie affinché ci sia un sistema a disposizione del cittadino e non un sistema vessatorio”.



Borghi Aquilini, lei è d’accordo o meno sulla proposta di abolire Equitalia?

Probabilmente Renzi questa misura la chiamerà “Regala Italia”. Del resto una parte delle riforme di questo governo sono puramente delle modifiche onomastiche. Per esempio, quando afferma che ci sono 2,5 miliardi per l’università, inizialmente la cifra era pari a 2,7 miliardi. Renzi non dice però: “Abbiamo tagliato 200 milioni per l’università”, bensì “abbiamo 2,5 miliardi per l’università”. Con un tale mistificatore, l’elenco delle proposte poi cozza violentemente con la realtà dei fatti.



Se però la proposta di un’abolizione di Equitalia si concretizzasse, lei la vedrebbe in modo positivo?

No. Equitalia fa la riscossione, il problema è chi la origina cioè l’Agenzia delle Entrate. Io non sono mai stato iscritto al “partito dell’abolizione di Equitalia”, come se questo bastasse a far sì che la gente non dovesse più pagare le tasse. Equitalia si occupa della riscossione di ruoli emessi da qualcun altro. Lo fa in modo violento, perché a partire dal governo Monti le sono stati dati degli strumenti coercitivi molto forti. Il problema non è però come si riscuotano i debiti, ma perché quel debito si origina. Se l’Agenzia delle Entrate emette sanzioni o fa accertamenti campati per aria, la colpa non è certo di Equitalia.



Per Renzi occorre creare “un sistema a disposizione del cittadini e non vessatorio”. Esiste comunque un problema di questo tipo?

Sì, ma riguarda l’Agenzia delle Entrate. E il fatto che quest’ultima sia a disposizione dei cittadini è una simpatica frase che non vuole dire nulla. Detto così sembra quasi che l’Agenzia delle Entrate si trasformerà in un ente di beneficenza. In realtà, il suo compito sarà sempre quello della riscossione dei tributi e dell’accertamento sul loro pagamento.

Allora da dove nasce il problema?

Il problema si origina nel momento stesso in cui si inverte il nesso di prova, al punto che è il cittadino a dover dimostrare di essere onesto e non invece lo Stato a dovere dimostrare che qualcuno ha evaso le tasse. La conseguenza infatti è che il meccanismo viene percepito come vessatorio. E soprattutto viene percepito vessatorio un sistema fiscale dove sempre più spesso il prelievo è slegato dal reddito.

 

In che senso?

Suppongo che nessuno abbia mai considerate particolarmente vessatorie le imposte sul reddito da lavoro dipendente. Uno trova il prelievo in bustapaga, può ritenere che le aliquote siano troppo alte, ma ciò non è percepito come un’ingiustizia particolare. Viene invece percepito come vessatorio il fatto che un’impresa che non produce reddito si trovi comunque costretta a dover pagare tasse molto elevate. È per questo che la proposta della flat tax solo su redditi effettivamente percepiti o incassati diventa fondamentale.

 

Renzi ha proposto anche di tagliare le tasse al ceto medio. Almeno su questo è d’accordo con lui?

Mi farà piacere vederlo quando questo piano sarà attuato. Lo vaglierò con attenzione per evitare dei raggiri, ma vorrei ricordare che la flat tax è molto differente rispetto a una rimodulazione delle aliquote. In ogni caso le nostre proposte sono scritte, se qualcun altro prende le nostre idee e le porta avanti io sono solo contento.

 

(Pietro Vernizzi)