“Mario Draghi, in conferenza stampa, è stato veloce a girare la domanda sull’emergenza delle sofferenze bancarie nell’eurozona (Npl) al vicepresidente della Bce, Vitor Constancio, che è stato a sua volta rapido nel chiarire che nessuna iniziativa potrà venire dal versante monetario della banca centrale dell’euro”. Lorenzo Codogno, a lungo capo-economista del Tesoro italiano e oggi economista alla London School of Economics, ha riservato molto spazio del suo flash-report sul consiglio Bce di Vienna al nodo-Npl: particolarmente sentito in Italia, ma anche in altri paesi di Eurolandia.
“La Bce continua a non trovar spazio per le sofferenze bancarie nel suo cortile di casa” sintetizza Codogno, secondo cui ci sono due ordini di ragioni per cui Draghi ha aperto all’acquisto di corporate bond, ma non ritiene di poter portare nel bilancio Bce titoli derivanti dalla movimentazione delle sofferenze bancarie. “La prima motivazione -afferma Codogno – risiede a mio avviso nel fatto che l’operazione sarebbe molto dibattuta e incontrerebbe una fiera opposizione politica in Germania e in altri paesi, nonché all’interno dell’esecutivo Bce”. In secondo luogo, “non sarebbe raggiunta una massa critica sufficiente, laddove – per mantenere un rating corretto sugli asset che la Bce acquista – la Banca sarebbe obbligata ad acquistare solo tranche senior di cartolarizzazioni (le meno rischiose, ndr), forse anche richiedendo la garanzia degli Stati”. Questo renderebbe disponibile per eventuali acquisti solo una frazione degli Npl che in questa fase zavorrano i bilanci delle banche europee: una frazione troppo piccola e poco significativa.
Constancio, secondo Codogno, è sembrato invece suggerire alla vigilanza Bce alcune iniziative: una ricognizione da parte del Meccanismo Unico di Supervisione su quantità e qualità degli Npl; 2) migliori standard di accantonamento anti-rischio; 3) un’approccio “banca per banca”. (Sempre ieri il capo del consiglio di sorveglianza della Bce, la francese Danièle Nouy si è espressa in termini cauti – “Non esiste una politica comune per gli Npl nell’eurozona, stiamo cercando le migliori pratiche nei vari paesi”; è noto comunque che uno studio organico è in fase di ultimazione).
“Dal mio punto di vista – osserva Codogno – il nodo è la ponderazione del rischio dei crediti alle piccole e medie imprese in portafogli diversificati. Al momento l’assorbimento di capitale per questi crediti è molto più alto sulla base della supposizione che essi siano più rischiosi. Invece, in grandi portafogli, può essere dimostrato che il rischio è molto più basso. E questo potrebbe ridurre in misura effettiva il fabbisogno di capitale per le banche in paesi nei quali le Pmi sono più rilevanti. Il nodo è anche l’uso dei modelli di controllo del rischio interni alle banche. Non è chiaro tuttavia quando iniziative correttive potranno essere annunciate”.
Nessuna notizia particolare si attendeva invece Codogno sui temi principali dell’agenda Bce. E nessuna notizia, secondo l’economista, è arrivata. “Si era creata una certa attesa – sottolinea – su possibile correzioni nelle previsioni su crescita e inflazione, ma Draghi è stato rapido nel ridimensionare aggiustamenti comunque modesti”. La notizia secondo Codogno è che la Bce resta concentrata sulla realizzazione della sua politica e nessuno degli sviluppi recenti ha modificato in modo rilevante il quadro delle previsioni su crescita e inflazione fino al 2018.