Molti commenti sul summit tecnico del G-7 a Sendai, Giappone, più rilevante per la sostanza di quello tra capi di governo la prossima settimana, ne enfatizzano l’inconcludenza e una certa irrilevanza. Secondo me questa non è una rappresentazione corretta. Nel 2009 Obama dichiarò, unilateralmente, la sostituzione del G-7 con il G-20 come luogo di governance globale, così segnalando che l’America non dava più priorità all’alleanza con gli europei e il Giappone e che avrebbe visto la Cina come partner privilegiato in un G-20 guidato da un accordo sinoamericano G-2.
All’inizio del 2013 Obama cambiò posizione a causa della divergenza crescente con la Cina e, conseguentemente, della priorità di rafforzare nuovamente l’alleanza con Giappone ed europei. Infatti, nel febbraio di quell’anno lanciò trattati commerciali sia nel Pacifico (Tpp), sia nell’Atlantico (Ttip) con l’intento di creare un mercato integrato globale delle democrazie, anche in funzione anticinese, guidato in prospettiva proprio dal G-7 (America, Canada, Francia, Giappone, Germania, Italia e Regno Unito). In sintesi, il G-20 è (geo)politicamente finito e il G-7 sta riprendendo la funzione di governo globale.
I commenti enfatizzano che a Sendai non è stata trovata convergenza per una comune politica di stimoli fiscali alla crescita. Vero. Ma non si sono accorti, anche perché materia riservata per evitare speculazioni, della convergenza per limitare svalutazioni competitive non concordate, pur accordo difficile nella relazione tra yen e dollaro. E ancora più difficile tra dollaro ed euro perché le rispettive Banche centrali sono in cicli di politica monetaria opposti, restrittiva la Fed, espansiva la Bce. La convergenza in materia è un fattore fondamentale per evitare catastrofi finanziarie e va annotato che su questo punto il G-7 ha ripreso la sua funzione storica di prevenzione collaborativa contro le megacrisi, pur nella difficoltà oggettiva del momento.
Sul piano operativo, il G-7 di Sendai ha varato un progetto concreto di finanziamento delle operazioni di reazione rapida contro le pandemie, rilevantissimo se si considera il ritardo con cui recentemente è stato affrontato il contagio di Ebola, e un altrettanto rilevante piano di collaborazione per controllare i flussi finanziari dei gruppi terroristici.
Francamente, non mi sembra che il G-7 sia inconcludente e irrilevante, pur faticoso il suo ritorno a compiti di governo globale. L’Italia lo presiederà nel 2017 e la consapevolezza della sua nuova rilevanza dovrebbe già ora portare la massima attenzione sui temi da mettere in agenda.