“Pioveranno miliardi, non appena terminerà la valutazione dell’Eurogruppo”, ebbe ad affermare un parlamentare della maggioranza. Per la “pioggia” si dovrà aspettare il prossimo mese di giugno: 7,5 miliardi (la prima tranche di 10,3 miliardi decisa dall’Eurogruppo due giorni fa) che serviranno a coprire le scadenze con la Bce di luglio e parte degli arretrati verso i privati (circa 3,5 miliardi) che il governo ha accumulato da ottobre, cioè dall’ultima volta che ha visto denari Ue. Nell’autunno la prossima tranche, quando Atene dovrà superare lo scoglio della seconda valutazione e quando il governo dovrà affrontare il tema scottante dei rapporti di lavoro (licenziamenti di gruppo e tredicesima). Ma secondo Klaus Regling, presidente dell’Esm, i miliardi verranno versati a precise condizioni, cioè che Atene si attenga rigidamente agli accordi. Anzi da qui a metà giugno il governo Tsipras dovrà rimettere mano, con “correzioni”, alla legge votata domenica scorsa, in particolare sul tema delle privatizzazioni, al sistema previdenziale e ai crediti bancari in sofferenza. “Soltanto se saremo soddisfatti procederemo”, ha specificato Regling. Quando si parla di fiducia tra i contraenti il contratto!



Nella riunione si è anche discusso della ristrutturazione del debito pubblico: tutto rimandato al 2018, quando si esaurirà il terzo memorandum, ma soprattutto dopo le elezioni tedesche. Per ora Atene si accontenta di una promessa di una “road map” da consultare tra due anni. Nel frattempo dovrà applicare tutte le misure richieste. In sostanza si tratta di una vittoria della Germania sul Fmi, che proponeva di bloccare i pagamenti fino al 2040. Ma la soluzione trovata dall’Eurogruppo è stata ben diversa e in linea con i desideri di Berlino di non concedere alcun taglio immediato al debito e soprattutto di non considerare futuri condoni. Merkel sconfigge Lagarde dunque e Tsipras non potrà far altro che adeguarsi e preparare le nuove misure di austerity (anche preventiva) richieste dall’Ue a trazione tedesca.



Soddisfatti dei risultati ottenuti il governo e il ministro delle Finanze, Efklidis Tsakalotos. Le decisioni dell’Eurogruppo offrono all’economia – si sostiene – la possibilità di uscire dalla recessione, in quanto 3,5 miliardi “pioveranno” sul mercato (al lordo delle nuove tasse). Dunque avanti tutta per la crescita con nuove leggi (finalmente anche quella della lotta all’evasione fiscale). Dunque niente chiusura estiva del Parlamento, ha fatto sapere il suo Presidente. 

Un po’ meno soddisfatti i principali quotidiani ellenici, i quali, con diverse sfumature, sottolineano i limiti dell’accordo. Mesti i toni anche per il quotidiano di Syriza, il quale preferisce commentare la politica del sultano turco. Di certo, la Grecia trascorrerà una estate meno turbolenta rispetto all’anno scorso che è costata recessione e perdita di 45 miliardi. I greci, da parte loro, sapranno quanto dovranno pagare per tasse, balzelli e tagli. Ma non si annoieranno perché avranno di che commentare le dichiarazioni – spesso “lunari” – dei loro governanti. 



L’ultima della serie? Eccola: “L’aumento dell’Iva (dal 16% al 24%) su alcune isole è stato un atto criminale e anticostituzionale”, ha affermato Panos Kammenos, ministro della Difesa, due giorni dopo aver votato a favore della legge che aboliva appunto il privilegio per alcune isole di pagare un’Iva ridotta.

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