Nel Teatro della crisi ci sono i personaggi che interpretano: le imprese che fanno merci, profitti, creano lavoro, remunerano chi lavora; la gente, che con l’acquisto, trasforma quelle merci in ricchezza; quando le consuma fornisce l’input per farle riprodurre, da spinta al ciclo economico e sostanza alla crescita. Per far dialogare tali soggetti, vengono portati alla ribalta della scena economica quelli che forniscono il credito per fare la spesa.
Così andava il mondo prima della crisi; quando quel credito/debito ha superato il livello del lecito, ha provocato lo sconquasso. Cosa fanno oggi, questi signori in mezzo alla crisi? Le imprese guadagnano meno, investono meno, producono meno, danno meno lavoro, retribuiscono meno chi lavora. La gente cliente, cliente di tutto, prodiga oltre ogni dire: viziosa come dicono i sociologi; virtuosa invece se così fa crescere l’economia, sta in stand by per mancanza di denari.
I primi bruciano risorse []; i secondi, affrancati dal bisogno[], hanno risorse da vendere. Et voilà, hanno più bisogno i produttori di vendere che i consumatori di acquistare. Il mondo alla rovescia! Anzi di più: la domanda comanda! Indipercuiposcia se, per fare quella spesa, alla gente tocca prestare tempo, attenzione, ottimismo e chi vende ha bisogno di questo prestito per svuotare i magazzini non ha che da chiederlo. I denari per pagarlo ci sono: una quota parte di quei pressappoco 1600 miliardi di euro l’anno, che la crescita genera e il Pil misura, vanno assegnati per retribuire chi, con quella spesa, prima smaltisce quanto prodotto, poi retribuisce.
Ci sono imprese che hanno colto al volo l’occasione: Ikea, le freepress, Groupon, gli outlet, Uber, Airbnb, fanno profitti quando i consumatori aumentano il loro potere d’acquisto. Sì, perché, giova rammentarlo, la crescita economica si fa con la spesa, non con la produzione. Questi domandanti che con la spesa retribuiscono, non fanno ciance, fanno di quel Pil il 60%. Già che ci sono, oltre che fare – con quella spesa – il reddito d’altri, se quella domanda assume pure la responsabilità del ruolo e si fa immateriale, ecocompatibile, pure magari eticocompatibile, beh, allora si può risollevare il destino di questa sgarrupata Terra, così come dei terrestri che ci abitano. Un bel tornaconto per tutti! Da domandanti a comandanti, poi magari capitani del capitalismo.
[1] Confezioni di latte invenduto dopo tre giorni cagliano, con il quotidiano invenduto il giorno dopo incarti il pesce; le auto invendute non sono ricchezza, stanno arrugginendo.
[2] Quando invece che cibarsi ingrassano, vestono alla moda che passa di moda, vanno a zonzo in Suv.
L’eresia si compie. Se, chi governa il capitalismo, con quel che fa genera ricchezza per tutti, questa volta tocca a noi! Chi altri sennò? Tutto questo alla faccia: dei sociologi che imprimono stigmate a chi consuma; degli economisti che non sanno misurare la forza economica dei domandanti; dei politici che non scorgono questa forza, ancor meno la rappresentano; di quei consumatori tremuli che obbediscono invece di comandare.